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Dove e quando
Superar Suisse, Carlo Taffuri e Pino Raduazzo, Lugano, LAC, domenica 16 marzo ore 17.00. www.luganolac.ch
Credere nella potente forza della musica
Il 16 marzo il LAC di Lugano festeggia con un concerto i dieci anni dell’orchestra giovanile Superar
Enrico Parola
Siamo nell’epoca in cui per giovani e giovanissimi anche rock e pop paiono ormai due linguaggi quasi demodé rispetto a rap e trap; figuriamoci la classica: un ambito, sempre parlando di teenager, tanto nobile quanto angusto, frequentato da rampolli per bene che spesso sembrano aver poco da spartire, per carattere e interessi, coi loro coetanei.
La speranza che sia un (pur diffuso e già inveterato) cliché sorge spontanea imbattendosi in «Superar» (nella foto), orchestra che festeggia il decennale di attività a Lugano con un grande concerto per Lac Musica, domenica 16 marzo, ore 17.
«Un’orchestra formata da 85 tra bambini delle elementari e ragazzi fino ai 17 anni, e per quest’occasione si unirà un coro di altri 130 allievi di alcune scuole elementari dove stiamo sviluppando dei progetti di avviamento al canto e all’orchestra» racconta Carlo Taffuri, anima e guida di questa realtà, nonché direttore (alternandosi con Pino Randazzo) del concerto «in cui ripercorreremo le tappe della nostra storia. Abbiamo iniziato dieci anni fa con brani molto semplici perché non solo tanti ragazzi iniziavano da zero con uno strumento, ma nessuno aveva la benché minima esperienza del suonare insieme. Stagione dopo stagione i ragazzi sono cresciuti, come persone e come musicisti, ovviamente con il turnover dettato dall’età – ne sono passati almeno 400 – ed è cresciuta la nostra orchestra: fra i traguardi artistici raggiunti annovero brani come La Moldava di Smetana. Oggi chi arriva da noi si trova in una realtà che ha una sua anima e una sua dinamica».
La routine settimanale è scandita da due prove: «Non chiedo di studiare a casa, suonare deve essere un divertimento e soprattutto la dimensione primaria è quella del suonare insieme, e se qualcuno pratica uno sport e deve arrivare cinque minuti dopo o andare dieci minuti prima per gli allenamenti, lo concedo. Chiedo serietà ma non impongo nulla, ed è bello vedere come in loro, crescendo via via la passione, maturino anche serietà e dedizione; quasi tutti, chi prima chi dopo, si mettono a studiare a casa».
I contesti sociali da cui arrivano i piccoli orchestrali sono i più disparati: «Situazioni familiari perfette e altre difficoltose; genitori che amano la musica e padri che non sanno neppure che esiste il Lac; luganesi doc, turchi, portoghesi si ritrovano insieme, ed è palpabile l’unità e la condivisione che si crea mentre suonano – la musica è davvero il più universale dei linguaggi – e che continua anche lontano dai leggii, quando ridono, chiacchierano, quando andiamo tutti assieme a un concerto.
Come punto di partenza aiuta il fatto che sia tutto gratis, lezioni, concerti, anche lo strumento – grazie al sostegno di varie fondazioni ne abbiamo circa 300 che prestiamo ai ragazzi; ma poi, perché rimangano nell’orchestra, il punto davvero fondamentale è che credano nella musica e nella sua forza di migliorare la persona, iniziando da sé stessi».
Un punto non scontato, pensando a quante alternative, più comode e decisamente allettanti, i ragazzi abbiamo oggi a disposizione: «Credo che l’elemento più importante è che diamo la possibilità di provare, di avvicinarsi alla musica».
Magari andando ad ascoltare gli oltre duecento tra strumentisti e coristi che festeggeranno il decennale di Superar: «Abbiamo scelti brani iconici come Toreador dalla Carmen di Bizet, I pirati dei Caraibi o Rocky, molto più difficili di una sinfonia giovanile di Mozart!»