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Dove e quando:
Natura / Colore / Forma. Fondazione Ghisla Art Collection, Locarno.
Fino al 5 gennaio 2025.
Orari: da mercoledì a domenica dalle 13.30 alle 17.30.
La ricerca creativa e colorata di Renato Tagli
Il pittore valmaggese e il suo sguardo sulla natura sono protagonisti alla Fondazione Ghisla di Locarno
Alessia Brughera
Renato Tagli considera la natura la sua indiscussa maestra creativa. Per questo non poteva che affidarle un ruolo fondamentale nella propria vita andando ad abitare a Cevio, al centro della Vallemaggia. Qui, la dimora che l’artista ha scelto quarant'anni fa insieme alla compagna Sabina Oberholzer è una tipica casa ticinese del 1600 molto ben conservata, isolata rispetto al paese e circondata da rocce imponenti e grandi alberi. Tagli trascorre dunque le sue giornate a stretto contatto con un paesaggio di fitti boschi, ampi prati e cime di montane che paiono stuzzicare il cielo: un paesaggio ostile e prodigo allo stesso tempo, dalla forte valenza identitaria e pregno di memorie.
Immerso in questo spaccato di natura valmaggese ancora in gran parte preservato dall’invadenza umana, Tagli, nato a Locarno nel 1956, ha sviluppato la sua ricerca creativa con estrema libertà, fondando la sua idea di arte proprio sul complesso ma imprescindibile rapporto tra uomo e ambiente.
C’è un motto dell’artista che condensa bene le sue riflessioni su questo tema: «L’uomo ha bisogno della natura. La natura non ha bisogno dell'uomo», un pensiero che ha come presupposto la forte preoccupazione per una situazione che è ormai arrivata a un punto di non ritorno e che per Tagli non è una questione recente, sensibile com’è stato nei suoi confronti già a partire dagli anni Sessanta e Settanta, quando ancora le problematiche ecologiche non erano percepite nella loro urgenza.
Mosso dalla volontà di ricostruire una convivenza sostenibile e razionale tra uomo e natura, Tagli ha incominciato a dar vita alle sue prime espressioni artistiche, in sintonia con lo spirito della Land Art e dell’Arte Ambientale, attraverso interventi attuati nel giardino di casa volti a modificare il paesaggio senza alcuna prevaricazione. Come a dire che l’individuo può interagire con la natura e finanche trasformarla solo se a guidare le sue azioni c’è un profondo rispetto.
La vita in valle ha più che mai insegnato a Tagli a concepire la natura nella bellezza delle sue forme e dei suoi colori («Penso che la natura sia completa, quindi non ho altre fonti di ispirazione», sottolinea spesso l’artista), ma anche nella sua grande fragilità. Quella di Tagli è una visione che non prevede la mimesi del creato bensì l’appropriarsi delle suggestioni visive e sensoriali che il paesaggio offre per poi rielaborarle con tecniche e mezzi espressivi differenti e restituirne così l’infinita ricchezza compositiva e cromatica.
Non è un caso, dunque, che il filo conduttore della mostra dedicata a Renato Tagli allestita negli spazi della Fondazione Ghisla a Locarno sia la natura nelle sue molteplici sfaccettature. Una natura che non solo stimola la definizione di fogge e l’accostamento di colori, ma che in molti casi entra a far parte dell’opera stessa, come elemento carico di valenze simboliche che richiama l’uomo a un atteggiamento empatico nei suoi confronti.
La rassegna non si articola secondo un percorso cronologico, ma predilige la presentazione dei lavori dell’artista per tipologia, andando così a radunare nella medesima sala opere appartenenti a periodi anche lontani tra loro. Una scelta, questa, che rende subito evidenti alcune delle caratteristiche di Tagli, ovvero la varietà e l’interdisciplinarietà della sua produzione, sfociate dalla convinzione della virtuosità dell’interazione tra tutte le arti.
