azione.ch
 


Incontri informativi

Monte Ceneri – 4 ottobre, 14.30, Centro diurno Rivera
Osogna – 5 ottobre, 14.00, Sala polivalente Istituto scolastico
Gambarogno – 12 ottobre, 14.00, Municipio
Chiasso – 13 ottobre, 14.00,Sala del Consiglio Comunale
Carena, Val Morobbia – 25 ottobre, 14.00, Protezione civile
Besso – 6 novembre, 17.00, Sala multiuso scuola elementare
Massagno – 8 novembre, 14.00, Salone Cosmo
Monte Carasso – 30 novembre, 14.00, Centro incontro anziani.


Riappendete subito per evitare la truffa

Anziani – I raggiri telefonici fatti con chiamate shock sono un fenomeno in crescita, al via una campagna nazionale di prevenzione
/ 02/10/2023
Stefania Hubmann

Notizia scioccante con richiesta di denaro uguale truffa. È questa la formula che bisogna tenere presente quando si risponde a una chiamata telefonica che comunica una situazione di emergenza in cui si trova un familiare, situazione risolvibile pagando. Questo anche quando l’interlocutore si presenta come un agente di polizia o un medico. La nota «truffa del falso nipote», che colpisce nell’intera Svizzera soprattutto le persone anziane, è in rapida crescita con continua evoluzione dei contenuti, ma non della sostanza. Attualmente le sue varianti sono appunto quelle del poliziotto, del primario, dell’avvocato. Per insistere sulla prevenzione parte oggi la campagna nazionale Niente panico! Riappendete subito! lanciata dalla Prevenzione svizzera della criminalità e dai Corpi di polizia cantonali e comunali (chiamate-shock.ch). L’iniziativa – comprendente uno spot televisivo, manifesti, volantini ed espositori da tavolo – è sostenuta dalla Conferenza delle direttrici e dei direttori dei dipartimenti cantonali di giustizia e polizia (CDDGP) e da Pro Senectute Svizzera. Quest’ultima presenta pure i risultati di uno studio sugli abusi finanziari ai danni degli over 55 realizzato negli scorsi mesi. Dati che, per la principale organizzazione nazionale di servizi e prestazioni per le persone anziane e i loro familiari, evidenziano «tendenze allarmanti».

Shock è la parola chiave di queste chiamate il cui schema è sempre il medesimo. Una presunta figura autorevole comunica, senza accento e con un linguaggio appropriato alla sua presunta funzione, una notizia scioccante (falsa) che provoca nella vittima uno stato di stress: indotto dall’interlocutore proprio perché in preda a forti emozioni, è più difficile agire razionalmente e la disponibilità ad aiutare con il denaro è di conseguenza più elevata. «Lo shock è di regola doppio al momento in cui si comprende di essere stati raggirati», spiega il sergente maggiore Patrick Cruchon del Servizio comunicazione media e prevenzione della Polizia cantonale che ha già condotto quest’anno una serie di incontri informativi in collaborazione con Pro Senectute Ticino e Moesano e altre associazioni attive sul territorio. «Il sentimento di vergogna non deve impedire di parlare dell’accaduto e di sporgere denuncia – prosegue Patrick Cruchon – perché alla Polizia serve ogni possibile informazione per cercare di intervenire con tempestività». Alle notizie delle truffe messe a segno si aggiungono infatti sempre più anche quelle di arresti connessi a queste fattispecie, come avvenuto ancora il 13 settembre scorso a Maggia.

«Riappendete subito!» è quindi quanto invita a fare la campagna di prevenzione che punta a consigliare la popolazione su come agire in questi casi. Suggerimenti che passano attraverso uno spot televisivo nel quale è messa in scena una chiamata shock (trasmesso da oggi sui canali RSI, SRF e RTS), manifesti, volantini ed espositori da tavolo. Questi ultimi riassumono sul retro le principali raccomandazioni: non fatevi mettere sotto pressione, interrompete subito la chiamata, contattate la persona indicata come vittima (per vedere se va tutto bene), non consegnate mai contanti o altri oggetti di valore (gioielli, orologi) a una persona che non conoscete, segnalate la truffa in polizia. «Il materiale della campagna e in particolare l’espositore da tavolo – aggiunge il rappresentante della Polizia cantonale – è disponibile agli sportelli dei posti di polizia, ma può venire richiesto anche per essere esposto in luoghi sensibili, penso ad esempio a banche, farmacie, negozi di paese». Da parte sua Pro Senectute – precisa Laura Tarchini, responsabile della comunicazione di Pro Senectute Ticino e Moesano – «finanzia una campagna di affissione a livello nazionale, oltre a distribuire il materiale attraverso i propri canali di consulenza».

