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Per 5000 franchi l’anno

Gli stipendi del primo Consiglio federale, nato con la Costituzione del 1848, erano di 5000 franchi all’anno, cui si aggiungeva un appartamento gratuito. Nel 1900 erano saliti a 15’000 franchi ma senza l’appartamento. Nel 1918 i consiglieri federali ricevevano 25’000 franchi all’anno.

Stipendi che provocavano spesso l’abbandono della funzione a favore di un posto di diplomatico o di direttore di organizzazioni internazionali. In altri casi invece si verificavano elezioni di magistrati molto giovani che poi restavano a lungo in Governo, probabilmente anche perché non c’erano le pensioni (informazioni tratte da Urs Altermatt, Ricerca storica in tre volumi sul Consiglio federale dal 1848 al 1919, NZZ libro, Zurigo).


Consiglieri federali, troppi privilegi?

Il Nazionale ha respinto una mozione che chiedeva un’analisi della situazione e un confronto con altre rimunerazioni
/ 20/05/2024
Ignazio Bonoli

La pubblicazione della nuova scala degli stipendi dei dirigenti dell’UBS (poi approvata dalla maggioranza degli azionisti, riuniti in assemblea a Basilea) ha sollevato la solita ondata di critiche in vari ambienti svizzeri, in parte attenuate dai confronti con i dirigenti di grandi imprese estere e anche svizzere, come ad esempio la Novartis. Nel caso UBS non si è mancato di far notare che per ben due volte la grande banca ha beneficiato dell’aiuto della Confederazione, dimenticando volentieri gli antecedenti e il seguito di queste operazioni. Nel caso Novartis si è invece messo in evidenza il rapporto con i crescenti prezzi dei medicamenti.

Evidentemente non sono mancati i riflessi politici e, forse non a caso, è arrivata in Parlamento la discussione di una mozione dell’UDC sulla «Riduzione dei privilegi del Consiglio federale», che chiedeva non necessariamente una riduzione dell’appannaggio dei consiglieri federali, ma certamente un esame della situazione e un inevitabile confronto con altre rimunerazioni, per altro non sempre confrontabili. Si è così potuto sapere che il salario di base di un consigliere federale è di 472’958 franchi l’anno, ma che i vari privilegi annessi lo fanno salire di parecchio.

Fra questi ultimi si possono ricordare il forfait di 30’000 per le spese personali, la pensione, dopo almeno quattro anni di servizio, corrispondente alla metà del salario annuale, l’abbonamento gratuito per le ferrovie e il telefono, l’auto di rappresentanza con autista, un’auto di servizio per uso personale, l’abbonamento gratuito per le teleferiche e anche per le giornaliere (nel frattempo modificato), infine anche il posto riservato allo Stadttheater di Berna. Particolarità tutta svizzera: per le auto di servizio una percentuale dell’11% del prezzo d’acquisto viene considerata nel reddito lordo imponibile.

Da sempre solleva discussioni la rendita di pensione di 236’000 franchi, che non viene finanziata dal diretto interessato, per cui viene considerata parte dello stipendio. Per questo, tenendo conto anche di altre prestazioni finanziarie minori, i cosiddetti «privilegi» di un consigliere federale giungono oggi a circa 1,1 milioni di franchi all’anno. È troppo, è troppo poco? La risposta dipende dal confronto con altre rimunerazioni (per altro non facilmente confrontabili) e dai criteri personali di chi vuole fare i confronti.

Di solito si usano per i manager parametri quali la complessità e la grandezza dell’azienda, la funzione concreta dell’interessato, il livello di rimunerazione di funzioni analoghe in settori confrontabili e l’eventuale rimunerazione di funzioni alternative. Nei confronti di capi di grandi aziende quotate in borsa, un consigliere federale guadagna meno, e questo non solo nei confronti di UBS o Novartis. Secondo un’indagine recente, le 17 maggiori aziende svizzere pagavano ai dirigenti, in media, 7,5 milioni di franchi l’anno (salario mediano). Anche il salario mediano delle 60 aziende di media grandezza, con 1,4 milioni di franchi era superiore a quello di un consigliere federale.

Qualche considerazione a parte meritano anche le rimunerazioni dei capi delle aziende un tempo federali e ora privatizzate (ma il cui capitale è in mano in tutto o in parte alla Confederazione). Le FFS pagano, 1,004 milioni, la Posta 1,036 milioni, ma Swisscom (ormai indipendente) ben 1,854 milioni. Se si considera invece la media di altre 74 piccole aziende (sempre quotate in borsa) si vedono cifre di 865’000 franchi, poco più della Suva (817’000), della Finma (736’000), della media delle casse malati più generose (682’000) o della Radio TV (603’000). Le cifre comprendono anche i contributi alla cassa pensione.

Nei confronti si deve comunque tener conto della diversità delle funzioni. In fondo un Consigliere federale è solo un settimo della direzione generale, ma è soggetto a una forte esposizione mediatica, popolare e quindi a critiche frequenti, per cui la vita privata è fortemente limitata. Sotto questi aspetti il livello di rimunerazione è fortemente inferiore a quello di possibili alternative, anche se la funzione comporta un prestigio non valutabile in denaro soltanto.

Forse per questo i candidati al Governo federale di solito non mancano, anche se talvolta ci si può chiedere se i candidati sono all’altezza del compito, oppure se sarebbero in grado di gestire una grande azienda. Domanda che resterà sempre senza una precisa risposta, poiché la scelta dei governanti non risponde ai criteri usati per le scelte dei dirigenti di grandi aziende. Il Consiglio federale, anche se direttamente interessato, non crede che si debba cambiare qualcosa della situazione attuale. Il Consiglio nazionale, anche se con una maggioranza non molto significativa (98 a 85), ha quindi respinto la mozione sui «privilegi» del Governo.