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Molto più di un semplice intrattenimento
Pranzi a tema, pizza party, uscite, redazione di un mensile, incontri con bambini delle elementari: le attività dell’animazione nelle case per anziani evolvono e migliorano la qualità di vita dei residenti. Gli esempi di Sorengo e Acquarossa
Stefania Hubmann
Andare a prendere l’aperitivo in una casa per anziani, portarvi i bambini per attività in comune con i residenti e, in un flusso opposto, esempi di uscite di questi ultimi per andare al ristorante o a fare shopping. L’animazione nelle case per anziani evolve parallela alle nuove abitudini che si instaurano nella società e sulla base dei cambiamenti riguardanti la tipologia dei residenti, in città come nelle valli seppur con le peculiarità dei rispettivi contesti sociali. Al centro rimangono sempre da un lato la persona anziana in quanto individuo con caratteristiche ed esigenze proprie e dall’altro la relazione che il personale instaura con lei. Creatività, attenzione e flessibilità sono i concetti che abbiamo visto applicati sul terreno, visitando una casa per anziani situata nella periferia luganese e una nell’alto Ticino, più precisamente Al Pagnolo a Sorengo e La Quercia ad Acquarossa.
Nella Svizzera italiana sono presenti circa settanta case per anziani. Bar, ma anche panetterie, preasili, esposizioni d’arte e ulteriori eventi animano questi luoghi dove vivono numerose persone in età molto avanzata o giovani anziani colpiti da patologie degenerative. La realtà quotidiana è diversificata, arricchita da numerose proposte. L’animazione in senso stretto segue un programma, ma in un’accezione più ampia è ovunque sull’arco della giornata con l’obiettivo di favorire la socializzazione e più in generale il benessere della persona. Nessuno è obbligato a nulla, nessuno è escluso, grazie proprio a questa attenzione e anche alla figura professionale del o della specialista in attivazione che lavora in modo mirato con il singolo o piccoli gruppi. La collaborazione si estende al reparto cura e, a dipendenza delle necessità, ad altri servizi.
Al Pagnolo di Sorengo partecipiamo a una riunione di redazione del giornalino mensile. «Nell’Informatore del Pagnolo è inserito il programma delle attività per il quale c’è sempre molto interesse» spiega l’animatrice Loredana Moroso. «È redatto quasi esclusivamente dai residenti con ad esempio ricette, poesie e brevi biografie di personaggi famosi. Alcuni partecipanti scrivono al computer, altri a mano. L’impiego delle nuove tecnologie è un cambiamento che interessa anche le case per anziani. Non pochi residenti utilizzano i vari dispositivi, qualcuno persino l’Intelligenza artificiale, chiedendo aiuto quando si trova in difficoltà».
Loredana Moroso lavora Al Pagnolo da quando la struttura – gestita dai Comuni di Sorengo, Collina d’Oro e Muzzano e con 63 posti letto – è stata aperta nel 1986. Ha quindi vissuto in prima persona l’evoluzione del settore animazione al quale è giunta dopo aver iniziato come assistente geriatrica. «Nei primi anni – ricorda – i residenti erano in media più autonomi. Oggi si trasferiscono qui in una fase più avanzata della vita e quindi molti di loro con meno risorse». L’animazione, che può contare sul supporto di diversi volontari, si è progressivamente intensificata con l’estensione degli orari sull’arco della giornata e inglobando i giorni festivi. «Le attività manuali – spiega l’animatrice – sono sempre presenti, ma in trasformazione. Inoltre momenti aggregativi che un tempo erano più spontanei, come l’aperitivo, ora vanno promossi». Tombola e musica sono molto apprezzate, così come le uscite. Prosegue l’intervistata: «Durante la bella stagione si va a pranzo in un ristorante o a mangiare un gelato al pomeriggio. Organizziamo pure altre offerte esterne come la visita al LAC o alla falconeria a Locarno. Diversi enti elaborano proposte ad hoc per gli anziani facendocele pervenire». Esterno significa anche giardino – al Pagnolo è in corso un rifacimento per realizzare un’area verde sensoriale – utilizzato a livello di gruppo per il giardinaggio (aiuole rialzate, fiori) e incontri conviviali (pizza party). Talune proposte conoscono per determinati ospiti un risvolto personalizzato con l’intervento di Tiffany Biancardi, specialista in attivazione che gestisce ad esempio la lettura in tedesco e il cruciverba nella medesima lingua. A Sorengo i residenti formano infatti una comunità sempre più multiculturale. Ogni attività si basa sugli interessi e sulle caratteristiche delle persone alle quali è destinata. Spiega Tiffany Biancardi: «Il focus dell’attivazione, che rientra nel settore della cura, è terapeutico e si realizza a livello individuale o di piccoli gruppi il più omogenei possibile. I giochi di memoria e l’ascolto di musica classica sono due esempi del nostro programma». Aggiunge al proposito: «Quest’ultima iniziativa è gestita da un residente al quale io fungo più che altro da supporto, per cui raggiunge un duplice obiettivo legato al singolo e al gruppo». Le attività delle due collaboratrici comunque si intrecciano, come nella riunione di redazione, con il comune obiettivo di valorizzare le risorse di ogni persona.
