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La nuova via dà i suoi frutti

Compensazione finanziaria intercantonale - Con il nuovo metodo si accorda ai cantoni più poveri un «reddito minimo garantito» – Zugo versa ancora più soldi agli altri cantoni
/ 01/08/2022
Ignazio Bonoli

Il Dipartimento federale delle finanze ha pubblicato i dati più recenti della compensazione finanziaria fra i cantoni, con la partecipazione della Confederazione. In pratica si tratta delle previsioni di quanto i cantoni più ricchi dovranno pagare e quelli «poveri» potranno incassare il prossimo anno. I cantoni possono far presenti le loro osservazioni. Dal 2008 è stato elaborato un nuovo metodo di prelievo e di distribuzione e si è cambiato anche il nome del provvedimento in Nuova compensazione finanziaria (NCF o NFA in tedesco). Il lettore ricorderà che, nonostante l’accordo di base fra cantoni e Confederazione, ben presto i cantoni chiamati a pagare si sono lamentati dei troppi soldi da versare e anche del cattivo uso che alcuni cantoni ne avrebbero fatto. Queste lamentele hanno portato, due anni fa, a una revisione del metodo da applicare, metodo che avrebbe dovuto contenere entro limiti ragionevoli l’esborso richiesto ai cantoni più fortunati. In particolare non si è più lasciata la facoltà al Parlamento di decidere politicamente le somme da prelevare e da distribuire.

Oggi queste decisioni sono praticamente automatiche, nel senso che quando le differenze di forza finanziaria fra cantoni aumentano, aumentano anche le cifre della compensazione finanziaria. Lo si vede chiaramente nel contributo chiesto al canton Zugo, da sempre il cantone che ha versato più soldi alla compensazione. Già nel 2017 questo cantone ricco aveva toccato il primato di versamenti con 340 milioni di franchi. Non è quindi senza una certa sorpresa che, nel 2023, a questo cantone verranno chiesti 365,9 milioni di franchi. Quindi un nuovo primato assoluto.

Con il nuovo metodo si attribuisce però ai cantoni più poveri una specie di «reddito minimo garantito». Questo minimo è stato fissato, in base alla media delle singole forze finanziarie dei cantoni, nell’86,5% della media svizzera. Sotto questa media si trovano oggi solo tre cantoni: Vallese, Giura e Friburgo. Quindi, per la prima volta, non figura tra i maggiori beneficiari il canton Berna. Fatto questo che aveva sollevato parecchia meraviglia e quindi dubbi sul sistema stesso della NCF.

Nel 2023, Berna non solo non figura più fra i cantoni più poveri, ma supera perfino cantoni come Soletta, Uri, Glarona e Neuchâtel. Il Ticino, con un indice di forza finanziaria del 93,4%, si situa quasi sempre sopra la media di tutti i cantoni. Il canton Grigioni ha un indice di forza finanziaria dell’83,2% e, con i due Appenzello, Uri e Vallese, si trova fra i cantoni che ricevono i maggiori contributi per l’aggravio geotopografico. I cantoni che hanno avuto un aumento della forza finanziaria sono, invece, oltre a Zugo (+10,5 punti), Basilea-città (+11,2 punti) e Appenzello interno (+4,9 punti).

Due parole di commento vanno forse dedicate alla situazione eccezionale del canton Zugo che, per così dire, sotto questo aspetto appare vittima del proprio successo. Il che significa un nuovo aumento dei contributi da versare alla compensazione. È, infatti, un cantone molto attrattivo anche dal punto fiscale e, in periodi di crescita economica, non subisce danni dalla concorrenza di altri cantoni vicini, come ad esempio Svitto.

Zugo attira, infatti, non solo importanti aziende, ma anche parecchi buoni contribuenti fra le persone fisiche. Questo fa sì che il substrato fiscale del cantone sia costantemente migliore di quello di altri cantoni. Se si tiene conto della sostanza, di tutti i redditi e degli utili aziendali sui quali il cantone può prelevare un’imposta, si giunge alla conclusione che questa base fiscale è di 2,7 volte superiore alla media dei cantoni svizzeri. Questo spiega perché il canton Zugo può finanziare le sue uscite mediante un prelievo di imposte più basse che altrove.

Ovviamente le differenze aumentano se si estende il confronto ai cantoni finanziariamente più deboli. Per esempio, la base fiscale del canton Vallese è soltanto di un quarto di quella del canton Zugo. E questo spiega perché, ancora una volta, il contributo percepito dal canton Vallese raggiunge il nuovo primato di 844 milioni di franchi, ossia 2400 franchi per abitante. Sono compresi in questa cifra anche i contributi che la Confederazione attribuisce ai cantoni con territorio difficile, dal punto di vista geografico e topografico. Ai cantoni urbani la Confederazione concede invece contributi per particolari fattori socio-demografici, come quote importanti di anziani o di redditi modesti.

Le cifre fornite dalla Confederazione non contemplano ancora gli effetti della nuova tassazione delle multinazionali. Mentre alcuni cantoni dovranno diminuire le imposte alle società interessate, probabilmente il canton Zugo dovrà invece aumentarle. Esso potrà contare su un maggior gettito fiscale, che a sua volta farà aumentare il contributo alla NCF. Secondo il responsabile cantonale delle finanze, questo contributo potrebbe superare il mezzo miliardo di franchi.

La posizione del canton Zugo è, in questo frangente, ancora una volta particolare. Potrebbe utilizzare il maggior gettito per una diminuzione generale delle imposte, già basse, e generare così nuove lamentele sulla concorrenza sleale. Oppure – e l’idea è ancora del responsabile delle finanze – potrebbe trasferire il surplus fiscale agli altri cantoni o alla Confederazione. Quest’ultima ci ha però già pensato formulando l’intenzione, condivisa dal resto di cantoni, secondo cui un quarto delle maggiori imposte da prelevare andrebbe riversato alla Confederazione, che potrebbe utilizzarlo a sua volta per interventi a favore dei cantoni. Comunque anche la compensazione finanziaria fra cantoni ne beneficerà, dato e non concesso che la crescita economica continui più o meno sui ritmi attuali.