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La rivincita del sud

Eurozona: Grecia, Spagna e Portogallo sono diventate «locomotive economiche»
/ 21/10/2024
Angela Nocioni

«La rivincita economica dell’Europa del sud». Lo ha scritto di recente il quotidiano francese «Le Monde» che così ha titolato un lungo articolo dove si legge: «I Paesi meridionali, simbolo della crisi dell’Eurozona una decina di anni fa, sono diventati le locomotive della regione». La Spagna dovrebbe conoscere una crescita del 2,7% quest’anno e la Grecia del 2,2%. «Il Portogallo rallenta, ma il suo ritmo resta superiore alla media della zona euro, almeno +1,7% nel 2024». «Le Monde» parla di rivincita perché confronta questi dati con quelli previsti per le due grandi economie europee, Francia e Germania. «L’economia tedesca stagna da due anni – scrive – mentre il Pil della Francia non dovrebbe crescere oltre l’1,1% quest’anno». In parte, sostiene il quotidiano, si tratta dell’effetto ripresa dopo il crollo del decennio precedente (ad esempio la disoccupazione spagnola, che era del 27%, è stata riassorbita ma resta comunque all’11%). In ogni caso il miglioramento, cominciato prima della pandemia, si è accelerato con la fine dei lockdown. Tra fattori che spiegano questa tendenza c’è – sempre secondo il media francese – l’eccellente salute del turismo, ma anche riforme talvolta dolorose (austerità, deregolamentazione dei mercati del lavoro) e gli aiuti dell’Europa: «I Paesi del sud stanno gradualmente ricevendo i fondi del prestito congiunto di 750 miliardi di euro concordato nel 2020». «Le Monde» include anche l’Italia nel suo sguardo piacevolmente sorpreso sul sud Europa, ma i dati annunciati in Parlamento la seconda settimana di ottobre dal ministro italiano dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, sembrano contraddire il quotidiano.

Il ministro italiano ha infatti dichiarato: «La recente revisione delle stime trimestrali annuali da parte dell’Istat, pur elevando di molto il livello del Pil sia in termini nominali che reali, hanno comportato una correzione meccanica al ribasso della crescita acquisita per il 2024 che rende più difficile il conseguimento di una variazione annuale del Pil reale dell’1% per l’anno in corso». L’opposizione al Governo Meloni ha letto queste informazioni come l’ammissione data da fonte autorevole della stagnazione dell’economia italiana. Giorgetti ha parlato anche del deficit dell’Italia. «L’impegno nell’adozione di riforme consentirà di estendere da quattro a sette anni il periodo di aggiustamento del Piano di bilancio. La trattativa è ancora in corso», ha detto. «Il Governo ritiene di poter conseguire, pur adottando un profilo di aggiustamento coerente in media con quello stimato dalla Commissione, una riduzione del rapporto tra indebitamento netto e il Pil più rapida e tale da portare l’Italia al di fuori della procedura di deficit eccessivo a partire dal 2027. Al percorso di correzione strutturale individuato lungo i sette anni di aggiustamento corrisponde un tasso di crescita medio anno della spesa netta pari a 1,5%, che è in linea con quello della traiettoria di riferimento della Commissione». A molti analisti questi segnali sono suonati come l’ammissione di un’economia con il freno tirato, a differenza di quella di altri Paesi dell’Europa meridionale.

Una accelerazione dei dati economici delle economie del sud d’Europa, soprattutto di quelli relativi al turismo, era già stata registrata dal «Financial Times o FT» che ha scritto: «Negli ultimi anni le maggiori economie del sud Europa hanno fatto meglio in termini di crescita rispetto alla Germania, tradizionalmente la locomotiva dell’area euro». E ancora: «Messe assieme, dal 2017 a oggi Italia, Spagna, Portogallo e Grecia hanno aumentato di 200 miliardi di euro i loro Pil aggregati – un valore che equivale grossomodo all’intera economia del Portogallo – laddove nello stesso periodo il Pil della Germania è aumentato di 85 miliardi di euro». L’articolo della rivista è basato sui dati della società di consulenze Capital Economics. Questo divario risentirebbe molto – secondo gli analisti – anche dalla crisi causata da lockdown e restrizioni imposte a causa del Covid. L’economia tedesca si è ripresa a malapena solo adesso e, nell’ultimo periodo, il suo settore manifatturiero ha pesantemente sofferto per gli aumenti dei prezzi dell’energia, legati alla guerra in Ucraina e alle sanzioni contro la Russia. Le economie del sud Europa, invece, affacciate sul Mediterraneo, hanno ottenuto una spinta supplementare dalla ripresa del turismo post pandemia. Il miglioramento delle performance delle economie «periferiche», secondo il «FT», spiega in parte anche come la Bce sia riuscita a mantenere l’unità del direttorio su una linea così risoluta e restrittiva contro l’alta inflazione. Ricordiamo che l’inflazione sta costantemente diminuendo. L’Eurostat, ovvero l’ufficio statistico dell’Ue, ha annunciato che il tasso di inflazione annuo dell’area euro è stato rivisto al ribasso per il mese di settembre 2024, attestandosi all’1,7%, in calo rispetto al 2,2% di agosto e alla prima lettura, pari all’1,8%. Un anno fa il tasso di inflazione era del 4,3%.