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Signora Schaller, nonostante la pandemia la gente giudica la propria situazione finanziaria migliore di due anni fa. Perché?
Anche a me sorprende un po’. Tuttavia, le generose misure di sostegno dello Stato hanno palesato il loro effetto. La disoccupazione è bassa e i redditi non hanno quasi sofferto. La ripresa economica si è consolidata. La Svizzera si trova in una situazione invidiabile.
Sul conto non si incassano quasi interessi. Perché allora i conti correnti e di risparmio costituiscono i metodi di accantonamento più popolari?
Molti pensano che il loro patrimonio sia insufficiente per poter investire. Ma spesso si sbagliano. Chi ha più di due o tre salari mensili sul conto risparmio, dispone di mezzi liquidi sufficienti per investire in fondi.
Quanto perde qualcuno che al posto di azioni sceglie il conto risparmio?
Chi investe i propri soldi in prodotti finanziari percepisce molto di più. Se, ad esempio, negli ultimi 25 anni si è investito in azioni svizzere, il patrimonio è quintuplicato. Al contrario, con il conto risparmio il patrimonio si è incrementato appena del 20%.
Incredibile. Forse gli svizzeri non sono propensi al rischio?
È solo una delle tante ragioni. Finora, per vivere bene non abbiamo dovuto prenderci dei rischi. Ma cambierà. Il nostro sistema previdenziale si trova in una condizione delicata. Saremo costretti a occuparcene da soli e a investire in prodotti dove si corrono rischi. Un altro motivo è la scarsa preparazione su questioni finanziarie. Il 53% dei giovani non sanno niente di investimenti. Una cosa allarmante, anche perché avrebbero un orizzonte d’investimento lungo e potrebbero far lavorare i loro soldi a profitto della loro pensione.
Oltre ai giovani, spesso anche le donne ne sanno poco di investimenti. Che cosa dovrebbe cambiare?
Budget, finanze e previdenza devono diventare parte dei programmi scolastici, al più tardi nelle scuole secondarie. Bisogna sensibilizzare la gente su questo tema. Le donne, in particolare, potrebbero evitare di avere lacune pensionistiche se ne sapessero di più e prendessero delle precauzioni tempestivamente.
Le donne sono svantaggiate perché hanno meno soldi da risparmiare rispetto agli uomini. La differenza di genere colpisce anche i salari.
Assolutamente. I salari più bassi così come le interruzioni di carriera e il lavoro a tempo parziale portano a versamenti minori nel sistema previdenziale e di conseguenza a rendite pensionistiche più basse. Il problema è aggravato dalla maggiore speranza di vita delle donne, che sono quindi a rischio di povertà in età avanzata.