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Al via la 77esima edizione
Uno sguardo critico sulla manifestazione che parte mercoledi
Nicola Mazzi
Diciamo la verità: dalla nuova presidentessa Maja Hoffmann tutti si aspettano un salto di qualità per la rassegna locarnese, perché – come si è spesso ripetuto – «ha molte conoscenze». Normale che noi, come il pubblico, ci attendavamo qualche grossa novità da questo primo anno del «suo» festival, soprattutto per la Piazza Grande. Magari star internazionali che arrivavano direttamente da Hollywood con il jet privato e qualche blockbuster proiettato davanti a 8mila persone. Ma probabilmente il cambio di passo è meno visibile e si manifesterà con calma. Giusto dare tempo al tempo. Il tappeto rosso sarà meno illuminato dai flash di quanto ci si aspettava. Del resto, non siamo né Venezia né tantomeno Cannes e neppure Berlino. Vero, ma lo star system fa parte del cinema, sin dai suoi primi anni, e anche a Locarno è un presupposto importante, o dovrebbe esserlo, della rassegna. Perciò attendiamo fiduciosi.
Anche perché, Jane Campion a parte, oltre all’assenza di star hollywoodiane, mancano quelle italiane. Salvo Luca Marinelli, che farà parte della giuria del concorso principale.
Giusto però osservare che qualche personaggio di alto livello arriverà. A cominciare dal regista messicano premio Oscar Alfonso Cuarón e dalla regista neozelandese (anch’essa premiata con l’Oscar) Jane Campion, appunto. La manifestazione punta anche molto su Shah Rukh Khan (SRK), la star bollywoodiana più conosciuta in India. Per cui se da una parte potrà far arrivare parecchi turisti di quel Paese, dall’altra c’è il rischio che non siano molti gli svizzeri a far la fila per un selfie.
Ben rappresentata invece la compagine francese con l’arrivo, tra gli altri, di Irène Jacob, Mélanie Laurent e Guillaume Canet.
E allora per cosa si caratterizza l’attuale edizione? Due tendenze sono state anticipate dal direttore Giona A. Nazzaro, durante la presentazione. Da un lato si è voluto riconoscere la vitalità del cinema svizzero, d’altro lato, il festival – come già successo negli ultimi anni sotto la sua direzione – continuerà a premiare i tecnici che nel cinema sono fondamentali. Ne consegue che, in Piazza Grande, saranno proiettate ben quattro opere nazionali, tra cui Reinas della ticinese Klaudia Reynicke e Sauvages, l’ultima animazione del vallesano Claude Barras che era stata presentata in anteprima a Cannes. Forse un record. Mentre sul fronte tecnico, quest’anno approderanno sulle rive del Verbano Stacy Sher (produttrice di Pulp Fiction) e il sound designer montatore e voice actor Ben Burtt, che lavorò su Guerre stellari e Indiana Jones.
Fatte queste premesse, occorre comunque elogiare il programma messo in piedi dal direttore e dalla sua squadra. Il concorso principale vedrà la partecipazione di vecchie conoscenze come Wang Bing e Hong Sangsoo. Ma anche alcuni esordi che bisognerà scoprire come Salve Maria della spagnola Mar Crol, che ci parla di infanticidio, o ancora Sulla terra leggeri dell’italiana Sara Fgaier, che mostra la storia di una figlia non riconosciuta da un padre colpito da amnesia. C’è però anche molta attesa per i registi svizzeri Ramon e Silvan Zürcher che presentano il loro ultimo film sulle tensioni familiari.
Piuttosto accattivanti i titoli presentati fuori concorso. A cominciare da Marco Tullio Giordana (regista dell’acclamato La meglio gioventù), che arriva con il suo ultimo film: La vita accanto su una sceneggiatura di Marco Bellocchio. Un’opera ambientata tra gli anni Ottanta e il Duemila nella quale si raccontano le vicende di una influente famiglia vicentina sconvolta da un evento imprevedibile. Così come intriga il primo lavoro (Rita) dietro la macchina da presa della nota attrice Paz Vega (già musa di Pedro Almodóvar).
Resta molto interessante la retrospettiva di Locarno. Uno dei veri fiori all’occhiello della manifestazione e riconosciuta a livello internazionale come tra le migliori al mondo. Quest’anno sarà dedicata ai 100 anni della Columbia Pictures, una delle case di produzione più importanti. Saranno trasmessi al Gran Rex film di registi di genere meno noti come Max Nosseck, Seymour Friedman o William A. Seiter, e opere di autori più conosciuti come Howard Hawks, Frank Borzage, Fritz Lang e John Ford. Senza ovviamente dimenticare star come Rita Hayworth, Jean Arthur, Orson Wells, Rosalind Russell, Cary Grant, Boris Karloff e Richard Burton.
Concludiamo con un’altra annotazione che dovrebbe far riflettere. Il Locarno Film Festival è la più grande manifestazione culturale che si svolge nella Svizzera italiana. Eppure, la lingua italiana sembra, sempre più, accantonata. Lo abbiamo osservato nella conferenza stampa di presentazione del programma (svolta a Zurigo) e fatta in tedesco con traduzione simultanea in italiano (certo, il pomeriggio si è tenuta anche a Bellinzona, ma le carte erano già svelate). L’assenza dell’italiano si nota anche nei film proiettati in Piazza Grande dove i sottotitoli sono in inglese, tedesco o francese. Ricordiamo che il credito quadro votato dal Gran Consiglio ticinese nel 2020 (per il periodo 2021-2025) era stato aumentato da 2,8 a 3,4 milioni di franchi annuali, senza contare i sussidi dai vari Comuni e dagli enti turistici. Ben presto sarà perciò discusso il nuovo contributo pubblico cantonale. Forse, in quell’occasione la politica potrebbe chiedere una maggiore considerazione della lingua italiana.