Un intreccio ancora più marcato caratterizza l’animazione nella casa per anziani La Quercia di Acquarossa, che ospita pure un Centro diurno. Questa caratteristica e la sua posizione a metà valle la rende un punto di riferimento per la comunità locale. «Quando le persone anziane si trasferiscono qui come residenti – spiega Patrizia Arcioli, responsabile dell’accoglienza, dell’animazione e del Centro diurno – in genere conoscono bene la casa e sono già integrate».
Anche ad Acquarossa giungiamo mentre è in corso un’attività, una proposta ludica per stimolare la memoria. La mattinata, come a Sorengo, è di solito più strutturata, mentre il programma del pomeriggio lascia spazio alla partecipazione dei visitatori, primi fra tutti i familiari. Prosegue la responsabile dell’animazione: «Accompagniamo gli anziani (78 residenti fissi e 2 in soggiorno temporaneo) offrendo attività che rispettano il loro vissuto e i loro desideri, in modo da conferire un senso a ogni giornata. Essendo la casa suddivisa in tre aree con un diverso grado d’indipendenza delle persone e tenendo conto della presenza del Centro diurno, l’animazione è articolata e impostata su un intenso lavoro di team. Questo permette ad ognuno di impegnarsi in ciò che preferisce e ai più intraprendenti di partecipare anche a due attività differenti sull’arco di una mattinata».
Pranzi a tema, cene organizzate come al ristorante, movimento, musica, decorazioni per celebrare gli eventi stagionali sono alcuni esempi delle proposte elaborate da Patrizia Arcioli e dai suoi collaboratori sulla base delle aspettative dei residenti. Anche qui ci sono giochi sempre apprezzati come la classica tombola. Un’altra similitudine, che accomuna in generale le case per anziani, è la possibilità di mantenere piaceri compromessi dalla minore mobilità. «Le uscite sono un aspetto importante, soprattutto per le nuove generazioni di anziani – precisa Patrizia Arcioli – abituate ad andare al ristorante e a fare acquisti. Proporle significa anche stimolarle a prepararsi con cura e ciò piace molto in particolare alle donne. Tutti apprezzano inoltre l’incontro mensile con gli allievi della scuola elementare di Olivone. Il progetto non si limita alle visite, ma è finalizzato all’elaborazione di una storia e alla sua rappresentazione. Uno scambio intergenerazionale arricchente per tutti».
Attiva da quindici anni nell’animazione della casa per anziani della valle di Blenio, Patrizia Arcioli ha pure lei una parte del trascorso professionale legata al settore sanitario. «I nostri progetti si sviluppano anche in relazione alle nuove forme di terapie non farmacologiche sempre con al centro ogni persona nella sua unicità».
Partendo dalla biografia del singolo, lavorando sulla relazione e dimostrando sensibilità e duttilità, l’accompagnamento dei residenti nelle case per anziani punta a mantenerli il più attivi possibile, favorendo la socializzazione. Da parte di tutto il personale capire quando e come incoraggiarli è essenziale per garantire il rispetto della loro personalità, pur nella consapevolezza che non esiste maggiore soddisfazione del sapere di aver contribuito concretamente a un progetto. Come traspare dai principi che guidano il settore dell’animazione questa componente è in continua evoluzione arricchendosi di proposte innovative per rispondere ai bisogni della comunità. Non va quindi identificata con il semplice intrattenimento, ma come parte essenziale per migliorare la qualità di vita dei residenti.