Le creazioni di Tagli difatti spaziano dalla pittura di stampo minimalista alle arti applicate, dalla Land Art all’arte programmata, e sono la testimonianza di un modo di concepire l’opera quale punto di convergenza di stimoli provenienti da ambiti diversi, proprio come all’artista ticinese hanno insegnato non solo i suoi professori negli anni di formazione allo CSIA di Lugano (da Bruno Monguzzi a Sergio Libis e Livio Bernasconi), ma anche alcune figure per lui fondamentali che rispondono ai nomi di Christo, Alexander Calder e Fausto Melotti.
Per quanto differenti tra loro, i lavori di Tagli hanno una componente ludica e giocosa che li accomuna e che li rende ricchi di inventiva e di spontaneità. La loro semplicità e la loro leggerezza sono però solo apparenti poiché, sebbene si presentino ai nostri occhi in una spensierata vivacità cromatica e in soluzioni formali concise, richiamano sempre le importanti tematiche tanto care all’artista.
Ne sono un esempio le raffinate e coloratissime stoffe che pendono dal soffitto delle sale al piano terra, opere cucite con cura dall’artista utilizzando materiali acquistati durante i suoi numerosi viaggi in Asia. L’artista lavora con i tessuti dal 1989 e produce grandi drappi composti da ritagli assemblati tra loro seguendo l’ispirazione del momento, accostando forme e tinte secondo la sua sensibilità e lasciando libero corso al movimento del filo del cucito. Visibili su entrambi i lati poiché il retro è «un altro mondo da scoprire», queste opere rievocano il passato, quello delle preziose stoffe rinascimentali e barocche, così come luoghi lontani, quelli delle civiltà e delle culture orientali, avendo sempre però come punto di riferimento la natura, di cui riprendono le trame e gli intrecci in una perfetta simbiosi tra lavoro umano e meraviglia del creato.
Un’istallazione particolarmente significativa ci accoglie poi al piano superiore. Si tratta di Terra-Terra, un’opera che appartiene a una serie a cui l’artista si dedica dal 2010, anno in cui viene realizzato il primo esemplare di questo tipo al Parco Ciani a Lugano. Il progetto intende dar vita a piccole e grandi isole di «terra intoccabile» dove la presenza dell'uomo è bandita, così da renderle spazi governati dagli animali e dalle piante che le occupano in libertà. A Locarno l’artista ha utilizzato simbolicamente i quattro elementi all’origine del mondo: un sasso sospeso è metafora dell'aria, poi c’è dell'acqua raccolta in un contenitore, pezzi di carbone sono il fuoco e trucioli di legno sono la terra. Il modo in cui questi materiali sono disposti suggerisce l’idea di un ordine cosmico, quasi sacro, che invita l’uomo a preservarlo e a custodirlo.
La natura è altresì protagonista delle sculture che attorniano la grande installazione. Ad alcune di queste opere Tagli lavora con pazienza da molto tempo, come nel caso del grande ramo di frassino che pende dal soffitto, la cui delicata manipolazione ha avuto inizio ben trentacinque anni fa.
Nella produzione di Tagli la natura interagisce anche con la pittura. Le opere denominate Mobiles, in cui l'influenza di Calder è evidente, sono costituite da tele monocromatiche dai colori complementari che accolgono elementi vegetali e animali sospesi e resi dinamici dai flussi d’aria (siano essi frammenti di cortecce di castagni o uova di struzzo), generando una stretta relazione tra l’esperienza creativa umana e il mondo naturale.
Tagli riesce a ottenere risultati di grande dinamismo anche con le opere elaborate con il supporto del computer, presentate a fine percorso. Seguendo le teorie dell'artista svizzero Johannes Itten e unendo le proprie conoscenze nell’ambito della grafica e in quello della pittura, Tagli saggia le infinite possibilità combinatorie che si possono ottenere attraverso la continua variazione di forme e di colori.
E non stupisca che queste opere siano realizzate con la tecnologia, per certi versi «antagonista» della natura, poiché nel variegato cammino artistico di Tagli essa diventa parte dei processi del mondo in cui viviamo, spartendo con l’universo naturale la medesima ricchezza di soluzioni. Una ricchezza che porta con sé il seme di una feconda connessione tra uomo, arte, cultura e ambiente.