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Carrie Bradshaw e le altre hanno perso lo smalto

Serie  ◆  La nuova stagione del sequel di Sex & The City delude le aspettative e non sfata il cliché dell’età
/ 09/10/2023
Virginia Antoniucci

Nella società in cui le donne sembrano essere dotate di una scadenza impressa sulla pelle And Just Like That, il reboot di Sex and the City, solleva il suo «Cosmopolitan» e sussurra che sì, c’è vita oltre la fatidica soglia dei cinquanta. E non c’è nulla di monotono in questo universo: esplode di colori, risate e ci rivela che c’è una lezione da imparare a ogni età.

Nonostante ci sia chi ha storto il naso dubitando di voler vedere le sue eroine invecchiate, Carrie, Charlotte e Miranda (senza Samantha) hanno appena chiuso il sipario sulla seconda stagione di And Just Like That, al primo posto nella classifica Max Original andata in onda quest’estate anche su Sky Italia e Svizzera.

Con alle spalle il trionfo del leggendario Sex and the City, le aspettative per And Just Like That erano stellari, ma con quelle iconiche calzature Manolo Blahnik è facile inciampare nei cliché. Dietro gli sfavillanti abiti haute couture che sfidano ogni logica – chi mai indosserebbe un abito da gala Moncler in mezzo a una tempesta di neve? – lo show si esibisce in un tango audace tra l’affrontare l’invecchiamento con ironia e il divenire un elenco di tutto ciò che si potrebbe trovare digitando «problemi della mezza età» su Google.

Il cinquanta è un numero importante che può confondere, ma, per quante volte si sia parlato di apparecchi acustici e colonscopie, nello show vengono ritratti come i nuovi settanta. E se si sono già superati, come nel caso di Enid – spesso usata come misura di confronto per l’anzianità – , si viene trattati come fossili del paleolitico.

Per quanto sia liberatorio vedere delle donne mature al posto dei soliti protagonisti di teen drama, And Just Like That sembra più un atto di espiazione per gli errori del passato di Sex and the City che una rivoluzione vera e propria. Le protagoniste stringono finalmente amicizia con donne di etnie differenti – Seema è il vero ingrediente segreto di questa stagione – , Miranda lascia il marito Steve per Chez Diaz, persona non binaria, Charlotte deve fare i conti con l’idea che sua figlia adolescente metta in discussione il proprio genere e Carrie Bradshaw, da effervescente colonnista sul sesso, riesce a malapena a parlare di masturbazione.

La caccia in tacchi a spillo alla persona Giusta si è tramutata in una guerra di logoramento, un’odissea che ogni single conosce bene: c’è chi rovista nell’armadio in cerca di ex da provare ancora, chi sperimenta il dating online o il sexting. Un ritratto fedele della New York del 2023, in cui però Carrie e le sue amiche vagano confuse da un episodio all’altro come si fossero svegliate da un sonno lungo vent’anni e avessero appena appreso dell’avvento dei social o della crisi economica.

Sembra quasi impossibile che le stesse icone che sono state la bussola della sessualità femminile negli anni Duemila, siano sorprese da ciò che scorgono nei loro appartamenti milionari. Manca un po’ di schietta realtà per staccarle dai loro piedistalli e farci sentire parte del loro mondo ormai troppo patinato, così da chiederci, ancora una volta, chi ci rispecchia di più tra Carrie, Charlotte e Miranda.

And Just Like That si propone come capitolo successivo di Sex and the City, ma mentre la prima stagione ci faceva abbracciare le nostre età, dissolvendo le ansie del crescere per le generazioni future, concluso l’episodio finale del reboot rimane una domanda sospesa nell’aria: «C’è almeno un lato positivo nell’invecchiare?».

Se Carrie, regina delle strade di New York a braccetto della sua Fendi Baguette, sembra il fantasma di ciò che era, è ovvio preoccuparsi di come delle persone comuni possano stare al passo con i tempi. E mentre nei film di Hollywood vediamo Michelle Yeoh e Jamie Lee Curtis, vincere gli Oscar e godersi ruoli follemente divertenti a sessant’anni, in TV sembra che la paura di compiacere lo spettatore imbavagli anche gli sceneggiatori più temerari.

Gli episodi di And Just Like That sono così ansiosi di dimostrare che la vita oltre i cinquanta sia tutto fuorché noiosa, che si sono dimenticati di accennarne i lati positivi, arrivando a sfoderare l’asso nella manica nell’ultima puntata in cui anche i cuori più duri capitolano. Samantha Jones, in un cameo di un battito di ciglia, ma pagato a peso d’oro, ci fa cavalcare l’onda dei ricordi e scendere una lacrima alla conferma di una terza stagione.

In un 2023, in cui anche il muro dell’età sulle passerelle si sta scalfendo con il ritorno di top model come Naomi Campbell o il debutto dell’emergente trentottenne Alana Hadid (onestamente, quante sorelle sono?) alla Copenaghen Fashion Week, abbiamo terreno fertile per una sceneggiatura più audace che non bussi timidamente ogni domenica alle porte delle nostre case, scusandosi per il disturbo.

Carrie Bradshaw dovrebbe disturbare, anzi, deve farlo, proprio come ha sempre fatto. E nella terza stagione, incrociamo le dita e stringiamo le nostre Louboutin con forza, nella speranza di non rivedere la Carrie del passato, ma di incontrare la donna che merita di essere a cinquantacinque anni, con tutte le rughe che solo l’esperienza può portare.

Le tre protagoniste in uno scatto: Sarah Jessica Parker nei panni di Carrie Bradshaw, Cynthia Nixon in quelli di Miranda Hobbes e Kristin Davis nei panni di Charlotte York Goldenblatt.