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Nel 2024 Set-Jetting, live events e nuove tendenze

/ 30/12/2024
Claudio Visentin

«Il 2020 sarà un anno di grandi viaggi» predisse un noto mago alla fine del 2019. Cos’avrà pensato quando il 16 marzo 2020 il Governo ha proclamato lo stato di emergenza nazionale, con la specifica raccomandazione di evitare qualunque viaggio? L’epidemia è stata la tempesta perfetta per il turismo, tanto che il settore si è ripreso pienamente solo nel 2023. Meglio dunque stare alla larga dalle previsioni… Possiamo però guardare all’indietro e riassumere le nuove forme di viaggio emerse in questo 2024, molte delle quali inevitabilmente daranno l’impronta anche al prossimo anno.

Di alcune tendenze abbiamo già parlato nei mesi scorsi, in particolare di Overtourism, Airbnb, affitti brevi eccetera; forse anche troppo dal momento che, specie d’estate, il tema ha davvero monopolizzato l’attenzione mediatica. Ma abbiamo raccontato anche il viaggio coi propri animali, la filosofia Dupe Travel (la ricerca di alternative economiche alle mete più visitate), Coolcation (le vacanze in Nord Europa per fuggire le torride estati mediterranee) o ancora i nomadi digitali: il termine non esisteva neppure prima del 1997, oggi accomuna 35 milioni di persone nel mondo, la popolazione di uno Stato di medie dimensioni (secondo una ricerca di MBO Partners).

Non è una novità assoluta ma certo ha cambiato scala il Set-Jetting: due terzi dei viaggiatori sono stati influenzati nelle loro scelte di viaggio da film, serie tv o programmi televisivi (+16% rispetto al 2023). Lo stesso presidente francese Macron è intervenuto perché nella quarta stagione della fortunata serie Emily in Paris – dove ha recitato in un cameo anche la moglie Brigitte – la protagonista si concedeva troppe… vacanze romane. Puntuale la risposta del sindaco di Roma Gualtieri: «Caro Macron, stai tranquillo: Emily a Roma sta benissimo. E poi al cuor non si comanda: facciamo scegliere a lei».

Anche la serie HBO White Lotus, premiata agli Emmy per la sua rappresentazione del mondo dei ricchi, ha fatto aumentare del 300% le ricerche su Expedia di Hawaii e Sicilia, dove sono ambientate le prime due stagioni. Inutile dire che, una volta giunti sul posto, molti scoprono una realtà ben diversa da quella immaginata; Parigi sarà pure elegante e romantica, nelle sue ore e angoli migliori, tuttavia spesso è anche una città come tante altre, coi sacchi di spazzatura e i topi. Ma in fondo anche questo contrasto tra virtuale e reale, tra il mondo di Instagram e la realtà quotidiana, è parte del turismo contemporaneo.

Milioni di persone hanno poi viaggiato per partecipare a grandi eventi, il cosiddetto Live Tourism. La nostra società è allo stesso tempo iperconnessa e profondamente frammentata. I social collegano i continenti, ma molte vite restano solitarie. Condividere un’esperienza – lo chiamiamo Live Tourism – diventa così quasi un bisogno. Non a caso le olimpiadi parigine hanno stabilito un record per numero di biglietti venduti (oltre dodici milioni). Anche i grandi concerti spostano milioni di persone. A Woodstock nel 1969 una serie di artisti e band forse ineguagliabili (Joan Baez, Santana, The Grateful Dead, Janis Joplin, The Who, Jefferson Airplane, Joe Cocker, Jimi Hendrix, Blood, Sweat & Tears eccetera) richiamò 400mila spettatori, quando se ne aspettavano dieci volte meno.

Le recinzioni furono abbattute e il festival divenne gratuito, entrando nell’immaginario di una generazione. Ma anche così la maggior parte dei partecipanti arrivava da grandi città degli Stati Uniti, come la vicina New York, ma anche da Los Angeles, San Francisco e Boston. Nel 2024 invece i concerti di Taylor Swift, Coldplay, Bruce Springsteen, Depeche Mode hanno attirato un pubblico proveniente da tutto il mondo. E, secondo una ricerca di Allianz Partners, il 40% dei viaggiatori americani tra i 18 e i 34 anni ha in programma un viaggio per un grande evento pop quest’estate. Ovviamente gli effetti economici sono rilevanti. Si parla per esempio di un «effetto Taylor Swift»: circa un miliardo di dollari di entrate alberghiere aggiuntive negli Stati Uniti, in Europa e in Asia.

Eppure proprio questo turismo di immensi flussi, incanalato, mediatico, concentrato, lascia ampio spazio per scoperte, imprevisti, personali illuminazioni: è quel che auguriamo ai nostri lettori.