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Marcel Hug, campione in carrozzella
Altri campioni - Il 37enne della Svizzera Centrale è irraggiungibile: suoi i record su tutte le distanze nell’atletica leggera
Davide Bogiani
La serie di vittorie di Marcel Hug non si interrompe. Tokyo, Boston, Londra, Berlino, Chicago. Inizio novembre 2024: l’obiettivo di Hug è quello di battere il record nella maratona di New York. Terminerà i 42 km e 195 m con un tempo di 1:25:29, a soli 4 secondi dal record, già suo, stabilito l’anno scorso.
Marcel Hug ha un palmares incredibile. Pluricampione del mondo, paralimpico e tuttora detentore del record del mondo negli 800, 1500, 5000, 10’000 metri, nella mezza maratona e nella maratona. Nato nel Canton Turgovia con la spina bifida, ovvero con una lesione midollare congenita in cui la spina dorsale non si chiude completamente durante la gravidanza, il 37enne si avvicina allo sport in carrozzella quasi 30 anni fa. È attratto e sperimenta parecchie discipline sportive, quali il monosci, l’handbike, l’unihockey e l’atletica leggera. L’anno in cui si innamora di quest’ultima disciplina è il 1996, quando vince la sua prima gara di atletica sui 3 km. Da quel momento inanellerà una serie incredibile di successi.
Ma il talento, si sa, non è tutto. Per essere un grande campione, occorrono anche molta determinazione, forza di volontà e, non da ultimo, le competenze dell’allenatore. Il suo si chiama Paul Odermatt. È lo stesso Odermatt a scoprire Marcel. «Paul è una figura estremamente importante per me. Lavoriamo assieme da quasi trent’anni e assieme abbiamo raggiunto molti successi», afferma Marcel Hug.
Dopo la fine della scuola dell’obbligo, Hug svolge l’apprendistato di commercio e lavora un anno presso la ditta HUG AG. Poi la scelta: «Le vittorie si susseguivano con una certa regolarità. Ho acquisito sicurezza e ho deciso di fare il grande passo, ovvero quello di diventare professionista». Dal 2010 Hug abita a Nottwil e la sua palestra è presso il Centro Svizzero dei Paraplegici.
I ritmi di allenamento sono dettati da un calendario molto stretto, che è ancora più condensato per il fatto che Hug gareggia sia nelle brevi distanze sia in quelle lunghe, come la maratona. «Si tratta di un caso molto raro e che probabilmente rimarrà unico»; questo il commento dell’allenatore Paul Odermatt durante la presentazione del video su Marcel Hug, organizzata a fine ottobre a Bellinzona dal Gruppo Paraplegici Ticino. Solitamente, infatti, il successo di un atleta è tale in quanto è mirato alle medie oppure alle lunghe distanze. Marcel Hug domina anche negli sprint. Questo lo rende un atleta ancora più inavvicinabile.
Lago di Sempach, domenica 12 novembre. La temperatura dell’acqua è di 10 gradi. «Quando non sono in trasferta per le gare – ci spiega Hug – la domenica non mi alleno e mi dedico alla rigenerazione. Leggo, ascolto musica e, indipendentemente dalla meteo e dalla temperatura, mi immergo nelle acque del Lago di Sempach. Per me è un momento in cui riesco a essere in stretto contatto con la natura e, soprattutto nei mesi invernali, mi sento ancora più parte integrante dell’ambiente. È un rituale».
Qualche minuto di immersione e poi il ritorno sulla carrozzella. Il contatto con la natura, certo, ma Hug ci spiega in seguito che questo è anche un allenamento mirato all’attivazione della circolazione per contrastare i processi infiammatori grazie ai benefici dell’acqua fredda e, secondariamente, al rafforzamento mentale, attraverso degli esercizi di visualizzazione che mette in atto per riuscire a sopportare il freddo. Sono gli stessi esercizi che lo aiutano nelle condizioni difficili, quando in gara la situazione si fa complicata.
Un episodio particolarmente arduo si è ed esempio presentato durante la maratona ai Giochi paralimpici di Tokyo nel 2021. In testa alla corsa e proprio quando stava staccando l’avversario, Hug nota che qualcosa non va nella ruota. «Ho visto che si stava staccando un pezzettino di gomma del cerchio in cui viene data la spinta. È stata una situazione davvero sfortunata», spiega Hug. «Conoscevamo la topografia – aggiunge Paul – e sapevamo che ci sarebbe stata una salita prima dell’ultima discesa. Abbiamo studiato il profilo con molta attenzione e lo abbiamo visualizzato più volte con Marcel durante l’allenamento. Marcel sapeva che se fossero rimasti ancora due o tre avversari, per vincere avrebbe dovuto attaccare su questa salita».
Hug ha aumentato la velocità. «Ho pensato che dovevo semplicemente salire e non ho più prestato attenzione all’anello del corrimano. Poi ho notato che l’atleta cinese che mi seguiva era in difficoltà e non riusciva più a tenere il passo. Questa è una situazione critica che ho superato grazie alla mia forza mentale che mi ha portato a visualizzare il profilo topografico e a distogliere l’attenzione dal problema tecnico». E Marcel porta in Svizzera l’oro paralimpico. Lo stesso metallo lo metterà al collo anche negli 800, 1500 e 5000 metri.
Preparazione fisica, pianificazione degli allenamenti, momenti di recupero e messa a punto della carrozzella. Questi gli elementi per il successo. E a proposito di attrezzatura, lo sponsor di Marcel Hug, ovvero Orthotec, alcuni anni prima delle paralimpiadi di Tokyo decide di avventurarsi in un percorso unico. Chiede alla sezione di Formula 1 della Sauber di creare una carrozzella sportiva. «La carrozzella venne studiata nei minimi dettagli, dai materiali in carbonio leggerissimi fino ai test nella galleria del vento per capire come ridurre l’attrito», spiega Hug. Ed è stato un successo.
Il percorso dal Lago di Sempach all’abitazione di Marcel a Nottwil è breve. Stiamo arrivando alla fine della chiacchierata e alle proverbiali domande di rito. Per quanto tempo gareggerà ancora Marcel Hug? «Difficile fare delle previsioni. Nella mia carriera ho vinto tutto quanto c’era da vincere. Ora pianifico i miei appuntamenti sportivi di anno in anno e questo mi permette di essere sempre molto concentrato e focalizzato. Mi sto proiettando alle Paralimpiadi di Parigi 2024 e chissà, magari quelle del 2028 di Los Angeles potrebbero diventare la copertina di fine carriera.»
Sarà il futuro a dare delle risposte sul numero di pagine di questa biografia che ha dell’incredibile.
Così come incredibile è la volontà di Marcel Hug di motivare bambini e ragazzi in carrozzella a praticare sport, a porsi degli obiettivi ambiziosi. A vincere l’inerzia per far scoprire un mondo fuori dalla disabilità ricco di emozioni e traguardi ambiziosi. Grazie, Campione!