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Sax Appeal, quando alla musica non servono parole

Alla riscoperta delle raffinate esecuzioni di Fausto Papetti che il 28 gennaio scorso avrebbe compiuto 100 anni
/ 30/01/2023
Enza Di Santo

Verso la fine degli anni Cinquanta, quando la musica leggera italiana è caratterizzata da fiumi di parole, il sassofono suadente di Papetti zittisce tutti. Precursore della lounge music, le sue rivisitazioni di brani di successo scalano le classifiche e l’ascolto disimpegnato, l’easy listening, assume una forma radiofonica commerciabile.

Riservato polistrumentista, da giovane si approccia al pianoforte e al clarinetto, ma è il sassofono a determinare la sua straordinaria carriera. Nato a Viggiù, nella vicina Valceresio (Italia), naturalizzato svizzero, suona presto in alcuni complessi jazz e per un paio d’anni saxofona nella band di accompagnamento a Tony Dallara, I Campioni, giovanotti scoperti dal produttore discografico elvetico Walter Gürtler della SAAR.

Nel 1959, Papetti accetta un contratto nell’orchestra dell’etichetta Durium che produce arrangiamenti e basi musicali per diversi artisti, fra cui, tanto per citarne uno, Little Tony. All’epoca era consuetudine registrare i brani delle colonne sonore per raccoglierli in album e/o lanciare quelli più significativi come singoli ri-arrangiati da questa o da quell’etichetta. Quell’anno esce Estate violenta, diretto da Zurlini, e la Durium decide di estrarne un brano per proporlo sul lato B di un singolo. Purtroppo, il direttore dell’orchestra, insoddisfatto dell’arrangiamento si rifiuta di registrare. Il produttore, congedata l’orchestra, pur di chiudere, chiama a rapporto la sezione ritmica componendo una misera, per quanto esperta, formazione di batteria, chitarra, basso e saxalto alla quale assegna l’elaborazione della melodia.

Se è vero che la fortuna aiuta gli audaci, nel caso di Papetti è meglio dire che aiuta i preparati, chi si fa trovare pronto. La prova del quartetto, con tanto d’improvvisazione di legno (il sax non fa parte della famiglia degli ottoni), viene registrata all’insaputa dei musicisti e così esce il singolo Estate violenta di Papetti, supersuccesso che arrivò perfino a superare le vendite dell’originale.

La classe non è acqua, e riconosciuta immediatamente l’unicità dell’ancia papettiana, la Durium decide di fargli rivisitare temi di colonne sonore celebri e alcuni successi del momento. Con il titolo Fausto Papetti Sax alto e Ritmi e una bella fotografia del mezzobusto Papetti in copertina che imbraccia il suo fidato Selmer Mark VI del 1958, esce nel 1960 il primo di una serie di 50 LP (l’ultimo nel 1997). In questa prima raccolta troviamo cover degne di nota: fra i temi che potrebbero essere giunti fino ai giorni nostri segnaliamo quelli dei film Scandalo al sole e La dolce vita. Nel 1961, sarà la volta di Fausto Papetti – Sax alto e ritmi – Serie ballabili n° 2, album che ricalca la stessa formula del primo.

A partire dal terzo, tutti i dischi saranno semplicemente intitolati Raccolta e numerati senza ulteriori denominazioni. Alla serialità delle sue 50 raccolte si accompagneranno gli album tematici Old America, Evergreen, Bonjour France, il celebre Made in Italy, Ritmi dell’America Latina, Cinema anni ’60, e Cinema anni ’70. Papetti attraversa così tutti i generi musicali, incidendo persino una cover di Popcorn nel 1972, quando di questo brano erano uscite un’ottantina di rivisitazioni.

Immancabilmente ogni raccolta si piazza in vetta alle classifiche, scalzando addirittura miti come Mina. La 20esima raccolta arriva al primo posto della classifica italiana e, nel 1975, è la più venduta. Quella della Durium è un’ottima trovata, la serialità delle produzioni discografiche di Papetti induce senza dubbio al collezionismo, tanto più che in copertina donne discinte e in pose seducenti catturano l’attenzione del pubblico. Già il terzo album, infatti, propone in copertina un paio di belle gambe, niente di troppo audace ai nostri occhi, ma i costumi all’epoca stavano cambiando e presto arrivarono i nudi. La prima signorina semi-vestita si palesa con Raccolta 10a che, neppure a dirlo, contiene la cover della provocantissima Je T’Aime… Moi Non Plus. Questo abile stratagemma contribuisce a far conoscere il sassofono e la musica strumentale, ma più di ogni altra cosa crea il binomio sax-seduzione.

Conosciutissimo a livello internazionale, anche con lo pseudonimo Fausto Danieli, Papetti compete artisticamente con altri grandi del sax come Gil Ventura e Johnny Sax. Viene ricordato anche in una scena della pellicola Walk Up, ultima fatica del regista sudcoreano Hong Sangsoo, in cui si vede la copertina di un album di Papetti.

Quest’anno, in occasione del centenario (Papetti nacque il 28 gennaio del 1923), il Museo del Saxofono di Fiumicino gli dedica una mostra e tre concerti mentre Viggiù lo onorerà durante la stagione estiva. Sarà l’occasione per riscoprire questo interprete il cui sound raffinato non smette mai di deliziarci.