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Bibliografia

Michele Sancisi e Simone Annicchiarico, 100% Walter. Chiari. Biografia di un genio irregolare, Baldini + Castoldi, 2024.


Chiari di luna col grande Walter!

Biografie: nel nuovo libro di Michele Sancisi, a ricordare l’attore e comico – di cui ricorre il centenario dalla nascita – è il figlio Simone Annichiarico, coautore del volume can Michele Sancisi
/ 04/11/2024
Giovanni Medolago

«Un libro-treno su cui saliranno molti personaggi e molte storie, per un viaggio senza mappe, alla ricerca della vera essenza di un protagonista per certi versi incollocabile». Così Michele Sancisi presenta 100% Walter. Chiari. Biografia di un genio irregolare, la sua ponderosa quanto recente opera sulla vita di Walter Chiari (Baldini+Castoldi).

Autore televisivo e giornalista, Sancisi gli aveva già dedicato Un animale del palcoscenico, aggiudicandosi così il premio quale miglior Libro di Cinema 2011, anno in cui ricorreva il ventesimo dalla morte dell’attore. Oggi, a cent’anni dalla nascita del suo idolo, Sancisi coinvolge nella sua nuova ricerca biografica il figlio unigenito di Walter, Simone Annichiarico; il quale svela aneddoti incredibili, per esempio la volta in cui «si presentò truccato a dovere a un congresso scientifico e tenne una relazione – sotto falso nome – sul sistema nervoso centrale e alla fine ci fu un’ovazione».

Maurizio Porro: «Non era un comico buffo dalle giacche troppo grandi o troppo piccole…»

Simone rivela molti altri particolari su vita&morte del suo babbo: Gino Bramieri, grande amico, fu l’ultimo a vederlo vivo nel residence milanese dove Walter fu ritrovato morto il 20 dicembre 1991, solo e forse ancora deluso per il mancato riconoscimento quale miglior attore alla Mostra del Cinema di Venezia per la sua ultima performance in Romance. Il Leoncino lagunare andò invece al pur meritevole Carlo delle Piane (Regalo di Natale di Pupi Avati) e Lello Bersani, solitamente compassato critico cinematografico della RAI, commentò: «Certamente sarebbe stato meglio un ex aequo con Walter Chiari».

Sulla prima classe del treno 100% Walter, Sancisi e Simone fanno accomodare Mina: Chiari la invita a cena, inviandole un’auto con tanto d’autista. Dopo due ore buone di vana attesa al ristorante, Mina lo chiama al telefono, avvertendolo: «Guarda che tra un po’ qui chiudono: siamo a Lugano!». Sta per andarsene quand’ecco l’affaccio del suo carissimo amico, naturalmente in compagnia di un gruppetto d’altri tiratardi da lui nel frattempo convocati. «Walter solo? Mai!», sentenzia Mina ricordando l’episodio, e confessando altresì d’aver rinunciato al risentito «Sei un incosciente!» masticato nelle ore d’attesa, una volta di fronte al sorriso birichino del ritardatario. Cronico ritardatario, concordano molti altri viaggiatori sul treno di Sancisi/Simone, che raggiunse il suo apice alla prima nazionale di Buonanotte Bettina, commedia musicale dell’infallibile coppia Garinei&Giovannini (strepitoso successo ottenuto poi in coppia con Delia Scalia e le melodie di Gorni Kramer). In programma al Teatro Alfieri di Torino nel novembre 1956, quella sera Walter non si fece vedere del tutto! Un desaparecido immediatamente perdonato dalle cronache d’allora: all’insegna del cherchez la femme, la colpa fu attribuita alle grazie di Lucia Bosè (Miss Italia 1947, amica di Hemingway e Pablo Picasso), una delle tante fiamme di Chiari che quella sera lo trattenne a Milano.

E qui si apre il capitolo «gli amori di Walter»: nato l’8 marzo del 1924 (data omen?!), ha reso omaggio alle donne più belle della sua epoca, e certo non solo con le mimose. Attenzione però: varie testimonianze raccolte sul treno Sancisi/Simone concordano su un fatto: no latin lover, Walter fu sedotto più che seduttore. Erano le donne a corrergli dietro, a bizzeffe! Elsa Martinelli lo ricorda infatti come «un autentico gentleman»; Ava Gardner fu felice d’averlo non solo quale accompagnatore turistico nella Roma felliniana, dove Anita Ekberg uscì dalla Fontana di Trevi accolta – ci piace immaginare – dall’accappatoio offertole dal Walter.

Verso la fine della sua vita si accompagnò pure alla bionda dei «Ricchi&Poveri», Marina Occhiena: guarda caso una bella fotocopia di Alida Chelli, la mamma del suo unigenito figlio Simone. Forse – ma qui azzarda il vostro cronista – la Signora che Walter ha amato davvero e più di tutte.

Il suo umorismonasceva dalla dialettica,dal suo modo di conversarecome se i telespettatori fossero davveronel salotto di casa

«Fu una rivoluzione nel varietà» scrive Maurizio Porro nella sua prefazione. «Non era un comico buffo dalle giacche troppo grandi o troppo piccole. Il suo umorismo nasceva dalla dialettica, dal suo modo di conversare come se i telespettatori fossero davvero nel salotto di casa». Poliglotta che snocciolava quattro lingue, fu nel cast di Sono strana gente (inglese australiano con la direzione della leggendaria coppia Powell and Pressburger); il Falstaff di Orson Welles, accanto a Jeanne Moreau, Marina Vlady, Ferdinando Rey e Sir John Gielgud; Bonjour tristesse di Preminger e un cast altrettanto stellare: Deborah Kerr, David Niven, Jean Seberg e Juliette Greco.

Il suo talento – unito a un’invidiabile quanto vulcanica presenza scenica – gli permise altresì di figurare nel cast di film (ne girò quasi 200!) firmati da registi del calibro di Luchino Visconti, Monicelli, Comencini, Damiano Damiani, Scola, Dino Risi. Di quest’ultimo la firma sulla migliore – ai miei occhi – e più toccante interpretazione di Walter Chiari: Il giovedì.

Artista showman unico e inimitabile, immenso patrimonio artistico frutto di una carriera leggendaria e di una vita spericolata (non si tace sul mesetto trascorso a Regina Coeli per consumo di cocaina) che la biografia 100% Walter riesce appena a ricordarci, pur sfiorando le 500 pagine.