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Tanti gli appuntamenti danzanti in Ticino

Steps e altre iniziative legate alla Giornata internazionale della danza hanno promosso l’arte performativa in Ticino e continueranno a farlo nel mese di maggio.
/ 06/05/2024
Giorgio Thoeni

Quando uno spettacolo si basa sull’affiatamento, su un gioco di squadra perfettamente oliato e calibrato, i confronti sono sempre difficili. Tanto più se si conoscono le condizioni che permettono una certa qualità. Ci vogliono infatti molti mezzi per realizzare una prestazione artistica di livello internazionale e spesso la conferma ci arriva da oltreoceano.

Come nel caso della rinomata compagnia canadese Kidd Pivot che domenica 28 aprile ha occupato la grande scena del Teatro LAC di Lugano con Assembly Hall, uno spettacolo inserito nell’ambito di Steps, il Festival della danza contemporanea promosso dal Percento culturale Migros e giunto alla sua 19esima edizione (avevamo lanciato il Festival e il suo programma sul numero 15 di «Azione» dell’8 aprile).

Assembly Hall è il nuovo lavoro creato dal connubio fra la coreografa Crystal Pite e l’attore Jonathan Young per otto straordinari performer attorno al senso della comunità e dell’appartenenza, tra movimento e linguaggio, umorismo e creatività, un tema su cui viene costruita una trama dove l’abilità compositiva della regia si muove lungo i codici della pantomima, del cartone animato, dei videogame, dei tableaux vivants. Una lunga narrazione dove la danza e il movimento si sposano con parole che scandiscono il ritmo dei movimenti.

Il risultato è un mix spettacolare di generi con la particolarità di rendere una sorta di doppiaggio sulle azioni mimate dalla bravura e dalla perfezione (molto all’americana) misurate al millimetro e ritmate dal suono delle parole. Una muta gestualità in sincronia con una partitura testuale espressivamente articolata e recitata che risuona dagli altoparlanti come colonna sonora.

La scena si apre sull’interno di una sala multiuso comunale di periferia, quasi in stile parrocchiale, con un piccolo palco centrale al di sopra del quale è appeso un canestro: uno spazio che può dunque trasformarsi in luogo d’allenamento sportivo o di creazione teatrale. Ma è anche dove si riunisce l’assemblea di un’associazione amatoriale che organizza ogni anno una Quest Fest che propone ricostruzioni di scene medievali. Il gruppo sta attraversando un periodo di difficoltà che mette a rischio la sua esistenza. Ne discutono e, a poco a poco, il gruppo viene come invaso da forze ancestrali che trasformano l’incontro in un sipario di scene medioevali, fra cavalieri erranti e principessa triste. Una giostra di emozioni in cui prevale la vena umoristica e il gusto del paradosso con un gioco eclettico sulla fantasia storica dove il motore è un linguaggio fra movimenti, danza e parola.

Un esempio di teatro-danza che esce dalle consuetudini estetiche sebbene permane la tentazione (anche questa tutta americana) dello show ad effetto dove l’ultima parte dello spettacolo procede con poche accelerazioni, una retorica «sommaminuti» che potrebbe essere corretta. Forse questo è l’unico aspetto discutibile di uno spettacolo che tuttavia ha portato sul palco luganese una straordinaria capacità inventiva, soluzioni sceniche perfette, frequenti cambi di situazione, pause misurate e soluzioni sorprendenti.

Come l’insospettabile segnale di fine rappresentazione con la chiusura del sipario su una scena che sembra sul punto di riprender vita. Una grande lezione sui tempi teatrali.

Una platea entusiasta ha accolto gli otto interpreti che meritano di essere citati: Brandon Alley, Livona Ellis, Rakeem Hardy, Gregory Lau, Doug Letheren, Rena Narumi, Ella Rothschild e Renée Sigouin (ritratta nella foto durante un momento dello spettacolo).

Con Assembly Hall si è inaugurato l’arrivo di Steps nella nostra regione che prosegue con molti altri appuntamenti e qui ricordiamo i prossimi spettacoli per i quali sono ancora disponibili dei biglietti (prenotabili sul sito www.steps.ch): Gli altri con la compagnia Anton Lachky che il 10 e 11 maggio sarà nelle palestre delle scuole comunali di Poschiavo e il 16 maggio al Teatro Sociale di Bellinzona; Tristan and Isolde del coreografo giapponese Saburo Teshigawara che il 12 maggio sarà al Cinema Teatro di Chiasso.

Giornata  internazionale della danza

Assembly Hall in un certo senso è stato anche il preambolo alla Giornata internazionale della danza celebrata il giorno successivo, il 29 aprile, con Cross Corpo Memory, un progetto di mediazione culturale di Ariella Vidach con Claudio Prati di AiEP–Avventure in Elicottero Prodotti e Urban Experience di Carlo Infante in collaborazione con Isadora Piattaforma Danza di Tiziana Conte.

L’iniziativa, oltre che onorare l’appuntamento creato dall’UNESCO, è stata l’occasione per sostituire la Festa Danzante che avrebbe dovuto svolgersi in Ticino come ogni anno ma che si è tenuta solo a Poschiavo (il 5 maggio) interamente dedicata alla Cultura del contrabbando transfrontaliero tra Valposchiavo e Valtellina. Se la penuria di fondi ha colpito ancora non ha certo ostacolato gli organizzatori di Cross Corpo Memory, una giornata seguita da un pubblico numeroso con un piccolo ma sostanzioso viaggio esperienziale nella mattinata fra la Scuola per l’infanzia di Lugano Sud e la Casa Serena. Un esperimento proattivo che si è articolato fra Mendrisio e Lugano e che ha generato «un effetto potente con i bambini e gli anziani», come ha commentato la stessa Vidach, evidenziando una memoria del corpo su generazioni così distanti anagraficamente e mostrando come la danza può agitare il movimento anche solo a contatto con la realtà.

Nel pomeriggio il progetto è proseguito allo Studio Foce di Lugano con ciò che è stato definito come un approccio antropologico alla trasmissione per generazioni, ovvero una ricognizione teorica su ciò che riguarda la «memoria» partendo da un paradosso: ciò che prima era esclusivamente parte della «tradizione» oggi accoglie anche l’avanguardia e l’innovazione. In sostanza si è trattato dapprima di un incontro moderato dall’esperto in Performing Media e progettista culturale Carlo Infante con due docenti: Susanne Franco (Discipline dello Spettacolo, Università Ca’ Foscari di Venezia) e Cristiana Natali (Antropologia della danza, Università di Bologna).

Si sono così distinti gli approcci fra il valore teorico dello studio della danza tra ricordi, memorie del corpo e trasmissione tra generazioni ma anche i limiti dettati da un eurocentrismo che ancora condiziona conoscenza e scoperta con i suoi parametri, le sue gerarchie. Dopo una simpatica parentesi all’insegna del baratto gastronomico curata da Agnese Z’graggen, alla ricerca di nuove dinamiche partecipative, la giornata si è conclusa trasformando lo Studio Foce in un riuscito happening di danza, musica e poesia all’insegna dell’improvvisazione …e con l’aiuto del web.