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Valore locativo e tassazione individuale
Focus su due questioni fiscali importanti che stanno per giungere al dibattito finale nel Parlamento federale
Ignazio Bonoli
Due temi fiscali importanti stanno per giungere al dibattito finale nel Parlamento federale: la questione del valore locativo da un lato e la tassazione individuale dall’altro. Tematiche che sono in discussione da tempo e di cui abbiamo riferito più volte in queste pagine. Per valore locativo si intende l’imposta che il proprietario di una casa abitata in proprio deve pagare in aggiunta alle imposte sul reddito. In realtà si tratta di un reddito fittizio, che viene calcolato in base al valore dell’abitazione e degli affitti pagati per abitazioni analoghe nella stessa regione. Il concetto si estende anche ad eventuali case di vacanza usate dal proprietario. Nei due rami del Parlamento vi sarebbe la maggioranza necessaria per abolire questo balzello, ma l’accordo non è ancora stato trovato sul come procedere. In particolare due aspetti sono fonte di disaccordo: si deve considerare solo l’abitazione primaria o anche quella di vacanza? E in quale misura si possono ammettere le deduzioni degli interessi sul debito ipotecario, una volta soppresso il valore locativo?
Il tema tornerà in discussione per la terza volta in Consiglio nazionale, dopo che la Commissione dell’economia ha trovato un compromesso sulla deduzione degli interessi ipotecari. In sostanza, la Commissione chiede di abolire la possibilità di dedurre questi interessi e soprattutto vuole abolire la possibilità di effettuare anche altre deduzioni da interessi e dividendi tassabili. Finora gli interessi debitori sono deducibili fino al totale dei redditi della sostanza imponibile più 50’000 franchi. Il Nazionale aveva proposto una deduzione massima del 40% della sostanza imponibile, ma gli Stati preferivano il 70%. Le due Camere volevano inoltre una deduzione speciale limitata nel tempo in occasione della prima acquisizione di una casa abitata in proprio. Come sempre, in questi casi soprattutto, si guarda anche alle conseguenze finanziarie. Le stime per la prima versione del Nazionale parlano di 1,4 miliardi di franchi di perdite fiscali con un tasso ipotecario del 2%. Con un tasso ipotecario del 3,2% la riforma avrebbe effetti quasi neutri. Più il tasso ipotecario è alto e più il fisco guadagna, a causa del limite massimo di deduzione.
Il tasso ipotecario medio è oggi sotto il 2%, tanto per le ipoteche esistenti, quanto per quelle nuove. La Commissione ha però elaborato un nuovo concetto (e una nuova complicazione): tener conto della quota di sostanza data in affitto nel totale della sostanza. Se tutta la sostanza è data in affitto, si può dedurre il totale degli interessi. La Commissione spera così di ridurre al minimo le perdite fiscali. La sostanza mobile e il suo reddito non vengono più tenuti in considerazione. Si potrebbe così anche migliorare l’attrattività dell’investimento immobiliare. Il problema è ora nel campo degli accordi politici. Una riduzione della possibilità di dedurre costi dal reddito immobiliare potrebbe concorrere a ottenere una maggioranza in Consiglio nazionale. Agli Stati la situazione potrebbe però essere diversa. Qui la versione del 2023, con un interesse ipotecario tra l’1,5 e il 2%, provocherebbe perdite fiscali tra 1,6 e 2 miliardi di franchi. Non solo, ma la riforma non tiene conto dei piccoli proprietari e delle zone turistiche. Si potrebbe formare una maggioranza contraria addirittura all’abolizione del valore locativo e soprattutto di quello sulle case di vacanza. Una soluzione potrebbe consistere nel sostituire il valore locativo con un’imposta speciale sulle case secondarie. È però necessaria una base legale nella Costituzione federale, il che riaprirebbe tutta la discussione sul tema.
Un altro argomento scottante a livello federale è quello della tassazione individuale per sopprimere l’attuale svantaggio delle copie sposate. La Commissione del Nazionale sembra aver trovato un accordo sul progetto del Consiglio federale. In pratica un controprogetto all’iniziativa che andrà in votazione popolare. La maggioranza è però risicata e anche questa iniziativa provocherebbe minori entrate per circa un miliardo di franchi. Il Consiglio federale ammette la sostituzione della tassazione delle coppie sposate con la tassazione individuale. La discussione verte ora su quale tassazione individuale si dovrà applicare (leggi Azione del 4 marzo 2024). Nell’articolo citato mettevamo in evidenza alcune conseguenze della riforma per i vari livelli di reddito. Secondo il Consiglio federale, il 53% dei contribuenti pagherebbe meno imposte, mentre l’11% ne pagherebbe di più. Le situazioni famigliari sono oggi molto diversificate e in tutte le classi di reddito vi sarebbero vantaggi e svantaggi. Importante – e non solo per l’iniziativa – è che venga soppressa quella che è stata definita la «penalizzazione del matrimonio». Anche a livello cantonale sono in vigore leggi diverse su questo tema. Ora la Confederazione vorrebbe introdurre un nuovo sistema, ma molti Cantoni hanno già manifestato il loro malcontento. Il progetto incontra però anche l’opposizione di coloro che vorrebbero un sistema di «splitting» invece della tassazione individuale, che favorirebbe solo i doppi redditi. Il messaggio del Consiglio federale concerne solo l’iniziativa «per la giustizia fiscale» inoltrata nel 2022 dalle Donne liberali radicali. Il Centro ha però pronta una nuova iniziativa sullo stesso tema, ma che propone un calcolo alternativo delle imposte delle coppie.