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L’attrattività non è data solo dalla fiscalità
Secondo uno studio del Credit Suisse, vivere in cantoni e comuni con imposte più elevate può risultare meno oneroso, se le altre spese, fra cui affitto e cassa malati, pesano meno
Ignazio Bonoli
Una delle caratteristiche del federalismo svizzero è ancora una certa libertà di manovra dei cantoni in alcuni settori importanti. Fra questi vi è anche la fiscalità, che è retta da 27 legislazioni cantonali, coordinate nell’ambito della legge federale e del concordato intercantonale sul divieto di accordi fiscali.
Questa situazione, pur tenendo conto delle varie limitazioni federali e cantonali, provoca grandi differenze nella tassazione del reddito nei diversi cantoni e anche di parecchi comuni. Situazione che è poi all’origine di importanti differenze nelle imposte da pagare a livello di cantoni e anche di comuni. Di conseguenza si verifica una certa concorrenza fiscale, di solito alla ricerca di aziende e di buoni contribuenti. I cantoni particolarmente attivi in questa politica sono noti da tempo e di solito sono quelli situati ai margini di grandi agglomerati, economicamente potenti, che offrono evidentemente un buon mercato di gettiti fiscali importanti.
Un freno parziale a questa concorrenza potrebbe venir posto dall’entrata in vigore del nuovo accordo fiscale internazionale – firmato anche dalla Svizzera nell’ambito dell’OCSE – che impone un’aliquota fiscale minima del 15% sugli utili aziendali. Oggi, anche tenendo conto dell’imposta federale diretta, si verificano ancora differenze importanti nella tassazione dei redditi.
Secondo un recente studio del Credit Suisse, queste differenze possono variare tra il 20 per cento (in alcuni comuni del canton Svitto) e il 46 per cento (per alcuni comuni del canton Ginevra). Secondo i calcoli dell’Ufficio federale di statistica, per le economie domestiche le imposte dirette costituiscono in media il 12% delle spese di un’economia domestica privata.
Va comunque notato che le imposte non sono il solo fattore di attrattività per cantoni e comuni. Lo studio del Credit Suisse, oltre alle imposte sul reddito e sulla sostanza, tiene conto anche del costo dell’abitazione, dei premi di cassa malati, dei costi per la cura dei figli e anche di quelli provocati dal pendolarismo. La somma viene poi suddivisa per cinque tipi di economia domestica: persona sola, coppia senza figli, coniugi con due figli, famiglia con due figli curati da terzi e coppie di pensionati.
Lo studio stabilisce quanto rimane del reddito dopo deduzione delle spese citate, per classi di reddito fra 40’000 e 180’000 franchi annui. Su questa base gli economisti della banca hanno calcolato per ogni comune un indice dell’attrattività fiscale, globalmente e per tipo di famiglia.
Su domanda della NZZ (che ne pubblica alcuni risultati) gli economisti del CS hanno calcolato l’indice di attrattività abitativa e finanziaria di sei comuni con almeno 10’000 abitanti. Tra i comuni più favorevoli i soliti Zugo, Baar (ZG) e Freienbach (SZ). Tra quelli meno favorevoli vengono considerati Losanna (VD), Thun (BE) e Val-de-Travers (NE).
Non senza sorpresa lo studio mostra però che i comuni favorevoli (nella media delle economie domestiche considerate e delle classi di reddito) sono talvolta meno attrattivi rispetto alla media di tutti i comuni svizzeri. Per contro, proprio il comune di Val-de-Travers (che è il più caro) è più attrattivo di quelli più favorevoli, e anche della media svizzera.
In concreto, una famiglia con due figli curati da terzi, con un reddito di 110’000 franchi e una sostanza di 200’000 franchi, dopo deduzione delle spese, può ancora disporre di un reddito di 47’000 franchi, mentre a Zugo potrebbe disporre solo di 35’000 franchi. Il vantaggio fiscale di Zugo viene compensato da maggiori costi dell’abitazione, della cura dei figli e della cassa malati. Il che fa concludere agli analisti che un comune favorito fiscalmente, per redditi inferiori, è meno attraente di altri.
Anche altri studi precedenti hanno confermato che proprio per livelli di reddito sotto i 110’000 franchi, i costi che il contribuente deve affrontare per trasferirsi in un comune fiscalmente più favorevole spesso sono superiori al vantaggio sulle imposte. Si è quindi potuto vedere che il turismo fiscale è statisticamente constatabile solo al di sopra di una certa cifra di reddito. Ad esempio, per redditi di 500’000 franchi, la differenza è del 2/3 per cento. Diventa del 4/6 per cento per redditi di 5 milioni di franchi. A queste cifre il carico fiscale è in ogni caso proporzionalmente minore che per i redditi più bassi.
Il KOF di Zurigo, nel 2019, ha rilevato che i cantoni che praticano imposte più favorevoli per i milionari, usano aliquote relativamente più favorevoli anche per redditi inferiori. Statisticamente il punto di riferimento potrebbe essere a 70’000 franchi. Al di sotto la situazione potrebbe rovesciarsi. A 12’500 franchi di reddito la correlazione diventa chiaramente negativa.
L’onere fiscale non è però il fattore di spesa principale nel costo della vita. Nei centri urbani e nelle grandi agglomerazioni, abitare costa di più che in campagna, anche senza contare che l’onere fiscale è, di regola, più alto nelle città. Lo sono anche i premi di cassa malati, ma lo sono anche nella Svizzera romanda (e in Ticino). In parte vengono però compensati con importanti sussidi. Le spese per la cura dei figli, in Romandia, godono pure di forti sussidi.
In sostanza, i dati del CS non mostrano una correlazione statisticamente significativa tra gli oneri fiscali e l’attrattività abitativa e finanziaria di un sito. Da un lato si vedono cantoni fortemente urbanizzati come Basilea-Città o Ginevra, con un onere fiscale relativamente alto. Dall’altro una serie di cantoni della Svizzera centrale e anche orientale con oneri fiscali e anche costi fissi relativamente bassi. Infine, vi sono parecchi cantoni con una combinazione di vantaggi e svantaggi. Quando conviene allora scegliere un cantone con fiscalità bassa? La risposta non è semplice. Lo studio cita un limite di reddito di 110’000 franchi, sotto il quale i costi superano i benefici. In ogni caso il «turismo fiscale» si addice a redditi molto elevati, anche tenendo conto di tutte le spese che li accompagnano.