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Tra molto ricchi e poveri svizzeri

/ 16/12/2024
Angelo Rossi

Alla fine dell’anno, da noi, si torna regolarmente a parlare di distribuzione della ricchezza. Questo forse perché, avvicinandosi il Natale, i responsabili dei nostri media si ricordano che la stessa è distribuita irregolarmente. Pochi ricchi ne detengono larghe quote, mentre i meno ricchi e i poveri, che rappresentano quasi l’insieme della popolazione, ne detengono solo una piccola parte. Così i 300 miliardari della lista di «Bilanz», ossia i trecentomillesimi della popolazione residente nel nostro Paese, sono proprietari di quasi un terzo, mentre al 99,997% della popolazione toccano solo gli altri 2/3 del patrimonio totale. Difficile in queste condizioni equilibrare i piatti della bilancia della ricchezza. Il piatto dei ricconi sarà sempre più pesante di quello del resto della popolazione. Ma sembra che ci sia poco da fare poiché, in materia di distribuzione del patrimonio, la tendenza di lungo termine, è all’aumento delle disparità.  Anche la distribuzione del reddito, che è l’altra variabile economica suddivisa in modo impari, suscita discussioni. La tesi, stando alla quale, nel corso del tempo, l’ineguaglianza nella distribuzione del reddito aumenta, nel senso che i ricchi diventano più ricchi e i poveri sempre più poveri, non trova però tutti consenzienti.

Si diceva che la distribuzione della ricchezza è un tema del periodo natalizio. Lo provano due documenti che appaiono in prossimità dell’Avvento. Il primo, più conosciuto, è la lista delle 300 persone più ricche della Svizzera che viene pubblicata dalla rivista «Bilanz» alla fine di novembre. La stessa, quest’anno, ci dice che il patrimonio in mano a questo piccolo gruppo di persone, che rappresentano lo 0,003% della popolazione, è oggi pari a 833 miliardi di franchi ed è aumentato del 4,8% durante il 2024. Per dare un’idea di che cosa significano 833 miliardi ricorderemo che il prodotto interno lordo dell’economia svizzera sfiora attualmente gli 800 miliardi. Il patrimonio dei «Paperoni» svizzeri è dunque superiore al valore aggiunto prodotto annualmente dal mezzo milione e più di aziende dell’economia elvetica. Aggiungiamo che, con un tasso di aumento annuale pari al 4,8% il patrimonio in questione può raddoppiare tutti i 15 anni circa. Ovviamente la pubblicazione della lista di «Bilanz» non viene fatta per metter in evidenza la distanza che separa i pochi che hanno molto dai molti che hanno poco. Suggerisce invece che essere straricco deve essere considerato come un titolo di merito. Queste sono le persone che contano nel nostro Paese, naturalmente anche quando non hanno fatto nulla per meritarsi la loro ricchezza perché l’hanno ereditata, come è il caso degli individui e delle famiglie che capeggiano la lista. In Svizzera, nella maggioranza dei casi, ricconi si nasce. Sono infatti sempre poche le «new entries» di questa lista.  Un’altra caratteristica dei ricconi del nostro Paese è che sono spesso di nazionalità straniera o di origine straniera. Non sorprende quindi costatare che la novità di quest’anno è un medico italiano, specialista di estetica, che abita a Lugano, e che ha fatto in pochissimo tempo i suoi miliardi con i Bitcoins. Un po’ diverso è il discorso sulla distribuzione del reddito.

Al contrario deI patrimonio, che è uno stock e si misura a una data fissa (la fine dell’anno per esempio), il reddito è un flusso, cioè quanto si riceve, per esempio per un’attività di lavoro, durante un certo periodo di tempo. Anche il reddito è però distribuito in modo ineguale. Lo dimostrano i dati che vengono pubblicati regolarmente dall’Istituto per la politica economica della Svizzera dell’Università di Lucerna. Gli stessi indicano che attualmente l’1% della popolazione più ricca riceve il 10% del reddito distribuito nel nostro Paese. Essi indicano ancora che il 10% della popolazione più ricca riceve il 30% del reddito distribuito. Se compariamo i dati sulla concentrazione del reddito nelle mani dei ricchi con quelli sulla concentrazione del patrimonio ci accorgiamo che le disparità nella distribuzione del reddito sembrano essere minori di quelle nella distribuzione della ricchezza. Questa differenza deve essere attribuita, secondo noi, al fatto che nel reddito distribuito il reddito del lavoro è importante e che questa componente non si può ereditare. L’istituto lucernese osserva poi che il grado di disparità nella distribuzione del reddito è stabile da 100 anni. Secondo noi buona parte di questa stabilità va fatta risalire all’azione redistributiva che lo Stato realizza con il fisco e con la spesa pubblica. In materia di reddito, dunque, la distanza tra i ricchi e i poveri in Svizzera si mantiene costante.