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Dove finiscono le banconote fuori corso?
La Banca nazionale svizzera valuta in circa un miliardo di franchi le monete cartacee scadute non rientrate
Ignazio Bonoli
La Banca nazionale svizzera (BNS) ha deciso di stampare una nuova serie di banconote, cominciando con l’apertura di un concorso nazionale per scegliere le nuove immagini che si riferiscano comunque alle montagne svizzere. Il rinnovo delle banconote è dovuto soprattutto a motivi di sicurezza, ma anche al fatto che offrono un elevato grado di mantenimento del valore originale. Non a caso, quindi, sono considerate le banconote più sicure al mondo. Forse sono anche questi i motivi principali per cui le nuove emissioni avvengono con una certa frequenza. L’ultima emissione, che concerneva in particolare l’emissione della nuova banconota da 100 franchi, risale infatti al 2019. Un altro fattore importante va visto nel mantenimento dei valori ufficiali elevati, il che ne fa un importante mezzo di riserva di valore. Anche la nuova emissione prevede il biglietto da 1000 franchi mentre per esempio l’Unione europea ha deciso di sopprimere il biglietto da 500 euro. Questo per cercare di evitare le falsificazioni, ovviamente più «redditizie» con monete dall’alto valore nominale. Minore importanza viene quindi attribuita al deperimento fisico dei biglietti, a causa dell’uso elevato che se ne fa. L’uso del contante, in Svizzera, è frequente, secondo una recente statistica della stessa.
La situazione nasconde però anche un altro fatto particolare che riguarda la Svizzera: quello della conservazione di banconote scadute. Infatti ogni nuova serie emessa ha un preciso termine di scadenza, trascorso il quale può comunque essere cambiata, ma solo presso la Banca nazionale, oppure le sue agenzie cantonali, entro un certo numero di anni. Dal 2020 però, a causa della modifica dell’articolo 9 della Legge sull’unità monetaria e i mezzi di pagamento, i limiti di tempo sono stati soppressi, per cui le vecchie banconote possono sempre essere cambiate. Forse anche questa novità contribuisce oggi all’aumento del numero di banconote scadute ancora presenti in Svizzera. Probabilmente ve n’è un certo numero anche all’estero, dovuto per esempio a turisti che hanno fatto una visita in Svizzera e conservato qualche biglietto come ricordo. Qui è però impossibile quantificare l’esistenza di vecchie banconote, il cui numero non è così importante. Nella Confederazione si parla invece di cifre notevoli. Secondo le valutazioni della Banca nazionale, si tratterebbe di circa un miliardo di franchi compresa la serie emessa nel 1976, ufficialmente ritirata dalla circolazione con effetto il primo maggio 2000. La serie era dedicata a personaggi celebri del nostro Paese, fra cui – molti lo ricorderanno – la banconota da 100 franchi dedicata all’architetto Francesco Borromini, per cui il biglietto da 100 franchi veniva comunemente chiamato «il Borromini».
Il prossimo 30 aprile 2025 saranno quindi 25 anni da quando questa sesta serie di banconote è stata messa fuori circolazione. Come detto, queste banconote possono sempre essere cambiate al valore nominale presso la Banca nazionale. Quelle delle precedenti serie erano già state ritirate dalla circolazione e non possono più essere cambiate. Nel frattempo la BNS ha annunciato il ritiro, con effetto il 30 aprile 2021, dell’ottava serie (la settima era stata tenuta in riserva e non utilizzata), anch’essa dedicata a personaggi celebri della Svizzera. Da notare che la Banca nazionale tiene una statistica aggiornata su quanti biglietti di banca sono rientrati solo dal primo maggio 2020. I numeri attuali riflettono l’abitudine tipicamente elvetica di conservare a lungo il denaro. Si valuta perciò che, a fine aprile 2025, circa un miliardo di franchi sarà ancora in circolazione sotto forma di risparmio. Il ricavato del cambio di banconote, secondo la legge, viene trattenuto nella misura del 10% dalla Banca nazionale, che lo utilizza per le proprie spese nell’operazione. Il 20% va al Fondo di aiuto per danni elementari non assicurati, mentre il resto viene attribuito ai Cantoni in base al numero di abitanti, nella misura di due terzi e alla Confederazione per un terzo. Va forse anche ricordato che il biglietto di banca in circolazione dal 2004 non è più garantito in oro. Lo è in pratica con gli attivi della Banca nazionale. Resta aperta la domanda: dove sarà finito il miliardo di franchi scomparso? In passato si costatava che da 150 a 200 milioni di franchi scaduti non venivano cambiati. È possibile che una parte di banconote sia andata persa o irrimediabilmente danneggiata. Per il resto però nessuno è in grado di dire con precisione dove sia finito. Si potrà fare qualche valutazione sulla base delle banconote per le quali si chiede il cambio in valuta corrente. Il resto sarà anche significativo della tendenza svizzera a mettere da parte qualcosa per «futuri bisogni». Lo dicono anche parecchi ritrovamenti «sotto il materasso» in vecchie case rimaste senza proprietario.