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Votazione e biografia

Il 9 giugno saranno sottoposte al voto due iniziative popolari: il freno ai costi del Centro chiede di attuare misure di risparmio se l’aumento dei premi delle casse malati supera nettamente l’incremento dei salari. L’iniziativa per premi meno onerosi del PS chiede che i premi delle casse malati non superino il 10% del reddito; il resto dovrebbe essere coperto dallo Stato. Il Consiglio federale e il Parlamento raccomandano di respingere entrambe le iniziative.

Breve biografia della ministra
La consigliera federale sessantenne del PS dirige il Dipartimento federale dell’interno ed è responsabile dei temi sanitari. È cresciuta in una fattoria nel Giura. Ha studiato economia e scienze sociali a Neuchâtel e ha lavorato come assistente sociale, consigliera di Stato e direttrice di un istituto di formazione superiore. È membro del Consiglio federale dall’inizio del 2023. Il marito è istruttore di guida e la coppia ha due figli adulti.


«La scelta migliore non è sempre quella più cara»

La consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider si schiera contro le due iniziative sulla salute in votazione il 9 giugno. Su «Azione» illustra le sue ricette per combattere i premi sempre più elevati delle casse malati
/ 20/05/2024
Christian Dorer

La sala riunioni del suo predecessore, Alain Berset, ha lasciato il posto a un salotto verde con un divano. Alla parete sono appesi dipinti dell’artista giurassiano Augustin Rebetez. Un collaboratore posa sul tavolino un sontuoso mazzo di fiori preso dal suo ufficio.

Elisabeth Baume-Schneider, parliamo di salute. Come si mantiene in forma?
Ogni volta che ho tempo sono all’aperto: in giardino, a fare escursioni o un giro in bicicletta... Ma lo ammetto: con una bici elettrica. In ufficio faccio sempre le scale. Mi piace essere in movimento, con le mie idee e fisicamente.

Con quale frequenza effettua controlli medici?
Il mio medico direbbe: troppo raramente. Ma ogni tanto faccio degli accertamenti. Mia madre è morta di cancro, quindi appartengo a un gruppo a rischio. La prevenzione è importante perché aiuta a rimanere in salute e conviene anche dal punto di vista economico: costa molto meno che quando ci si ammala.

L’onere dei premi delle casse malati è in cima alla classifica delle preoccupazioni della popolazione. Tre tesi sul perché non cambia niente. La prima: tutti guadagnano moltissimi soldi, quindi nessuno vuole cambiare nulla.
È una spiegazione riduttiva. Ciò che conta è che disponiamo di un eccellente sistema sanitario in cui tutte le persone hanno accesso a delle buone cure. È anche un investimento in una società prospera.

Ciononostante, i premi delle assicurazioni malattia pesano sul portafoglio.
Sì, bisogna agire: dobbiamo eliminare i doppioni – qui c’è un potenziale di risparmio – e creare trasparenza, in modo da poter pianificare quali costi possono essere tenuti sotto controllo e quali diventeranno più onerosi, perché le persone invecchiano o perché ci sono nuovi farmaci, ad esempio contro il cancro.

Seconda tesi: chi è malato vuole ricevere le cure migliori possibili. Quindi, anche se le persone si lamentano dei costi, in realtà sono abbastanza soddisfatte del sistema.
Sono d’accordo. Ora dobbiamo fare in modo che il nostro sistema sanitario rimanga di buona qualità e allo stesso tempo che i costi siano sostenibili. Si tratta di un compito che i partner tariffali, i Cantoni e la Confederazione devono risolvere insieme.

Questo porta alla terza tesi: nessun politico fa proposte serie di risparmio perché, ad esempio, se si chiude un ospedale regionale non si viene rieletti.
Questo è un po’ esagerato. Esistono esempi di chiusure di ospedali, ad esempio a San Gallo o a Berna. Ma si tratta di un tema con una forte carica emotiva e circolano tante idee sbagliate: molti pensano che la vicinanza a un ospedale sia fondamentale. In realtà la facilità di accesso a una rete di medici di base è molto più importante.

