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Dove e quando

Revisited – CONSARC/GALLERIA, Chiasso e Mindscape – Fondazione Rolla, Bruzella, fino al 24 febbraio 2024.

Inoltre, segnaliamo l’apertura congiunta domenica 11 febbraio in presenza dell’artista:

dalle 11.00 alle 14.00 presso CONSARC/GALLERIA

dalle 15.00 alle 18.00 presso la Fondazione Rolla.

Per info:

www.rolla.info;

www.galleriaconsarc.ch


Una doppia personale per Christof Klute

La Galleria Consarc e la Fondazione Rolla omaggiano il fotografo tedesco che l’11 febbraio – nelle due sedi – incontrerà il pubblico
/ 05/02/2024
Gian Franco Ragno

Due spazi storici dedicati alla fotografia nel Mendrisiotto, la Galleria Consarc a Chiasso e lo spazio Kindergarten della Fondazione Rolla a Bruzella, presentano una doppia personale del fotografo tedesco Christof Klute nato nel 1966 a Münster. Ne avevamo già parlato, senza però andare in profondità, in occasione del nostro articolo apparso su «Azione» lo scorso 22 gennaio in omaggio a Daniela Giudici e ci torniamo con piacere per due motivi: la permanenza della doppia personale è stata estesa fino a fine febbraio e poi l’undici febbraio nei due spazi – in due momenti diversi – sarà presente l’artista e sarà data, dunque, la possibilità di incontrarlo.

Ogni progetto del fotografo tedesco è di fatto legato ad un luogo e ad un protagonista, individuato nelle sue letture

Proveniente da studi universitari nel campo della filosofia e della teologia, Christof Klute ha proseguito il suo percorso in Germania, a Düsseldorf, in una delle più importanti scuole di fotografia al mondo, die Düsseldorfer Schule der Fotografie, guidato dai maestri Bernd e Hilla Becher, nonché da Thomas Ruff. È stata questa sua doppia formazione a permettergli di individuare i suoi soggetti in modo originale rispetto a gran parte dei suoi contemporanei. Mentre il mondo della fotografia si muoveva, negli anni Duemila, andando a caccia di tracce della globalizzazione per poi andare oltre il dato fisico e spingersi in sperimentazioni digitali, Klute si muoveva in direzione opposta e con passo lento. Negli spazi in cui il pensiero occidentale è avanzato con le sue conquiste ideali, Klute ha trovato la forza nella riflessione e nella meditazione, arrivando a realizzare alcuni dei suoi progetti utopici, soprattutto nel campo dell’architettura.

Ogni progetto del fotografo tedesco è di fatto legato a un luogo e a un protagonista, individuato nelle sue letture – siano essi pensatori (Ludwig Wittgenstein, Jean Jacques Rousseau, Walter Benjamin) siano essi artisti e architetti (Le Corbusier, Walter Gropius, Cesare Cattaneo).

Le riprese di ogni singolo progetto si racchiudono in una sequenza articolata di una decina o dozzina di immagini dall’identico impianto formale, ma dal forte legame interno che relaziona un’immagine all’altra, pur conservandone singolarmente una certa autonomia. In questa prospettiva, ogni progetto ha la necessità di un certo spazio per venir letto nel suo insieme.

Si tratti di spazi interni o esterni, da qui anche il titolo della mostra Mindscape (spazi mentali), l’artista nelle sue opere esposte a Bruzella prende in esame entrambe le dimensioni, si concentra su quei luoghi dove il pensiero, la progettazione, lo studio, e anche la meditazione hanno un ruolo centrale, predominante.

Negli spazi della Fondazione Rolla domina una prima sequenza che ritrae il paesaggio amato da Wittgenstein nel fiordo norvegese nei pressi di Skjolden, dove il filosofo si rifugiava a riflettere in un capanno, a cui fa eco una seconda sequenza negli interni di Villa Stonborough, la casa da lui progettata e costruita in ogni dettaglio nei pressi di Vienna nel 1928 per la sorella – entrambe riprese nel 2003. Sempre in Val di Muggio, troviamo un’altra sequenza peripatetica riguardante l’isola di San Pietro su lago di Bienne (2001), tra le mete preferite e luogo dell’anima del filosofo Jean-Jacques Rousseau nella seconda metà del Settecento.

I due spazi hanno dato a Christof Klute l’opportunità di esporre numerosi suoi progetti svolti nell’arco di un ventennio

A Chiasso, invece, il momento più innovativo è costituito da una sorta di mosaico di fotografie accostate l’una all’altra che hanno per protagonista la finestra dell’atelier di Paul Cézanne, al di là della quale c’è la montagna di Sainte-Victoire. Un’immagine che per l’artista rappresentava una personale sfida quotidiana alla ricerca di una sintesi formale. Nel progetto di Klute troviamo un leggero scarto tra una e l’altra ripresa che fa riecheggiare la complessa struttura dei piani delle nature morte del grande artista francese. In questa seconda personale che prende il titolo Revisited sono presenti diversi progetti al centro dei quali vi è la luce e la conseguente costruzione dello spazio. Si tratta di scatti raffiguranti ampie vetrate e scalinate dall’intelaiatura metallica, tipiche soluzioni di quel razionalismo architettonico dei primi decenni del Novecento, dove la forma spoglia si sposa con l’utopia di una società moderna.

Due progetti, uno a Chiasso ed uno a Bruzella, che hanno per tema Ticino: il primo segue le tracce del signor Geiser, protagonista de L’uomo nell’Olocene di Max Frisch, pubblicato nel 1979; siamo a Berzona, celebre buen retiro in Valle Onsernone di Max Frisch da metà anni Sessanta.

Il secondo, a Bruzella, riguarda forse il luogo dello spirito per antonomasia del Cantone, il Monte Verità di Ascona con le sue vivaci presenze, le sue utopie, simboleggiate qui in due piccole finestre della Casa dei Russi prima del recente restauro.

In conclusione, i due spazi hanno dato a Christof Klute la possibilità di esporre numerosi suoi progetti svolti nell’arco di un ventennio – solo in parte accennati in questo articolo – di cui non si può che segnalare una straordinaria coerenza tematica attorno al tema dell’uomo, alla sua ricerca di espressione e spiritualità.