azione.ch
 


Con «Azione» al LAC 

«Azione» mette in palio alcuni biglietti per lo spettacolo La Sagra della Primavera / common ground[s] in programma al LAC giovedì 29 febbraio alle 20.30 nella Sala Teatro.

Per partecipare al concorso inviate una mail a giochi@azione.ch, oggetto «Primavera» con i vostri dati (nome, cognome, indirizzo, no. di telefono) entro domenica 25 febbraio alle 24.00.


L’opera di Pina Bausch al LAC

Salomon Bausch racconta l’arte di far vivere l’eredità della madre all’insegna della condivisione e dello scambio attraverso la sua fondazione
/ 19/02/2024
Natascha Fioretti

«A volte è semplicemente lavoro. Il valore aggiunto, la soddisfazione arrivano con progetti come questo – lo spettacolo che mette insieme in due tempi La Sagra della Primavera e common ground[s]. In questo momento siamo in tournée ed è bello realizzare, toccare con mano l’effetto che lo spettacolo ha sul pubblico. Ma anche per gli attori sulla scena, per i danzatori e le danzatrici è un bel momento di confronto, di scambio, di crescita e osservare tutto questo è molto gratificante. Quando tutto funziona, insomma, ti rendi conto che è un grande privilegio vivere tutto questo; al tempo stesso riesco a percepire, a sentire vicino il lavoro di mia madre e questo per me è molto bello». 

A dirlo è Salomon Bausch, classe 1981, figlio di Pina Bausch e fondatore della Pina Bausch Foundation, realtà nata all’indomani della morte della grande coreografa e ballerina tedesca, innovatrice della danza con il suo ensemble Tanztheater Wuppertal nato nel 1973. È grazie a lui e al lavoro della fondazione se l’opera di Pina Bausch continua a vivere e ad essere rappresentata sul palco e se avremo modo di assistere anche noi qui a Lugano i prossimi 28 e 29 febbraio nella Sala Teatro del LAC a quello che è stato il suo lavoro coreografico più importante, diventato un’opera chiave del suo repertorio e del suo concetto di teatrodanza in cui gli elementi recitativi come l’uso della parola e del gesto teatrale si uniscono al movimento e alla danza perseguendo precise finalità drammaturgiche. Nei lavori di Pina Bausch i danzatori della sua compagnia sono coinvolti nella creazione delle pièces attraverso l’improvvisazione ed è per questo che per loro è stata coniata la parola «danzattori». 

Salomon Bausch subito all’inizio della nostra intervista ha fatto riferimento al lavoro e ci ritorna quando gli chiediamo di scegliere due o tre parole per descrivere quanto vedremo in scena tra qualche giorno. «La prima parola che mi viene in mente è “scambio”, soprattutto se penso al duetto che vede protagoniste Germaine Acogny e Malou Airaudo nello spettacolo common ground[s] . Poi penso alle parole “curiosità” e “lavoro”. Sì, perché alla base di tutto c’è un lavoro costante fatto di prove e impegno». Parole che mi hanno fatto venire in mente un’intervista fatta a Pina Bausch nel 2004, in cui i giornalisti Andreas Wilink e Ulrich Deuter le chiesero se il successo per lei era un tema importante. Lei rispose: «Non ho niente di cui parlare oltre al lavoro. E questo perché il teatrodanza è uno spettacolo dal vivo. Questa è la parte difficile o la parte bella. Anche se è stata una meravigliosa serata condivisa insieme, questa serata è unica e irripetibile. In questa vivacità risiede l’essenza del mio lavoro». Pina Bausch poi continua sottolineando la grande dedizione, la forza e la volontà che ci vogliono ogni volta nella cura dei dettagli, delle piccole cose finché si crei il giusto feeling. Il suo è sempre stato un lavoro fatto di tante emozioni e ripartenze, di timori anche. «A volte ho paura, altre sono emozionata, a volte posso rallegrarmi che qualcosa sia andato bene – e poi dopo uno spettacolo o dopo le prove espiro, lascio andare».

