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Mantenersi attivi in compagnia

Corpo, mente e cuore – Dal 22 maggio al 3 giugno i 17 Centri diurni socio-assistenziali del Cantone organizzano le porte aperte proponendo numerosi eventi e attività a chi ha raggiunto o si avvia verso l’età del pensionamento
/ 15/05/2023
Guido Grilli

Rappresentano luoghi ricolmi di vitalità, relazioni, benessere. Il contrario di isolamento sociale, solitudine, rinuncia. E dal 22 maggio al 3 giugno saranno nel pieno di una campagna tanto semplice quanto efficace. Lo slogan: «In forma e in compagnia? Scopri tutte le attività dei 17 Centri diurni in Ticino».

Ma qual è lo scopo dell’iniziativa? Lo abbiamo chiesto a Stefania Bernasconi, responsabile del Settore Mantenimento a domicilio dell’Ufficio degli anziani e delle cure a domicilio (UACD) del Dipartimento della sanità e della socialità. «S’intende favorire la partecipazione delle persone alle tantissime attività che offrono i Centri diurni. Si tratta di realtà importanti per il territorio. Abbiamo creato un team composto da collaboratori di diversi Uffici del DSS, con il sostegno di Promozione Salute Svizzera. Il progetto è stato sviluppato inoltre proprio in collaborazione con i Centri diurni attraverso una piattaforma di coordinamento delle strutture dove si sviluppano idee, formazioni e iniziative comuni. In occasione della campagna i Centri diurni organizzeranno eventi aperti alla popolazione con l’obiettivo di far conoscere le loro attività (info su www.ti.ch/centridiurni; tel. 091 910 20 21). Ogni struttura ha scelto una data per una giornata di porte aperte, in cui promuoverà attività sia all’interno sia distribuite sul territorio. Si intende così mettere in luce l’offerta dei Centri e il loro potenziale come luoghi aperti di socializzazione e incontro, grazie ai quali è possibile trascorrere piacevolmente il proprio tempo insieme ad altre persone e mantenersi attivi, sia fisicamente sia mentalmente».

Sono 17 i Centri diurni in Ticino. Un numero sufficiente?
I centri sono distribuiti equamente sul territorio. Certo, la popolazione anziana continua ad aumentare ma noi cerchiamo di offrire un certo dinamismo: i centri sono aperti 6 giorni su 7 e le persone arrivano anche dai Comuni limitrofi. Inoltre, tenuto conto dell’ampiezza del fenomeno dell’isolamento sociale e della frammentazione del territorio, dal 2018 è stata ideata una nuova prestazione, strettamente connessa ai centri diurni, che prevede di uscire dalle mura delle strutture per lavorare maggiormente in termini di prossimità: l’attivazione sociale. I Centri diurni – rivolti a tutte le persone che si avviano al pensionamento o che sono già in pensione – sono a bassa soglia di accesso. Si tratta di strutture inclusive: se una persona inizia a sviluppare delle fragilità può continuare a frequentare questi luoghi di vita e socializzazione, grazie alla presenza di personale qualificato in grado di fornire un supporto adeguato. Per le situazioni più complesse esistono invece, sul territorio, i Centri diurni terapeutici, che offrono un’assistenza specifica in particolare alle persone con una diagnosi di demenza.

Qualcuno potrebbe essere scoraggiato dall’aspetto finanziario. Chi paga?
La maggioranza delle attività proposte è, di principio, gratuita. Per altre – determinati corsi, le gite, le visite ai musei, i pranzi – viene invece richiesta una partecipazione finanziaria che rimane tuttavia modesta al fine di favorire l’accessibilità. Esiste inoltre la figura dell’assistente sociale di Pro Senectute che collabora con le équipe delle strutture per orientare l’utenza all’interno della rete degli aiuti – anche economici – disponibili. I pasti di solito costano tra gli 11 e i 15 franchi, mentre il trasporto per le persone impossibilitate a utilizzare i mezzi pubblici è gratuito.

