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Hedy Graber, responsabile Direzione affari culturali e sociali. (Vera Hartmann)

Un impegno che dura da 63 anni

Il Percento culturale Migros è un impegno volontario a favore della collettività, ancorato negli statuti di Migros sin dal 1957. Nel 2018, le dieci cooperative regionali Migros e la Federazione delle cooperative Migros hanno investito 120 milioni di franchi a progetti culturali, sociali e istituzioni, come ad esempio le Scuole Club, l’Istituto Gottlieb Duttweiler, la Ferrovia del Monte Generoso o i quattro parchi Prato Verde di Rüschlikon, Münchenstein, Gurten e Signal de Bougy. 

Il Percento culturale Migros permette a una larga fetta della popolazione di accedere alla formazione e alle offerte culturali e sociali. www.percento-culturale-migros.ch

 

 

 

 

 

 


«Gli artisti e il pubblico ci guadagnano»

Il Percento culturale Migros rimodella il suo sostegno alla cultura stanziando gli stessi fondi, ma tenendo conto delle mutate esigenze degli artisti e delle abitudini del pubblico. In questa intervista Hedy Graber, responsabile della Direzione affari culturali e sociali della FCM, ci spiega in dettaglio cosa cambia
/ 03/02/2020
Pierre Wuthrich

Signora Graber, Migros ridefinisce la sua promozione culturale. Perché vengono cambiate le varie forme di sostegno, benché finora abbiano dato buona prova di sé?
Innanzitutto vorrei dire che non abbiamo mai cessato di rinnovarci. Prendiamo ad esempio il festival della danza Steps, che organizziamo a cadenza biennale. Dalla sua istituzione, nel 1988, ha già subito parecchi cambiamenti. I cambiamenti che stiamo introducendo adesso sono legati all’odierna evoluzione della società. Vogliamo rispondere nel migliore dei modi ai nuovi bisogni di chi fa cultura.

In concreto, come procederete?
Abbiamo sviluppato nuove forme di sostegno. Ad esempio, in aprile lanceremo un bando di concorso denominato «Nuove prospettive». In questo modo intendiamo partecipare alla realizzazione dei nuovi formati del futuro e seguirli nel loro sviluppo. Lo scopo è di incentivare le innovazioni, per renderle accessibili a un pubblico più vasto.

Quali sono i vantaggi per la collettività di questo tipo di promozione culturale?
In quanto promotore culturale privato, Migros ha sviluppato forme di sostegno che, idealmente, vanno a integrare i sussidi statali. Prendiamo ad esempio una compagnia di danza. Sicuramente riceverà dei soldi pubblici per ideare una coreografia, la cui messa in scena però potrà essere eseguita forse solo una o due volte. Ora, grazie alla nostra nuova formula di aiuti chiamata «Diffusione», la compagnia potrà richiedere il nostro sostegno per produrre lo spettacolo più volte. E così ne approfittano sia gli artisti che il pubblico.

Dunque, i vari attori culturali non saranno più sostenuti nel loro lavoro creativo?
Lo saranno, ma soprattutto nella fase preliminare del processo. Per questo abbiamo sviluppato il concetto denominato «Ideazione», che consente agli artisti di affinare le loro idee senza la pressione del tempo. Questa fase che precede il processo di produzione è spesso trascurata, mentre invece è fondamentale.

Comunque, alcuni tipi di aiuto spariranno. È il caso delle borse di studio per i giovani talenti, che permettono loro di intraprendere una formazione in condizioni ottimali. Perché interrompere questo aiuto finanziario?
Continueremo a sostenere le nuove leve, ma in un’altra forma. Anziché dare semplicemente dei soldi, chiederemo ai giovani artisti di cosa hanno bisogno esattamente e li seguiremo in altri modi nelle fasi iniziali della carriera. Vorrei aggiungere che finora queste borse di studio erano riservate a determinate discipline, come la danza, la musica e il teatro. Con il nuovo tipo di promozione culturale queste restrizioni scompaiono, poiché intendiamo rivolgerci a una cerchia più larga di talenti. Ad esempio, un giovane che si dedica alle arti plastiche e che finora non aveva alcuna possibilità di richiedere un aiuto, ora potrà farlo.

Non si tratta quindi di misure di risparmio?
Assolutamente no. La somma complessiva che Migros destina alla cultura resta invariata. Ma se vogliamo sviluppare nuovi progetti, è necessario creare spazio.

Lei parla di nuovi progetti, quali sono?
Ad esempio, estenderemo il nostro sostegno per i giovani artisti a tematiche che i giovani d’oggi ritengono importanti. Stiamo già sviluppando nuovi progetti nel campo delle arti teatrali, delle belle arti e del film. Abbiamo inoltre istituito un sistema di mentoring e coaching in diverse discipline, come la danza, il teatro, la musica. Qui gli aiuti potranno assumere diverse forme, quali la consulenza artistica ma anche un’assistenza in campo amministrativo e di gestione delle finanze. Perché la vita di un artista è fatta anche di questi aspetti.

Nel quadro della nuova politica culturale, puntate sui vostri quattro grandi progetti di lunga durata: i concerti di musica classica, il festival della danza Steps, il festival di musica pop «m4music» e il Migros Museum d’arte contemporanea. Com’è avvenuta questa scelta?
Questi progetti, che concepiamo e realizziamo in proprio, ci distinguono dagli altri promotori culturali. Ad esempio, siamo gli unici in Svizzera a organizzare delle tournée con le grandi orchestre. Questi concerti ci permettono di dare l’opportunità ai giovani musicisti svizzeri di esibirsi in anteprima davanti a un folto pubblico e in auditori prestigiosi della Svizzera.

Molti, però, percepiscono ancora la danza e l’arte contemporanea come tipi di arte elitari…
Può darsi, ma la nostra missione è anche quella di sensibilizzare il pubblico su qualcosa che forse non conoscono ancora. Ad esempio, nel campo dell’arte contemporanea invitiamo già oggi duecento classi all’anno a visitare il Migros Museum für Gegenwartskunst di Zurigo. E intensificheremo ulteriormente questi aspetti della mediazione culturale. Inoltre, nell’ambito di Steps, stiamo istituendo dei corsi in cui gli scolari in tutta la Svizzera possono imparare qualche passo di una coreografia che sarà presentata durante il festival della danza.

Molti operatori culturali regionali sopravvivono grazie ai soldi del Percento culturale Migros. Devono iniziare a preoccuparsi?
Questo sviluppo della nostra politica culturale riguarda unicamente i progetti che sosteniamo a livello nazionale. Ognuna delle dieci cooperative continuerà a essere libera di sostenere chi vuole. Ed è qualcosa di molto positivo, perché esse conoscono molto bene il panorama culturale della loro regione.