azione.ch
 



Signor Marienberg, attualmente converrebbe investire in azioni?

Anche se l’anno borsistico svizzero 2023 non è stato entusiasmante, chi intende costituire un patrimonio non può comunque fare a meno delle azioni. Sacha Marienberg, responsabile dell’Investment Office della Banca Migros, ce ne spiega i motivi
/ 25/12/2023
Jörg Marquardt

Sacha Marienberg, il 2023 non è certo stato un anno felice per gli investitori. Ultimamente l’indice azionario svizzero SMI non ha praticamente superato il livello dell’anno di crisi 2022. Come mai?

La debole performance borsistica è dovuta soprattutto a fattori straordinari. Al momento lo SMI risente della flessione dei titoli di Nestlé e Roche. Senza questi, tuttavia, l’indice sarebbe in territorio nettamente positivo. In generale, per i mercati azionari globali l’anno non è stato negativo.

Dunque non c’è alcun motivo per rinunciare a investire in borsa?

No. Se si desidera costituire un patrimonio a lungo termine è indispensabile investire in azioni, ad esempio con un piano di risparmio in fondi.

Bisogna tenere conto di qualcosa in particolare?

Oltre a mettere in conto un orizzonte d’investimento a lungo termine, occorre diversificare il più possibile anziché puntare tutto su un’azienda o un settore. Oltre a questo, consiglio di scaglionare gli investimenti, in modo da compensare meglio le fluttuazioni in borsa.

I titoli azionari torneranno a salire nel 2024?

Questo dipende soprattutto dalla congiuntura e dall’andamento dei tassi. Al momento riteniamo che nella seconda metà dell’anno vi saranno le prime riduzioni dei tassi di riferimento da parte delle banche centrali, a condizione che per allora sia stata superata l’inflazione globale. Per la Svizzera non prevediamo una recessione, ma comunque una decelerazione della crescita economica. Il quadro dovrebbe però migliorare notevolmente nel corso dell’anno prossimo.

Cosa consiglia agli investitori?

Consiglio loro di concentrarsi sui titoli di qualità, cioè su azioni di società con un modello operativo solido e un basso indebitamento, aziende che vantano buoni ricavi indipendentemente dalla congiuntura.

Quali, ad esempio?

Da un lato penso alle grandi aziende farmaceutiche come Roche, il cui settore è considerato resistente alla congiuntura ed è uno dei principali pilastri dell’economia svizzera. Dall’altro lato mi vengono in mente società tecnologiche come Nvidia, Microsoft o Google. Il recente boom dell’intelligenza artificiale si svilupperà ulteriormente, quindi i titoli che ho menzionato dovrebbero trarne vantaggio.

In che misura i conflitti in Ucraina e in Medio Oriente influenzeranno i mercati finanziari nel corso del prossimo anno?

L’esperienza insegna che i conflitti regionali non hanno un impatto duraturo sul mercato azionario. C’è sempre la possibilità di crolli a breve termine, come è stato all’inizio dell’aggressione russa contro l’Ucraina, ma poi le borse si riprendono in modo relativamente rapido.

Che genere di investimenti è particolarmente allettante nell’attuale contesto?

Le azioni restano l’elemento più importante se l’obiettivo è quello di accrescere il patrimonio. Per ampliare il proprio portafoglio d’investimento, poi, sono consigliabili anche le obbligazioni, ma solo a titolo complementare perché non sono un’alternativa alle azioni, anche se l’anno prossimo le obbligazioni dovrebbero beneficiare di tassi d’interesse più bassi.

E che mi dice dell’oro?

In un contesto di mercato fluttuante l’oro può aiutare a bilanciare i rischi del portafoglio a breve termine, ma nel lungo termine non possiede una qualità strategica poiché non genera proventi.

I depositi vincolati con tassi d’interesse più elevati continuano a incentivare il risparmio più che in passato: convengono davvero?

Assolutamente sì, perché consentono di investire in sicurezza e talvolta hanno anche rendimenti allettanti. Purtroppo molti parcheggiano il loro denaro sul conto salario, che praticamente non frutta interessi. Consiglio quindi ai clienti bancari di trasferire i loro risparmi in conti di risparmio o depositi vincolati. Se si intende accumulare un patrimonio, tuttavia, i depositi vincolati andrebbero integrati con azioni.

Rispetto ai Paesi vicini, la Svizzera ha risentito molto meno dell’inflazione, ciononostante nel 2024 la popolazione svizzera dovrà probabilmente far fronte a rincari. È così?

Sì, è vero. In quasi tutti i comuni salgono i premi della cassa malati, l’imposta sul valore aggiunto e i prezzi dell’elettricità. Inoltre, dato che a inizio dicembre il tasso di riferimento è stato aumentato per la seconda volta, stavolta dall’1,5% all’1,75%, ad aprile bisogna aspettarsi un ulteriore aumento dei prezzi degli affitti. Questo dovrebbe però essere il picco, almeno per il momento.

Anche nel caso degli interessi ipotecari?

Sì, partiamo dal presupposto che i tassi ipotecari abbiano raggiunto il livello massimo e che l’anno prossimo scenderanno ulteriormente, il che dovrebbe rendere di nuovo più conveniente il finanziamento dell’abitazione di proprietà.

Può farci un esempio?

All’inizio dell’anno i costi di un’ipoteca a dieci anni superavano ancora il 3% mentre attualmente si attestano intorno al 2,5%. In previsione dell’abbassamento dei tassi di riferimento, i costi di un’ipoteca a dieci anni dovrebbero spostarsi verso il 2%.

In questo contesto di mercato è preferibile l’ipoteca fissa o l’ipoteca Saron?

Dipende dal grado di rischio che si intende correre. L’ipoteca fissa è la più conveniente per chi punta alla pianificazione finanziaria. Chi per contro è in grado di sopportare incertezze sul mercato dei tassi d’interesse, dispone di sufficienti riserve finanziarie e si attende un calo dei tassi, può optare per un’ipoteca del mercato monetario come la variante Saron.

In base alla sua esperienza, esiste un detto di borsa rivelatosi sempre efficace nel corso degli anni?

Quanto più elevata è la quota azionaria nel portafoglio, tanto più alto è il rendimento a lungo termine. Il mercato ricompensa chi si assume i rischi di fluttuazioni più importanti, ferma restando l’accortezza di distribuire ampiamente gli investimenti.