Negli anni i Centri diurni hanno dato prova di dinamismo, tanto che molte persone vi aderiscono in modo proattivo. È così?
La partecipazione alla vita dei centri può essere veramente di vari tipi. Ci si può recare per un corso, un pranzo, un solo evento o trascorrervi tutta la giornata. Ma ci si può proporre anche come volontari e offrire il proprio tempo portando le competenze acquisite durante la propria vita o la propria attività professionale. Sono molte le persone che offrono corsi, ad esempio lezioni di fotografia o corsi di materie umanistiche o di lingue. È un ottimo modo, questo, per creare sinergie e reti tra le persone. Abbiamo in tal senso molti gruppi che si gestiscono autonomamente.

Le persone possiedono un diverso grado di autonomia. Qual è il tasso di partecipazione nei Centri diurni?
Dopo un periodo di forte calo delle presenze dovuto alla pandemia, a partire dalla seconda metà del 2022 si è verificata un’importante ripresa, che ha portato il tasso di frequentazione a livelli non distanti da quelli del periodo pre-pandemico (123’000 frequenze su 17 Centri nel 2022; e 160’000 frequenze su 15 Centri nel 2019). Le persone autonome partecipano in modo assolutamente libero e non pianificato. L’approccio inclusivo prevede che se le persone iniziano a manifestare delle difficoltà in ambito motorio, cognitivo o affettivo-relazionale vengano supportate attraverso progetti individualizzati. Nel 2022 questi utenti sono stati 811. L’odierna campagna si focalizza però specificatamente sulle persone più autonome, perché vogliamo che stiano bene il più a lungo possibile e promuovere un impatto positivo sul loro benessere psicofisico. Tutte le attività offerte nelle strutture mirano a rendere i Centri diurni dei promotori di salute con ricadute importanti sul mantenimento degli anziani a domicilio con una buona qualità di vita.

«Questi centri – dichiara dal canto suo Amèle Fux, responsabile del Servizio centri diurni socio-assistenziali di Pro Senectute Ticino e Moesano – devono essere visti come luoghi dinamici dove i frequentatori non sono semplici fruitori di servizi ma attori e promotori della loro vita e dei loro interessi. Non va dimenticato che, per coloro che necessitano un lieve aiuto a livello motorio, cognitivo e sociale vi sono attività più mirate come per esempio la stimolazione cognitiva, la ginnastica dolce e un supporto fornito dal personale socio-educativo». Ma qual è in concreto il ruolo di Pro Senecute nella gestione e nella promozione dei Centri diurni? «Sin dagli esordi – risponde Amèle Fux – Pro Senectute ha voluto offrire la sua competenza in ambito di senescenza aprendo alcuni centri diurni su mandato del Cantone. Negli ultimi 10 anni il settore si è ampliato fino ad arrivare alla gestione di 9 dei 17 centri diurni presenti in Ticino. La promozione avviene spesso col semplice passaparola». La nostra interlocutrice si esprime anche sul grado di soddisfazione da parte degli anziani dei Centri diurni e sulle difficoltà nell’incentivarne la frequentazione: «Vedo che le persone che frequentano i centri sono soddisfatte. Mi ha toccato il racconto di una signora che mi ha riferito che sentirsi chiamare per nome l’ha fatta sentire subito riconosciuta come persona. Confrontandomi con le persone mi rendo conto però che permangono ancora alcuni pregiudizi. Spesso i centri diurni sono percepiti come delle case per anziani o dei luoghi di cura dove ci si reca una volta che si è nel bisogno. L’immaginario collettivo è l’anziano chino sui propri ricordi e ingabbiato nel passato. Questi preconcetti non aiutano le persone ad avvicinarsi a questi luoghi, fomentano anzi delle paure insite in tutti noi. L’esperienza mi ha insegnato che la realtà è ben diversa: gli anziani di oggi sono più attivi che mai e sono interessati a vivere esperienze nuove e a condividerle».