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De Amicis, travolto dal successo

/ 09/12/2024
Bruno Gambarotta

Torino, seduti al tavolino di un caffè

Edmondo De Amicis: – Professor Lombroso, ricorda? Sei mesi or sono le chiesi una consulenza sui caratteri fisionomici di un ragazzo malvagio e irrecuperabile.

Cesare Lombroso (sfogliando le pagine di Cuore): Ricordo: lei ha dipinto benissimo il ritratto del piccolo delinquente nato: «21 gennaio, sabato. Uno solo poteva ridere mentre Derossi diceva dei funerali del Re, e Franti rise. Io detesto costui. È malvagio. Ci ha qualcosa che mette ribrezzo su quella fronte bassa, in quegli occhi torbidi».

De A: Grazie. Ora ho di nuovo bisogno dei suoi consigli.

L: Di che si tratta?

De A: Di questa lettera anonima. La prego, la legga.

L: Vecchio porco, che cosa ci facevi domenica pomeriggio nella camera 126 dell’albergo Savoia insieme alla Maestrina dalla Penna Rossa? Se non vuoi che tua moglie lo venga a sapere, domattina alle dieci in punto siediti sulla panchina di fronte all’albergo. Firmato: il tuo amatissimo Franti.

De A: Cosa devo fare, professore?

L: Posso farle una domanda?

De A: Se non mi chiede dov’ero domenica pomeriggio…

L: Posso farle la domanda di riserva? Quante sono le maestre che hanno creduto di riconoscersi nel personaggio della Maestrina dalla Penna Rossa?

De A: Dodici, finora.

L: E con tutte e dodici lei…

De A: Professore, l’uomo non è di marmo. Cosa mi consiglia di fare?

L: Faccia quello che le viene richiesto.

Ufficio del Delegato di Polizia

D: Si accomodi, signora. In cosa posso esserle utile?

Maestrina: Lei avrà certamente letto il libro Cuore di Edmondo De Amicis.

D: Beh… diciamo che l’ho sfogliato…

M: Legga (allunga una busta).

D: Cara Porcellona dalla Penna Rossa. Che cosa ci facevi domenica pomeriggio nella camera 126 dell’albergo Savoia assieme al tuo amato autore Edmondo De Amicis? Se non vuoi che venga a saperlo il direttore della tua scuola siediti domani alle dieci in punto sulla panchina di fronte all’albergo. Firmato: Derossi.

D: Questo Derossi lei lo conosce?

M: È il primo della classe! (recita ispirata) «Ma il più bello di tutti, quello che ha più ingegno, che sarà il primo di sicuro anche quest’anno, è Derossi».

D: Mi dica: c’era lei, domenica pomeriggio, nella camera 126 del Savoia?

M: Ma come si permette! Io sono una vera educatrice!

D: Allora in compagnia del De Amicis c’era un’altra maestrina dalla penna rossa.

Da quando è uscito Cuore, a Torino tutte le maestre si mettono una penna rossa sul cappellino.

M: Che cosa mi consiglia di fare?

D: Faccia quello che le chiede. Io sarò nei paraggi.

Panchina vuota di fronte all’albergo Savoia. De Amicis arriva, si siede. Arriva la vera educatrice. Si siede. De Amicis è turbato da quella presenza imprevista. Compare la moglie di De Amicis: È vero, dunque!

De A: Cara, che sorpresa! Cosa fai qui?

Signora De A: Che ci fai tu qui piuttosto, con la maestrina dalla penna rossa!

M: Ma come si permette! Io sono una vera educatrice!

Sig.ra De A: Zitta tu! (Estrae dalla borsa una lettera anonima) Se vuoi sorprendere tuo marito con la maestrina dalla penna rossa vai domani alle dieci alla panchina di fronte all’albergo Savoia. Tuo Votini. «Quello molto ben vestito, che si leva sempre i peluzzi dai panni». (trionfante) E adesso?

M: Anch’io sono qui per una lettera anonima.

Sig.ra De A: Ma mi faccia il piacere!

Compare il Delegato di polizia: – Permette, signora? Delegato di polizia Pautasso. La signora è venuta da me denunciando una lettera anonima e io l’ho invitata a eseguire quanto le veniva richiesto.

Sig.ra De A: Una lettera anonima? Anche a lei? E cosa dice di bello?

D: Il contenuto non ha importanza. Quello che conta è che convocava la signora alle dieci su questa panchina.

Sig.ra De A: Va bene. Ma tu (rivolta a De Amicis) che cosa ci facevi su questa panchina? Io una spiegazione ce l’ho! Le lettere le hai scritte tu!

De A: Questa è una logica tutta femminile! Capisco convocare la signora qui presente, ma perché avrei dovuto mandare un invito anche a te?

Sig.ra De A: Allora perché sei qui?

De A: Perché anch’io ho ricevuto una lettera anonima. Il professor Lombroso che per puro caso si trova là sul marciapiedi di fronte, può confermarlo.

L: Sì, ma posso anche confermare che l’intuizione femminile della signora De Amicis ha colpito nel segno.

De A: Come sarebbe?

L: Lei è stato travolto dal successo, ma nel suo intimo sente di non meritarlo completamente. Allora una parte di lei, quella che fra sedici anni il dottor Freud chiamerà subconscio, ha deciso di punirla facendo ribellare i suoi personaggi contro il loro creatore. Un interessante caso di sdoppiamento della personalità. Non mi stupirei se fra qualche anno lei aderisse al socialismo.