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Viale dei ciliegi

/ 04/03/2024
Letizia Bolzani

Victor D.O. Santos – Anna Forlati, La cosa più preziosa, Terre di Mezzo (Da 5 anni)

In un momento in cui ai bambini si parla praticamente di tutto, con libri su argomenti anche complessi, o delicati (morte, filosofia, sessualità, diritti civili, politica, ecc.), stupisce la scarsità di libri sul linguaggio, o meglio sulla sua concreta manifestazione umana, la lingua che parliamo. La lingua è lo strumento più importante che abbiamo, perché è trasversale a tutte le altre competenze, dà forma a tutte le situazioni della nostra vita, ci caratterizza come esseri umani. Si parla di tante cose ai bambini, ma si parla poco delle parole. La lingua è davvero «la cosa più preziosa», come dice il titolo di questo bell’albo, il quale esce con la collaborazione dell’UNESCO, che intende richiamare l’attenzione sul valore delle lingue, sulla loro «preziosità» appunto, perché quando una lingua muore «con essa può morire anche una cultura». Tant’è che l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha proclamato per il periodo 2022-2032 il Decennio Internazionale delle lingue indigene. Victor D.O. Santos è un linguista, e qui sceglie di rivolgersi ai bambini facendo parlare la lingua in prima persona, la quale presenta vari aspetti di sé, ma senza mai nominarsi, se non alla fine, così che il libro ha un andamento a indovinello: «Sono in circolazione da molto, molto tempo […] sono la cosa più preziosa, ma puoi trovarmi dappertutto […] sono sicura che oggi mi hai vista. O mi hai sentita […] posso dimostrarti amore. O anche ferirti…» e solo all’ultima pagina questa misteriosa protagonista si svelerà: «io sono la lingua». Sarà interessante, allora, rileggere più e più volte il libro, soffermandosi su ogni affermazione che la lingua fa su sé stessa, magari discutendone con gli adulti, a casa o a scuola, e provando ad approfondirle, a estenderle, a farle proprie. Le illustrazioni di Anna Forlati, evocative e simboliche, si prestano bene anch’esse a una lettura a più livelli. La cosa più preziosa è in via di traduzione in 19 lingue, in italiano questo albo è stato tradotto da Vera Gheno, autorevole linguista e saggista, che ne ha firmato anche la postfazione.

Erika Belfanti, Ti proteggerò, Bohem Press (Da 2 anni)

Un libro semplicissimo, ma ricco di tenerezza e di calore. Lo immaginiamo sfogliato insieme, da adulti e bambini, con i piccoli tenuti in braccio, proprio come si vede fare da ogni genitore animale, che, pagina dopo pagina, tiene vicino il proprio cucciolo. Gli scoiattoli nella loro tana sull’albero, le linci dentro la cavità di un altro albero, i cigni sulla riva del lago, e poi nella grotta gli orsi, e sul prato le volpi, i ricci, i cerbiatti, gli animali raffigurati sono tanti, ogni coppia genitore-cucciolo è ritratta in un atteggiamento placido ma anche illuminato dall’amore, e intanto il tempo scorre, cambiano le stagioni e cambiano i colori. Il trascorrere e trascolorare dei giorni è reso certamente dalle immagini, ma anche dalle parole, poche e lievi, con cui Erika Belfanti accompagna il ritmo delle sue illustrazioni: «Ti proteggerò in inverno, quando la neve cade silenziosa, le notti sono lunghe e limpide / e i laghi hanno lo stesso colore del cielo. / Ti proteggerò in primavera, quando il sole riscalda i tronchi degli alberi, / il vento porta con sé il profumo dei fiori appena sbocciati / e la terra fa nascere dolci frutti…» e così via, lungo il corso dell’anno e del tempo, in modo che i piccoli lettori possano familiarizzarsi con il mutare della natura secondo le stagioni. E gli adulti abbiano parole per esprimere, nel momento così intimo della lettura, il bene che provano per i loro cuccioli. Ma, oltre a questo, il valore del libro sta nella sua funzione rassicurante (per i piccoli, e forse pure per i grandi), ben espressa dal futuro ricorrente «ti proteggerò», che non è solo un «ti proteggo ora che ti tengo in braccio leggendoti il libro», ma è esteso al domani, è «ti proteggerò finché tu vorrai», come leggiamo nell’ultima pagina, l’unica dedicata a una mamma e a un bimbo umani, in cui si prefigura dolcemente che un giorno «diventerai grande», e che sarà amore anche lasciarti andare.