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Dove e quando
Saluti dalla valle di Blenio, le cartoline di Samuel Abraham Schnegg, Corzoneso-Casserio, Casa Rotonda. Fino al 26 maggio. Orari: sabato e domenica dalle 14.00 alle 17.00, oppure su appuntamento telefonando allo 091 8711263. www.archiviodonetta.ch
Cartoline d’artista dalla Valle di Blenio
Samuel Abraham Schnegg e le sue fotografie sono protagonisti alla Casa Rotonda
Giovanni Medolago
Si è soliti stabilire nell’anno 1882 l’inizio del turismo ticinese. Fu un avvio timido: mentre città e bellezze d’Oltralpe e della Romandia erano tutto sommato raggiungibili dal resto d’Europa – sia pure dopo probabili peripezie e disavventure – , il sud delle Alpi restava appannaggio dei temerari che da secoli affrontavano il culmine della Via delle Genti coi suoi duemila metri. Quando le prime sbuffanti locomotive sbucarono ad Airolo, si aprì davvero una nuova epoca. E, difficile da credere oggi, visti i mille modi che abbiamo per comunicare ipso facto, le cartoline postali fecero scoprire il fascino del Ticino e delle sue valli.
Non è un caso che chez Donetta approdi oggi il losannese Samuel Abraham Schnegg (1874-1932): fotografo pioniere come il nostro Ruberton, attratto anch’egli da panorami e cime alpine, ebbe certo più fortuna. Riuscì infatti a pubblicare dapprima Mille et une vue de la Suisse, un successo clamoroso che conteggiò ben 28 edizioni! Schnegg fu anche il primo a pubblicare un libro fotografico sulla regione a Sud delle Alpi: La Suisse italienne (1912) che comprende un testo del giornalista, letterato e filosofo Eduard Platzhoff-Lejeune (1874-1961, divenuto per pochi mesi direttore del «Corriere del Ticino»). Sono esposte copie originali di entrambe queste storiche pubblicazioni.
Con invidiabile tempismo, la neonata Pro Blenio colse l’importanza di farsi conoscere, ma per far ciò bisognava creare un cospicuo materiale iconografico. Schnegg fu così contattato e richiamato in Ticino (che aveva visto solo parzialmente, di sfuggita) e invitato altresì a puntare il suo obiettivo soprattutto sulla Valle di Blenio. Un pannello, all’entrata di Casa Rotonda a Corzoneso-Casserio, ci mostra con quanto scrupolo eseguì la consegna. Risalì pian piano e a ritroso tutto il corso del fiume Brenno, si permise qualche occhiata sulle vallette laterali e le loro montagne, giungendo infine sul Lucomagno. I committenti volevano documentare soprattutto ciò che nella Valle del Sole potesse stuzzicare la curiosità del target più vasto – per l’epoca. Da quell’iniziativa nacquero poi un opuscolo illustrato e pubblicato in diverse lingue, e un album con stampe originali realizzato appositamente per la dirigenza della fabbrica di cioccolato Cima Norma di Dangio.
Schnegg tuttavia è un artista/artigiano che va oltre quella che, con connotazione negativa, si definisce «immagine da cartolina». Ritocca talvolta i negativi per evidenziare le tonalità azzurre di un cielo o di una distesa d’acqua, ma documenta altresì anche le asprezze e le insidie che caratterizzano le vie di comunicazione d’inizio XX secolo. È impressionante ad esempio l’immagine che titolò Sulla strada Olivone-Campo: in realtà poco più che una mulattiera, affronta la salita sotto la minaccia di un crostone, mentre una poco rassicurante massicciata protegge(va) i viandanti dal dirupo che precipita sul fondo valle. Un’inquadratura che Schnegg ripropone poi per così dire a specchio, arricchendola però con le spumeggianti chiare&fresche dolci acque del fiume e cogliendo, quale sfondo, una pineta lontana. Interessante anche il suo ritratto del Pizzo Scopi, nettamente diviso in due dal punto di vista cromatico: sistema la sua apparecchiatura all’ombra, cogliendo un riflesso simmetrico nella pozza, mentre sul versante opposto il sole bacia ancora e in pieno lo Scopi. La veduta di Malvaglia è sapientemente suddivisa su più piani: domina un robusto arbusto scuro, le case del paese sono sistemate tra vigneti e boscaglia, mentre più a sud la montagna è ancora all’aprica.
Curatore della mostra per la Fondazione Archivio Donetta, Antonio Mariotti vuole ringraziare tutti coloro che hanno sostenuto il progetto sin dall’inizio e sottolinea come abbia potuto contare sulla collaborazione della Fondazione Voce di Blenio e in particolare del collezionista Giuseppe Gianella, che ha gentilmente messo a disposizione le 63 cartoline esposte.