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Dove e quando

Locarno Film Festivaldal 2 al 12 agosto a Locarno. www.locarnofestival.ch


Al via la 76esima edizione

Attesa per la kermesse cinematografica, l’ultima di Marco Solari
/ 31/07/2023
Nicola Mazzi

ll Locarno Film Festival cambia presidente, ma soprattutto strada. Se la 76esima edizione sarà l’ultima di Marco Solari e la prima (come membro del CdA) della nuova presidente Maja Hoffmann (entrambi nella foto), essa segna anche una radicale sterzata. L’intenzione è quella di allargare e far crescere la manifestazione locarnese relegando a uno o due vicepresidenti, il legame col territorio che a Solari era tanto caro. Sarà il tempo a dire se questa sia una decisione coraggiosa o azzardata, se le relazioni e i contatti internazionali che Maja Hoffman vanta nel suo carnet daranno slancio e prestigio ulteriore alla manifestazione, soprattutto a livello internazionale. Facciamo solo notare che – malgrado un grande lavoro svolto in questi 23 anni da Marco Solari – Cannes, Venezia e Berlino sono ancora molto lontani. E il tappeto verde del festival di Zurigo, seppur costruito su altre basi, è sempre più invitante. Il lavoro da fare, quindi, sarà parecchio.

A livello artistico, l’edizione che comincia il 2 agosto, ha come sempre diverse sfaccettature. Iniziamo a dare un giudizio sugli ospiti che dovrebbero portare lustro e quindi attirare l’attenzione mediatica sul festival. La presenza di star popolari è limitata, anche se Cate Blanchett e, appena sotto, quella di Stellan Skarsgård potrebbero attirare molti curiosi; inoltre, insieme a Riz Ahmed, Harmony Korine e Tsai Ming-liang completano il parterre di un’edizione paragonabile a quella dello scorso anno. Tuttavia, vuoi per lo sciopero in atto oltre Atlantico vuoi per un budget limitato, mancano le presenze americane di peso.

Sulla programmazione della Piazza Grande qualche interrogativo è giusto porselo. Benissimo la doppia presenza da Cannes del film vincitore Anatomie d’une chute di Justine Triet e dell’ultimo lavoro di Ken Loach The Old Oak (uno che a Locarno è venuto diverse volte), ma manca il blockbuster americano, quello, per intenderci che potrebbe ripetere le 9300 presenze del 2019 per C’era una volta… a Hollywood di Tarantino, sotto la direzione di Lili Hinstin. Anche se sicuramente incuriosisce la commedia Theater Camp di Molly Gordon e Nick Lieberman premiato al Sundance (il festival del cinema indipendente americano) e vedremo se avrà la forza di ripetere il successo che ebbe nel 2006 Little Miss Sunshine. Sempre in Piazza saranno due le produzioni italiane presentate in anteprima: La bella estate di Laura Lucchetti con l’arrivo della 19enne figlia d’arte (Monica Bellucci e Vincent Cassel) Deva Cassel. Mentre Edoardo Leo in Non sono quello che sono – The Tragedy of Otello ci riporta, con una rilettura moderna, al classico di William Shakespeare.

Un’altra scelta curiosa del comitato di selezione è quella di puntare molto sulle produzioni o coproduzioni francesi. Ne abbiamo contate, sempre per la Piazza Grande, ben sei su undici serate. Parecchie, forse troppe, se si vuole offrire al pubblico, anche a quello non per forza cinefilo, uno spettro variegato delle produzioni odierne.

Il concorso internazionale, da parte sua, sulla carta è piuttosto intrigante. Ai nomi di registi che a Locarno sono nati e cresciuti come Lav Diaz, Radu Jude, Eduardo Williams, Bob Byington o il giovane Simone Bozzelli, si affiancano registi che si sono fatti strada in altri festival come la greca Sofia Exarchoiu, la spagnola Laura Ferrés o l’eclettico e già più noto Quentin Dupieux. Sono 17 i film in gara per il Pardo d’oro e, come ha detto il direttore artistico Giona A. Nazzaro, «pur consapevoli del momento storico nel quale è calato il nostro lavoro, abbiamo cercato e guardato in tante direzioni nel tentativo di cogliere il senso di un presente che, nonostante tutto, si offre ricco e appassionante. Un momento che abbiamo tentato di cogliere e raccontare con i film che abbiamo selezionato».

Nel secondo concorso dedicato soprattutto ai giovani (Cineasti del presente) seguendo le parole dello stesso direttore segnaliamo «l’esordio della talentuosissima Lucy Kerr» che porta a Locarno il suo Family Portrait. Americana di Houston, classe 1990, nel 2022 è stata nominate uno dei 25 nuovi volti del cinema indipendente dal «Filmmaker Magazine».

Fuori concorso alcuni nomi di richiamo possono sicuramente incuriosire: soprattutto il ritorno di Barbet Schroeder con il documentario su un pittore Ricardo et la peinture. Possiamo segnalare anche altre tre pellicole: la prima mondiale di Mimì – Il principe delle tenebre del figlio d’arte Brando De Sica; Procida, un film collettivo di giovani autori coordinato da Leonardo Di Costanzo, e l’ultimo lavoro del canadese e già premiato a Locarno Denis Côté.

Lo sguardo sul cinema classico trova la sua concretizzazione in due sezioni: anzitutto nella retrospettiva che quest’anno – per la seconda volta nella storia dopo quella del 1957 – è dedicata al cinema messicano dagli anni Quaranta agli anni Settanta. Un cinema che è stato il terreno fertile per far crescere registi acclamati a livello mondiale come Guillermo Del Toro, Alfonso Cuarón e Alejandro González Iñárritu. In secondo luogo, in Histoire(s) du cinéma con omaggi a grandi registi, attori o tecnici del cinema. Una sezione nella quale troviamo per esempio Good Will Hunting di Gus Van Sant e Black Hawk Down di Ridley Scott che saranno il pretesto per omaggiare il montatore Pietro Scalia. Ma vi troviamo anche la versione restaurata di Tamaro di Villi Hermann e Là où la terre gèle di Mohammed Soudani che riceverà il Premio Ticino.

L’offerta, come sempre, è molto più ampia e tutta da scoprire sfogliando il programma che conta ben 214 film di cui 110 prime mondiali e 6 prime internazionali. Tuttavia, rispetto agli anni scorsi, le collaborazioni con le grandi piattaforme (salvo Mubi che è però dedicata al cinema d’autore) non sembrano trovare continuità. Non sappiamo se sia una scelta della direzione o se invece vi sia poco interesse da parte delle stesse piattaforme nel promuoversi a Locarno.

Mentre è da elogiare, a livello logistico, la collaborazione con le FFS. A partire da quest’anno chiunque avrà un biglietto o un abbonamento per assistere alla 76esima edizione, potrà viaggiare gratis sui mezzi pubblici in tutto il Ticino per la durata dello stesso.

E i prezzi? È stato scelto di cambiare strategia per la Piazza Grande. Dal 2 al 5 agosto si pagheranno 35 franchi per due proiezioni e 30 per le serate con una proiezione. Mentre dal 6 al 12, il costo sarà sempre di 30 franchi. Nel 2022 la serata con un solo film si pagava 28 franchi e quella con due 37 franchi. Mentre l’abbonamento generale è salito da 330 a 350 franchi e quello per i senior da 220 a 230 franchi.