Il problema delle chiamate shock ai danni degli anziani è per gli addetti ai lavori di grande attualità e va affrontato rapidamente. I dati danno loro ragione. Ancora Patrick Cruchon per quanto riguarda il Ticino: «L’anno scorso abbiamo registrato 22 truffe consumate per un danno complessivo di 800mila franchi. La media matematica di circa 36mila franchi a truffa è indicativa dell’ingente importo che viene chiesto alla singola vittima, appartenente a una fascia di popolazione vulnerabile». A spingere per una campagna di prevenzione di carattere nazionale sono i dati a livello svizzero di quest’anno che indicano come nel 2023 siano già state registrate oltre 2800 chiamate shock il cui danno economico ammonta a 8 milioni di franchi. Il numero di casi risulta essere tre volte superiore a quello dell’anno scorso.

Una conferma sul fenomeno degli abusi finanziari nel loro insieme ai danni degli anziani giunge dai risultati dello studio realizzato quest’estate dall’Institut de lutte contre la criminalité économique della Scuola universitaria di Neuchâtel per conto di Pro Senectute Svizzera. L’indagine stima le perdite economiche a circa 675 milioni di franchi all’anno, con un aumento di due terzi rispetto a cinque anni fa, quando venne commissionato un primo studio sul tema. In crescita anche la frequenza con la quale gli anziani vengono in contatto con attività criminali. Negli ultimi cinque anni infatti quasi quattro persone su cinque (il 78,2%), hanno subito un tentativo di frode. La maggior parte di loro ha riconosciuto l’imbroglio, ma quasi il 20% è comunque caduto nel tranello. Peter Burri Follath, responsabile della comunicazione di Pro Senectute Svizzera, sottolinea che dallo studio emerge anche, quale dato principale, il netto aumento della criminalità informatica. «I tentativi di arricchirsi sfruttando questi mezzi sono quasi raddoppiati negli ultimi cinque anni, raggiungendo un totale pari al 52,3% delle persone intervistate. Come indica l’analisi dei dati, fra le possibili cause figura la pandemia, che ha contribuito a promuovere la digitalizzazione. Quest’ultima ha inoltre favorito una maggiore dipendenza degli anziani dalle relazioni di fiducia con terze persone, relazioni sfruttate per abusi finanziari che risultano i più ingenti dal punto di vista economico». «È quindi importante che le forme di prevenzione siano variate e sempre adattate alla realtà, come suggerisce il direttore di Pro Senectute Svizzera Alain Huber», conclude Peter Burri Follath, aggiungendo che è necessario promuovere anche maggiori discussioni in famiglia su queste problematiche. I risultati complessivi dello studio indicano che il numero di persone danneggiate è diminuito, ma i tentativi di abusi finanziari di vario genere aumentati, così come gli importi sottratti. Puntare sulla prevenzione è pertanto sempre attuale.

In Ticino la Polizia cantonale, insieme a Pro Senectute, ATTE e altre associazioni attive a favore degli anziani, ha promosso quest’anno con un successo crescente anche un’azione mirata. Fra gennaio e giugno 2023 sono stati organizzati dodici incontri informativi, raggiungendo circa 500 anziani. A settembre è già iniziato un nuovo ciclo di appuntamenti (vedi calendario a lato). Gli incontri, grazie anche alla possibilità di interazione in presenza, permettono di accrescere la consapevolezza dei partecipanti rispetto a varie tipologie di reato, dai borseggi ai furti nelle abitazioni, dalle vendite ingannevoli a domicilio alle frodi legate all’utilizzo di Internet e del telefono, sia esso fisso o cellulare.

Di fronte a truffatori sempre più scaltri e privi di scrupolo, la prevenzione tramite campagne e incontri, frutto della stretta collaborazione fra enti che operano a favore degli anziani e forze dell’ordine, resta un importante strumento di azione per evitare alle persone vulnerabili, oltre alla perdita finanziaria, una grande sofferenza.