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Airbnb trasformerà il Colosseo in un’arena turistica?
Claudio Visentin
Nell’antica Roma gli scontri tra gladiatori erano organizzati da magistrati, politici o imperatori in cerca di consenso. Ora quel ruolo sembra passare ad Airbnb. Infatti in occasione dell’uscita del film Il gladiatore II, diretto da Ridley Scott, la piattaforma online specializzata negli affitti brevi ha deciso di offrire a sedici turisti la possibilità di rivivere l’esperienza dei gladiatori, combattendo in costume storico nel Colosseo. I duellanti si misureranno per tre ore su una piattaforma di legno al centro dell’arena più famosa del mondo, interamente a loro disposizione: «Sentirai l’adrenalina, la sabbia tra le dita e il peso dell’armatura. Sentirai l’eco dei gladiatori passati nelle catacombe del Colosseo e l’inconfondibile cozzare dell’acciaio nell’arena. Vedrai il riflesso della luna sulla pietra di travertino attraverso il sudore che ti cola sul viso. Diventerai un gladiatore». I partecipanti saranno sorteggiati tra i nuovi iscritti e l’evento è previsto per maggio 2025. L’esperienza sarà gratuita, ma i vincitori dovranno organizzare per conto proprio il trasporto e l’alloggio nella Città Eterna.
Forse immaginando già possibili obiezioni, Airbnb ha preparato tutto per bene: l’evento si svolgerà dopo il tramonto, al di fuori degli orari di apertura del Colosseo, senza limitare l’accesso al pubblico abituale; e, grazie al coinvolgimento di esperti, la ricostruzione storica sarà accurata. Oltre a farsi carico di tutti i costi, Airbnb donerà un milione e mezzo di dollari per la conservazione dell’anfiteatro. Sulla base di queste garanzie, il Parco archeologico del Colosseo ‒ che gestisce la struttura per conto del Ministero dei beni culturali ed è dunque vicino al Governo ‒ ha dato il suo consenso.
Anche così, tuttavia, le critiche non sono mancate, soprattutto dall’amministrazione cittadina, controllata invece dalle opposizioni. L’assessore alla cultura di Roma ha chiesto di ritirare il piano, denunciando «un uso avvilente del nostro patrimonio storico-artistico». E anche la presidente della Commissione cultura della città ha invitato a «evitare che diventi luogo di goliardia per pochi eletti». Sarebbero critiche accettabili se non fosse che, quando tocca a lui, il Governo cittadino non se la cava molto meglio.
In passato per lungo tempo finti centurioni hanno infastidito i turisti intorno al Colosseo, offrendo la possibilità di scattare fotografie in cambio di denaro. E dopo la chiusura della Fontana di Trevi per lavori di restauro, la Sovrintendenza capitolina ai beni culturali ha installato una vasca sgraziata per permettere ai visitatori di esprimere desideri e lanciare monete nell’acqua come da tradizione (senza contare che il precedente restauro della fontana nel 2015 fu finanziato interamente da un noto marchio della moda).
Per tornare ai gladiatori, se la decisione spettasse a me sarei in sincero imbarazzo. D’istinto, la proposta non mi convince, ma forse non è neanche la fine del mondo. Dopo tutto, anche al tempo di Roma antica il Colosseo ospitava spettacoli violenti, plebei, pensati per compiacere il gusto facile delle masse. Inoltre, in diversi siti archeologici le rievocazioni storiche vanno di moda ed è comune lo sforzo di dare al visitatore un ruolo più attivo. E poi l’affitto per una sera soltanto porta in cassa parecchio denaro. Insomma perché no, si potrebbe dire.
Ma forse la questione è più complessa e va molto al di là dello specifico evento. Molti cittadini sottolineano come da tempo Airbnb abbia trasformato l’intero centro storico di Roma (e non solo il Colosseo) in un grande parco a tema. E mentre la città si prepara al Giubileo 2025, con milioni di altri visitatori in arrivo, montano le proteste contro l’Overtourism. I residenti lamentano che è sempre più difficile trovare case in affitto a prezzi ragionevoli; non ci sono ancora prove certe della colpevolezza della piattaforma online, ma certo molti sospetti. Per questo negli ultimi anni Roma, come quasi tutte le grandi città turistiche, ha adottato diverse misure per regolamentare e controllare l’attività di Airbnb. Intanto gli attivisti rimuovono gli smart locker per il check-in automatico, lasciando al loro posto un cappello di Robin Hood e un messaggio: basta affitti brevi. E ai gladiatori chi ci pensa più.