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Siamo in guerra senza saperlo

/ 17/06/2024
Carlo Silini

Anni fa un operatore sociale di trincea, famoso per l’aiuto agli sbandati della sua città, mi aveva rivelato che tutte le mattine prima dell’alba passava all’obitorio per sapere quanti morti fossero arrivati in nottata. Si occupava di tossicodipendenti e, all’epoca, molti di loro morivano per overdose. Mi era sembrata un’abitudine macabra, così come lugubre ho sempre considerata la mania di molti anziani di cominciare a leggere il giornale dal fondo, ovvero dalla pagina dei morti.

Pur convinto che sia più sano svegliarsi pensando ai vivi che ai trapassati, mi sento tenuto ad imitarli. Perché, a volte, bisogna fare la conta dei defunti per capire come funziona la società dei vivi. Così, con disperato scrupolo giornalistico, ho cercato di verificare quanti morti generano nell’arco di 24 ore le due guerre di cui più si parla. Disperato, perché di cifre sicure, quando si ragiona di conflitti, non ce ne sono.

Comunque, giusto per non buttar via il lavoro di ricerca di qualche ora, calcolo che i morti nell’opaco conflitto ucraino varino dai 130 ai 260 al giorno, a seconda di chi la racconta giusta sui due fronti che – incrociando le fonti – conterebbero dall’inizio delle ostilità, due anni e tre mesi fa, 30 mila morti tra le truppe ucraine, 60 mila tra quelle russe e almeno 10 mila tra i civili. Ma altri ricercatori raddoppiano la stima ed ecco spiegata la forchetta 130-260 morti al dì. Quanto a Gaza, dal 7 ottobre scorso sono stati uccisi oltre 1800 israeliani (1200 civili e 600 militari) e quasi 38 mila palestinesi, in gran parte – non esattamente quantificabile – civili, per un totale statistico di circa 160 morti al giorno. Ho invece evitato di raccogliere dati su altre guerre che perdurano da anni, come nello Yemen o in Siria, ma non credo che i risultati siano tanto diversi.

La mortalità quotidiana dei conflitti attuali mi sembrava già sufficientemente apocalittica, fin quando mercoledì scorso, sfogliando «Le Monde», non ho letto che la guerra più cruenta - quella che uccide più che in Ucraina, a Gaza e in numerosi altri scenari dei nostri tempi e di quelli passati - è invisibile e che le sue potenziali vittime non sono lontane nello spazio o nel tempo, ma siamo noi: proprio così, io che scrivo e tu che leggi.

Latrice del ferale messaggio è l’Organizzazione mondiale della salute che nello studio riassunto da «Le Monde», spiega che ogni giorno nei Paesi d’Europa sono 7400 le morti provocate direttamente o indirettamente dalle industrie del tabacco, degli alimenti ultra trasformati, dei combustibili fossili e dell’alcol. Eccola qua, fuori dai radar dell’attenzione generale, scatenata dalle nostre scelte quotidiane e finanziata coi nostri soldi, la guerra più subdola e letale: 2,7 milioni di morti l’anno, un milione dei quali falcidiati dal tabacco, 580 mila dall’inquinamento da polveri sottili, 430 mila dall’alcol e 400 mila dall’eccessivo consumo di sale, carne lavorata, bevande zuccherate e acidi grassi saturi. Eravamo in guerra da sempre e neppure ce n’eravamo accorti.