Tornando al presente, Salomon Bausch sottolinea come La Sagra della Primavera di Pina Bausch sulla favolosa musica di Igor Stravinsky sia andata in scena per la prima volta il 3 dicembre del 1975 all’Opernhaus di Wuppertal segnando un cambio di paradigma nell’estetica del teatro. «Credo sia un’opera che per mia madre ma anche per la sua compagnia è sempre stata molto significativa. Era uno spettacolo che andava in scena regolarmente e che come pochi altri ha girato il mondo con un grande impatto sugli spettatori, ma anche sui danzatori e le danzatrici che venivano profondamente toccati da questa esperienza. E posso dire che vale ancora oggi. In questi giorni con la nostra produzione siamo in California, qualche settimana fa eravamo a Los Angeles, in questo momento siamo a Berkeley. La Sagra della Primavera insieme a Café Müller andò in scena a Los Angeles nel 1984 in occasione delle Olimpiadi. C’ero anch’io, anche se ero molto piccolo. E, insomma, a teatro qualche giorno fa ho incontrato persone che mi hanno raccontato di esserci state allora e di quanto gli fosse piaciuto; altri mi hanno raccontato di essersi persi l’occasione nell’84 e di essere felici di aver avuto ora l’opportunità di vivere questa speciale esperienza».

Dall’Africa a Lugano

La Sagra della Primavera che andrà in scena al LAC e rappresenterà un primo tempo dello spettacolo, sarà interpretata da una compagnia di danzatori provenienti da quattordici Paesi africani. Fedele alla composizione di Stravinsky, la coreografia mette in scena un rituale, il sacrificio di un «prescelto» che trasforma l’inverno in primavera. Uomini a torso nudo e donne in abiti leggeri danzano un rito sacrificale asciutto e violento su un palcoscenico ricoperto di terra.

Nel secondo tempo ci sarà il duetto di due pesi massimi della danza, quello delle coreografe e docenti Germaine Acogny e Malou Airaudo. Classe 1944 la prima, originaria del Benin, classe 1948 la seconda, nata a Marsiglia, saranno protagoniste di common ground[s] un progetto che nasce dalla collaborazione della Pina Bausch Foundation con l’École des Sables (Senegal) – centro internazionale per le danze africane tradizionali e contemporanee – e Sadler’s Wells (Regno Unito).

La Airaudo – come ricorda Salomon Bausch – ha iniziato a lavorare con Pina Bausch sin dalla fondazione della compagnia nel 1973. «È stata uno dei volti più caratteristici, ha ballato i ruoli più importanti come ad esempio in Ifigenia in Tauride. Anche ne La Sagra della Primavera ha danzato nel ruolo della “prescelta” e, insomma, è sempre stata una delle danzatrici più importanti». Insieme sul palco la Airaudo e l’Acogny formano un binomio perfetto, sono «due poli energetici che si attraggono». Incredibile se si pensa alla loro età: «Sì, è davvero una magia quella che avviene in scena» commenta Salomon Bausch che sarà a Lugano con la compagnia a fine febbraio. 

Studi in giurisprudenza, il suo futuro in origine se lo era immaginato diversamente. Ma quando Pina Bausch muore nel 2009, il destino lo chiama e lui risponde impegnandosi totalmente per la Pina Bausch Foundation. Cuore della Fondazione, ci racconta, è il ricco archivio che comprende molti materiali scritti, ma soprattutto tanto materiale video, testimonianza preziosa del lavoro della ballerina e coreografa, utile a portare avanti il suo messaggio e il suo concetto di teatrodanza. Prezioso per studiare i suoi spettacoli, per raccogliere al meglio il suo insegnamento. Diversi materiali sono anche disponibili online: www.pinabausch.org.

Salomon Bausch ha raccolto l’eredità della madre, se n’è fatto portavoce per preservare ma soprattutto per condividere questo inestimabile patrimonio culturale con le altre compagnie che vogliono avvicinarsi e portare in scena le sue opere. «Non sono un ballerino, tantomeno un coreografo. Ad aiutarmi sono state le connessioni, le relazioni private che sin da giovane ho condiviso con il mondo di mia madre. Assistevo ai suoi spettacoli, viaggiavo con lei, ho incontrato e conosciuto molte persone. Da subito mi è stato chiaro che la conoscenza artistica e il sapere coreografico ce lo avrebbero messo altri. A me importa mettere in contatto le persone, creare occasioni di incontro, di scambio e lavoro condiviso. Talvolta il mio nome aiuta ad aprire delle porte. Per il resto, la mia professione mi diverte e ogni volta che nelle persone avverto le trasformazioni che nascono dal contatto profondo con l’opera di Pina Bausch, mi sento grato».