La popolazione svizzera è sempre più anziana. Quanto fa aumentare i costi questo fattore?
È un fattore decisivo e non è una sorpresa. Sarebbe sbagliato mettere le diverse generazioni l’una contro l’altra. Gli anziani hanno contribuito per tutta la vita alla nostra società, quindi adesso non si può dire che i loro costi medici siano troppo elevati.

Tuttavia, sorge la domanda: quanto dovrebbe costare un anno di vita in più?
Non si può porre la questione in questi termini. Medico e paziente devono stabilire insieme ciò che è meglio fare, e la scelta migliore non è sempre quella più cara. Spesso è ancora un tabù, ma sarebbe utile che all’interno della famiglia si discutesse apertamente e precocemente delle misure di prolungamento della vita che si desiderano o meno alla fine dell’esistenza.

L’iniziativa del partito il Centro per un freno ai costi sarà sottoposta al voto il 9 giugno: se l’aumento dei costi della sanità è nettamente superiore all’incremento dei salari, la Confederazione deve prendere provvedimenti. Perché lei è contraria?
Il meccanismo è troppo rigido. Inoltre collegarlo ai salari non ha senso: le persone invecchiano, la medicina fa progressi. Ciò comporta un aumento dei costi. Tuttavia l’orientamento dell’iniziativa è corretto, ed è per questo che c’è un controprogetto che ritengo intelligente: i fornitori di servizi – come i medici e gli ospedali – devono rendere trasparenti i costi e il loro sviluppo. Quattro anni dopo potremo trarre un bilancio e, se sarà il caso, adottare le misure necessarie.

Sembra un po’ vago...
Avrà un effetto perché il Parlamento concorda sulla necessità di contenere la crescita dei costi. L’iniziativa invece promette troppo: se invecchiamo e vogliamo sempre ricorrere alle terapie più recenti, i costi tenderanno ad aumentare.

Negli ultimi dieci anni i premi sono aumentati del 31% ma i salari solo del 6%. Quando collasserà il sistema?
Il sistema non collasserà. Ma sono necessarie misure per garantire che i costi rimangano sostenibili.

Quali sono le sue ricette più importanti?
Creare reti per un’assistenza coordinata, eliminare i doppioni e organizzare l’intero percorso terapeutico da un’unica fonte. C’è poi la cartella informatizzata del paziente, che documenta la storia clinica del paziente e assicura che i trattamenti non vengano eseguiti due o tre volte. Anche gli ospedali, le casse malati e i medici hanno una grande influenza attraverso le loro tariffe.

Gli oppositori del freno ai costi avvertono che il sì porterebbe a una medicina a due velocità, il che significa che non tutti gli assicurati riceverebbero tutte le prestazioni. È così o si tratta di eccessivo allarmismo?
La verità sta nel mezzo. All’estero le persone con un’assicurazione normale a volte devono aspettare molto a lungo per avere un appuntamento. Se votiamo a favore, ciò potrebbe accadere gradualmente anche qui. Se risparmiamo troppo, da qualche parte verranno a mancare delle prestazioni.

Il 9 giugno sarà sottoposta al voto anche l’iniziativa del PS per premi meno onerosi: vuole limitare l’onere dei premi al 10% del reddito, mentre il resto sarà coperto dallo Stato. Il Consiglio federale è contrario. Perché una famiglia che ne beneficerebbe dovrebbe votare no?
Naturalmente ogni famiglia deve pensare al proprio budget. E rispetto i diversi punti di vista su questa iniziativa. Ma non bisogna dimenticare che nulla è gratis. Una vittoria del sì comporterebbe spese miliardarie per la Confederazione e i Cantoni. Per il finanziamento sarebbero necessarie nuove entrate fiscali o grandi sacrifici in altri settori. Ci sarebbero discussioni difficili su dove risparmiare: nell’agricoltura, nell’aiuto allo sviluppo, nell’esercito, nelle università, nelle assicurazioni sociali? Allora questi temi potrebbero improvvisamente essere in cima alle preoccupazioni insieme all’assicurazione sanitaria.