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Galleria Consarc, fiore all’occhiello della fotografia
In ricordo ◆ Omaggio a Daniela Giudici che con il marito Guido ha dato vita al centro chiassese, culla di molti fotografi ticinesi
Gian Franco Ragno
A poca distanza dalla scomparsa di Alberto Flammer (che abbiamo ricordato nel numero di Azione del 20 novembre), la fotografia ticinese ha visto in questo inizio anno lo spegnersi di un’altra figura importante. Ideatrice della Galleria Consarc con il marito Guido, Daniela Giudici è stata – e purtroppo dobbiamo usare un tempo passato – una presenza indimenticabile della cultura visiva e artistica regionale.
Da fine anni Ottanta, lasciati i rispettivi impieghi, Daniela e Guido hanno creato e animato, con passione instancabile e inscalfibile, uno spazio ricavato da una vecchia camiceria a pochi passi dalla frontiera e dalla ferrovia. Per oltre trent’anni ne hanno fatto un punto di riferimento della fotografia ticinese e non solo. Una galleria e un laboratorio dedicati esclusivamente alla fotografia: un’impresa coraggiosa e pionieristica, in un periodo ben lontano da quello che si registra oggi, con la fotografia onnipresente tra esposizioni, pubblicazioni e festival di ogni genere.
Con straordinaria caparbia e regolarità i Giudici hanno proposto alla Galleria Consarc decine di autori di diversa estrazione: esposizioni piccole e intense, allestite sempre con gusto e cura – oltre che con grande professionalità data anche dal laboratorio, oggi condotto da Andrea Longo. A guidare le scelte, come detto, sempre la passione per la scoperta.
Nel 1990 hanno iniziato con le fotografie inedite di Max Huber, ispiratore del museo cittadino, e via via abbiamo visto passare negli anni molta scuola italiana del paesaggio, come Gabriele Basilico, Francesco Radino, Mario Cresci e il più giovane Maurizio Montagna; autori svizzeri esposti in prestigiose sedi nazionali (come Andreas Seibert, Georg Aerni, Annelies Štrba e Beat Streuli); molti artisti ticinesi già più affermati (Stefania Beretta, Mariapia Borgnini, Alberto Flammer, Paolo Foletti, Flor Garduño, Giuseppe Luisoni, Francine Mury, Roberto Raineri-Seith) e autori svizzeri mai passati in Ticino (F&D Cartier, Jean-Marc Yersin, Nicolas Savary). Per non citare i tanti giovani artisti che hanno mosso i primi passi incoraggiati proprio dai coniugi Giudici. La Consarc ha sostenuto una nuova generazione di fotografi locali (Simon Brazzola, Giuseppe Chietera, Simone Mengani, Igor Ponti, Domenico Scarano, Christian Tagliavini, Fabio Tasca), e altri giovani italiani (Alessandra Calò, Filippo Brancoli Pantera). Nello spazio chiassese ha avuto inizio la parabola internazionale di Gianpaolo Minelli e Massimo Vitali che proprio qui per la prima volta ha esposto le sue celeberrime Spiagge, copertina del catalogo di Arles nel 1997.
Sempre in cerca di collaborazioni e nell’interesse di fare rete, prima ancora della Biennale dell’Immagine di Chiasso, Daniela e Guido diedero vita all’Autunno fotografico, che nel 2014, tra le prime volte in Europa, ha portato l’opera di Vivian Meier, autrice riscoperta e oggi notissima, così come autori dalla fama mondiale, tra tutti Edward Burtynsky, Michael Wolf e molti altri. Attualmente, in collaborazione con la Fondazione Rolla, la Galleria Consarc nella mostra in corso fino a fine gennaio ripropone il fotografo tedesco Christof Klute (sua la fotografia in pagina dal titolo Cezannes’ window I-XII – Aix-en-Provence 2021).
Presenti anche al prestigioso Recontres de la photographie di Arles, i coniugi Giudici sono stati uno dei cuori pulsanti che hanno fatto della piccola Chiasso un laboratorio culturale conosciuto in tutta la Svizzera, cittadina di confine dal ricco e vivacissimo cartellone artistico, musicale e teatrale – nonché letterario.
Daniela Giudici (ritratta nella foto) era uno dei due motori di tutto questo imponente progetto. Dietro quella porta metallica dal sapore industriale, si entra in un vero e proprio centro culturale: non una galleria pretenziosa, dal finto prestigio bensì un luogo dove – con una tavola poggiata su cavalletti, in mezzo alle fotografie allestite come sfondo – si discute di tutto e si progetta la prossima iniziativa. Impossibile non ammirare e rimanere stupiti del tantissimo lavoro pro bono della coppia – che non solo interpretava i bisogni dell’attualità, ma se ne faceva carico.
Parlo qui di fotografia: non va dimenticato il grande impegno di Daniela per tante, tantissime cause sociali e soprattutto ambientali con Sos Ambiente Mendrisiotto, per i problemi noti e ancora attuali.
Come per molti, ho avuto la fortuna e l’onore di conoscere Daniela. In tanti abbiamo condiviso con lei la passione per la fotografia – non solo la bellezza ma anche lo sguardo aperto sul mondo, la visione e la speranza, la creatività e la denuncia. Abbiamo ascoltato le sue sempre ben argomentate preferenze, apprezzato la sua ospitalità, ci siamo divertiti con lei – come quanto ha messo le piantine di basilico accanto alle immagini di… Gabriele Basilico. E come molti sono convinto, per la qualità della proposta sua e del marito Guido, che avrebbero meritato più attenzione da parte delle istituzioni e del pubblico.
A Daniela, e a Guido, per quello che ci hanno proposto in questi anni, per averci aperto gli occhi al mondo – anche dall’interno di una ex-camiceria a pochi passi da via Soldini a Chiasso – non può che andare un profondo e sincero ringraziamento.
Per chi volesse visitare la mostra in corso su Christof Klute segnaliamo i contatti della Galleria per prendere appuntamento: galleria@consarc.ch e 091 6837949. www.galleriaconsarc.ch.