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Terra del Sole, Castrocaro Terme, 1564-1579

www.terradelsole.org


Terra del Sole, città ideale per una società migliore

Tesoro nascosto – 5  ◆  Il pensiero da cui è nato il nucleo fortificato mediceo oggi parte integrante del comune di Castrocaro Terme
/ 01/04/2024
Gianluigi Bellei

Ognuno di noi ha un concetto proprio della città ideale che oggi ovviamente è diverso da quello di secoli fa. La prima idea organica non nasce, come si potrebbe pensare, nell’Ottocento con il sorgere del socialismo e dell’anarchismo, bensì molto prima, nel Rinascimento.

Perché questa esigenza che, oltretutto, trova diverse realizzazioni?

Luigi Firpo, ne La città ideale del Rinascimento pubblicato nel 1975, sostiene che nel Medioevo avviene la rottura fra città e campagna. Le prime imposero uno sfruttamento in nome del loro diritto di esistere e sfamarsi. Le città medievali crescono sempre più. Le cinte murarie diventano strette e all’interno le case crescono in altezza. Gli uomini vivono assieme agli animali; non ci sono fognature se non a cielo aperto; nelle strette viuzze si sente un fetore nauseabondo.

Terra del Sole è contornata da mura alte 13 metri che cingono la città a pianta rettangolare

Attaccare una città è complicato. L’artiglieria è pesante, le bocche da fuoco smisurate. Spostarle richiede l’uso di parecchi buoi, tempi lunghi e il rischio di rimanere sotto il fuoco degli assediati. In Francia vengono costruiti i primi pezzi di calibro minore. Quando Carlo VIII nel 1494 cala in Italia dispone di un’artiglieria agile con carrette veloci tirate da cavalli; le palle, che prima erano di pietra, ora sono di ferro. Le mura, ancora alte ed esili, sono facilmente abbattibili da un colpo inferto alla base. Gli architetti progettano così mura più spesse e basse e le città sorgono in orizzontale e non in verticale.

Il Concilio di Firenze del 1439 e la caduta di Costantinopoli nel 1453 permise di recuperare centinaia di testi greci e bizantini e dal vicino Oriente arrivano «dotti insigni» che portano cultura.

Matura di conseguenza il pensiero di una città ideale. In seguito questa diventa città fortezza. Palmanova è costruita nel 1593 come baluardo contro i Turchi. Un poligono regolare con 18 strade radiali, 3 porte, cinto da un largo fossato.

Fra i vari dibattiti artistici del Rinascimento troviamo il famoso paragone fra le arti, l’interpretazione antropomorfica dell’architettura e anche quello sulla città ideale.

Il primo che affronta l’argomento è Leon Battista Alberti. In De re aedificatoria scritta nel 1452 e pubblicata nel 1458 presenta la «strutturazione generale dell’impianto urbanistico» e dopo affronta il problema dei singoli elementi e la loro funzionalità. Quest’ultima è essenziale e si esprime «nell’ornato, nell’euritmia, nelle proporzioni degli edifici, delle piazze e delle strutture decorative».

Filarete nel progetto di Sforzinda presenta una città maggiormente articolata, «babelica e nembrotica», a forma stellare. Nei Trattati di Giorgio Martini del 1492 il tessuto urbano prende una forma antropomorfa. Francesco di Giorgio invece propone una città radiocentrica e utopica, pensiero che viene a cadere in Leonardo (vedi Codice Atlantico ’90-’97) per diventare «struttura organica, corpo vivo».

A metà del Cinquecento nei trattati si nota la prima divisione fra architettura militare e civile. Citiamo Giovan Battista Bellucci con il suo Nuove invenzioni di fabricar fortezze di varie forme del 1598 e in seguito Bartolomeo Ammannati e Giorgio Vasari il giovane.

