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100 anni al servizio degli anziani

Nel 1920, quando in Ticino nasce Pro Senectute, la povertà era diffusa soprattutto tra gli anziani (l’Avs non esisteva ancora!). L’allora associazione aveva lo scopo di aiutare le persone anziane bisognose e lo faceva raccogliendo soldi tramite una colletta. Dal 1929 la Confederazione iniziava a sostenere la Fondazione con sussidi, diventati però più consistenti soltanto a partire dagli anni Sessanta-Settanta. Nel 1988, con l’annessione dei circoli di Calanca, Mesocco e Roveredo (prima in Pro Senectute Grigioni), nasce Pro Senectute Ticino e Moesano, che nel 1994 cambia statuto diventando una Fondazione. Gli anni che seguono sono contraddistinti da un rapido sviluppo di attività e servizi pensati per rispondere ai bisogni crescenti della popolazione anziana.

Pro Senectute è oggi la maggiore organizzazione di prestazioni e servizi attiva a favore delle persone anziane in Svizzera. Nel 2020 Pro Senectute Ticino e Moesano offre un vasto ventaglio di proposte per una vecchiaia attiva e dignitosa nonché numerose prestazioni di supporto al mantenimento a domicilio.

www.prosenectute.org 


Anziani e sessualità

Pro Senectute – La terza età non è più un periodo di decadenza, come in passato, ma una fase di vita che può riservare sorprese ed emozioni forti come quelle vissute in gioventù
/ 13/01/2020
Sara Rossi Guidicelli

L’amore non ha età. E neanche il sesso, diciamolo.
Con l’invecchiare della popolazione, si è scoperto che un’unica vecchiaia non esiste: non si sa dire quando comincia, non si possono prevederne sviluppi uguali per tutti, anzi, per certe persone è lì che inizia la vita. Negli ultimi anni sono arrivati al grande pubblico film e libri che raccontano di ultrasettantenni liberi, colti dall’amore, che si toccano e si scoprono sensibili come da giovani. Ovviamente la realtà è sempre molto più complicata che al cinema. Ma non per questo la sessualità degli anziani deve rimanere tabù. «Ci sono persone che iniziano relazioni “clandestine” a settant’anni perché non osano dirlo ai propri figli e nemmeno mostrarlo ai loro vicini di casa», racconta Miriam Benin, psicologa, psicoterapeuta, neuropsicologa che lavora per Pro Senectute Ticino e Moesano. «Hanno paura di essere giudicati». Ma perché? Perché per molti, la sessualità appartiene soltanto ai giovani. Perché si pensa che ogni età si possa rinchiudere in una casella prestabilita (dagli altri) e che così ci sarà più ordine nel mondo. Salute, bellezza e amore: un trio esclusivo. E invece no, i fatti dicono altro. 

La sessualità è spesso condizionata da ciò che la gente pensa, così come ne sono condizionate le definizioni di uomo e donna. Le persone anziane tendono a non essere più viste come esseri sessuati e i loro bisogni si smorzano talvolta più per motivi psicologici e sociali che non biologici. «Il desiderio dell’altro – prosegue la dottoressa Benin – non è correlato per forza alla sua fisicità e al suo corpo, ma piuttosto alla propria capacità di immaginare, provare emozioni e sensazioni che spesso sono legati a vissuti soggettivi e personali. Lo sguardo della persona anziana, se messo nella giusta condizione, riesce a non fissarsi sul particolare ma ad allargarsi ad una visione armonica dell’altro tanto da essere libero dall’influenza di modelli. Il corpo poi muta piano piano, nel corso degli anni; le persone hanno il tempo di integrare i propri cambiamenti e non hanno lo stesso punto di vista dei giovani, che a volte pensano di essere gli unici ad avere una vita sessuale attiva. Talvolta ancora permane quel mito del “vecchio saggio libero da ogni pulsione sessuale”, che sottintende che questa è la normalità e il resto aberrazione... Per fortuna ora cominciano a uscire film che raccontano anche di altri amori, meno “vendibili”, perché non rispecchiano i canoni odierni di performance, bellezza, giovinezza, perfezione. L’età media di vita si è allungata significativamente: sono in aumento i divorzi tra persone anziane e anche i nuovi amori; in casa anziani ne nascono molti più di quanto si possa immaginare...».

Uno stimolo dunque a riattualizzare i nostri modelli di giudizio, secondo la psicologa, che auspica una società più sensibilizzata, che permetta agli anziani, anche a quelli poco autonomi e bisognosi di assistenza, di continuare a essere persone, e quindi come tali ad avere diritto di vivere la propria affettività e sessualità senza limitazioni: «è molto importante per una soddisfacente qualità della vita sul piano fisico, psicologico e relazionale».

Anche nelle istituzioni, come le case per anziani, Pro Senectute ritiene non ci sia ancora sufficiente considerazione per poter esprimere liberamente i propri bisogni né per viverli in continuità con la propria vita precedente. 

«Nel confronto con studenti e professionisti dell’ambito socio-sanitario, che incontriamo nelle formazioni, sono emersi disagi nell’affrontare situazioni legate al tema dell’affettività e della sessualità delle persone anziane», prosegue Miriam Benin. Nel 2015 Pro Senectute ha dunque avviato un’indagine per avere una fotografia dei vissuti e delle opinioni sul tema della sessualità e dell’affettività delle persone anziane. Nella ricerca sono stati coinvolti sia operatori socio-sanitari di Case Anziani, Centri Diurni e Servizi di Assistenza e Cura a Domicilio, sia persone anziane (pensionati che svolgono attività di volontariato o beneficiano di servizi da parte di Pro Senectute). 

I dati emersi si allineano alle proiezioni demografiche dell’Ufficio Federale di Statistica e alle ricerche mediche, psicologiche e sociologiche che mostrano l’emergenza di una popolazione anziana sempre più vasta, che sarà in futuro anche sempre più attiva sessualmente. La popolazione dei curanti ritiene che la sfera affettiva e sessuale delle persone anziane sia molto importante e che non viene sufficientemente considerata nella relazione di cura. 

Da allora è stata dunque ampliata la proposta formativa di Pro Senectute, offrendo ai professionisti percorsi di sensibilizzazione e formazione sul tema. «Lo scopo è promuovere un’integrazione della dimensione affettiva e sessuale nella presa a carico delle persone anziane». È inoltre stata estesa l’attività di consulenza ordinaria anche al tema della sessualità e dell’affettività e la permanenza telefonica per accogliere situazioni di disagio da parte di famigliari e operatori a confronto con la tematica.

«Questo tema ci sta molto a cuore, perché è fortemente correlato alla qualità di vita delle persone e al tema dell’autodeterminazione degli anziani. L’affettività e la sessualità sono un aspetto importante della nostra identità; non considerarlo sarebbe come trascurare e far finta di non vedere una parte dell’individuo... una grossa parte dell’individuo, poiché la sessualità non è solo “rapporto genitale”, bensì qualcosa di più vasto attraverso cui facciamo esperienza di noi stessi e del mondo. Parlare di sessualità significa parlare di emozioni, di sensazioni, di fantasie, di ruoli, di progettualità, di pensieri. Sebbene tutto ciò vada incontro a modificazioni nel corso della vita intera, declinandosi in modi differenti, è comunque qualcosa che ci accompagna dalla nascita alla morte e vedere e valorizzare questa vitalità in una persona anziana significa permetterle di continuare a esprimersi e di sentirsi riconosciuta nella sua interezza di persona unica e irripetibile».