All’architettura militare appartiene Terra del Sole che ora è inglobata a Castrocaro Terme. Una città ideale secondo monsignor Enzo Donatini che per primo gli dedica un corposo volume per le edizioni del Girasole nel 1979. Siamo «all’imbocco della Valle dell’Acquacheta, – scrive l’arciprete – più volte percorsa dall’Alighieri, ghibellin fuggiasco». Una valle della Romagna fiorentina. Qui si trovano ascendenze etrusche, celtiche, romane, cristiane e bizantine.

Nella prefazione l’autore scrive (siamo oltre quarant’anni fa): «In un mondo in cui gli uomini appaiono sempre più violenti, egocentrici, asociali, inquinanti e speculatori, in un mondo sempre più permissivo, arbitrario e sudicio, il messaggio di questa città ideale costituisce un appello permanente e ammonitore, uno stimolo» per il rispetto per l’uomo, per la creazione di una società dignitosa e con un buon rapporto fra uomo e ambiente.

Il libro è appassionante (lo potete trovare ancora su sito di Maremagnum) anche se ovviamente un po’ datato. Magari in loco trovate pure alcune copie autografate, come la mia acquistata nel 1991.

Donatini ricorda i teorici: Tommaso Campanella con La città del Sole del 1502, San Tommaso Moro con Utopia del 1516, Anton Francesco Doni con il Mondo savio e pazzo del 1548, Pietro Cattaneo con I primi quattro libri dell’architettura del 1554 e Giovanni Lanteri con i Dialoghi di disegnare le piante delle fortezze del 1577.

Le origini di Terra del Sole sono controverse, anche se ultimamente sono stati ritrovati alcuni documenti messi a disposizione e sviscerati dagli studiosi Antonio Zaccaria ed Andrea Bandini e reperiti negli archivi di Castrocaro e Firenze.

Nel 1564 Cosimo de’ Medici arriva a Castrocaro con la pianta di una nuova fortezza creata da lui. Era accompagnato da Giovanni Camerini. Il 9 novembre dello stesso anno Francesco de’ Medici, che aveva dato a Cosimo la cura dello Stato, scrive al commissario di Castrocaro che aveva affidato l’edificazione del castello all’ingegnere Lorenzo Perini e al provveditore Giovanni Camerini. Morto Camerini. Subentra nella direzione della fabbrica nel 1571 Baldassarre Lanci e Simone Genga che lo porta a compimento nel 1579. La data esatta dell’inaugurazione del cantiere la si evince da un appunto di Corbizio Corbizi ed è l’8 dicembre 1564.

La responsabilità del cantiere era dell’ingegnere Giovanni Camerini; l’organizzazione logistica del Provveditore Lorenzo Perini e del suo vice Jacopo Guerrazzi assieme alla fornitura dei materiali e alla gestione finanziaria; del camerlengo Lionardo da Nipozzano, poi sostituito da Antonio Cocchi, la gestione dei pagamenti.

Il nome di Terra del Sole, dopo varie ipotesi, è dato proprio da Francesco de’ Medici come si evince da una lettera del provveditore Perini del 9 dicembre 1564. Il nome scelto dai Medici era semplicemente Il Sole e in seguito, nei documenti ufficiali, diventa Castello, Fabbrica per stabilizzarsi infine come Terra.

Terra del Sole è contornata da mura alte 13 metri che cingono la città a pianta rettangolare. All’interno ci sono i castelli del Capitano e delle Artiglierie, il Palazzo del provveditore, la chiesa di Santa Reparata e il palazzo Pretorio. Da notare che palazzo Pretorio, sede dei commissari granducali, e la chiesa si trovano uno di fronte all’altro in un equilibrio di poteri.

L’impianto urbanistico è modulare a schiera con la tipica gronda alla toscana: Due i borghi, quello Romano lungo 94 metri e quello Fiorentino lungo 89. Il primo era ad uso militare e il secondo civile. L’altezza delle case è di 9 metri uguale alla larghezza della strada, con un rapporto volume-spazio ideale, leonardesco.