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Da grande voglio fare lo youtuber

/ 11/11/2024
Alessandro Zanoli

Ne abbiamo letto spesso e, su queste pagine, nei precisi e approfonditi contributi di Simona Ravizza. Ma quando capita di sentirlo con le proprie orecchie fa un certo effetto. Il bambino seduto a tavola al nostro fianco ha nove anni. Come succede nelle conversazioni occasionali con i bambini, tanto per mantenere un minimo di conversazione nella convivenza ravvicinata, scocca la classica domanda: «Che mestiere vuoi fare da grande?». La risposta non è altrettanto scontata. Sorprende al punto che gli si chiede di ripeterla, per timore di non aver capito bene. «Lo youtuber!».

Momento di silenzio tra i presenti (sembra di notare un certo imbarazzo nei genitori). La cosa mi colpisce, e penso «finalmente!», contento di trovarmi di fronte una vera esperienza di antropologia digitale contemporanea. Gli chiedo subito cosa gli piace di quel mestiere. Lui chiarisce, con precisione e puntiglio, che vuole diventare uno di quegli youtuber che danno consigli su come si affrontano i videogiochi. Mi dice che i loro video sono una fonte di informazioni molto utile per quelli come lui che hanno da poco ricevuto in regalo una consolle di gioco. Gli piace il loro modo di raccontare divertente ma pratico, che permette di terminare le avventure e di gustare fino in fondo videogame che altrimenti sarebbero molto difficili da giocare.

Dopo il primo momento di sorpresa, rifletto sul fatto che il piccolo ha una certa ragione. Al di là dei suoi aspetti edonistici, esibizionistici, Youtube è oggi una fonte di informazione assolutamente preziosa. Ci verrebbe da associarla all’opera divulgativa del celebre Maestro Manzi, il simpatico docente che dalla TV RAI degli anni 60 alfabetizzava gli italiani nell’epoca del boom economico e di cui si ricorda di questi tempi il centenario dalla nascita.

Cosa pensate voi di Youtube? Come lo usate? Per quello che mi riguarda passo anche delle mezz’ore a seguire video con istruzioni per lavoretti di bricolage, restauri impossibili di strumenti musicali antichi, ricette di cucina, documentari d’argomento storico e scientifico. Essendo il redattore di queste note completamente estraneo agli argomenti più in voga nella televisione attuale (reality, quiz, esibizione di atrocità e mostruosità di vario genere) ho trovato in Youtube una fonte direi (e senza vergognarmi) «educativa», di non poco valore. Un po’ sull’immagine della TV concreta e ambiziosa, e magari retorica e sentenziosa, con cui sono cresciuto.

Se mi avessero predetto una cosa del genere anni fa sarei probabilmente inorridito. Ma da questo punto di vista, inorridisco molto meno di fronte all’ambizione del piccolo e simpatico commensale. A volte, i video mostrano professionisti, artigiani, tecnici specializzati dalla competenza e dalla capacità davvero fuori dal normale. Chi li produce merita l’attenzione del pubblico e, tutto sommato, anche di ottenere un guadagno dalla sua attività di videomaker.

Sulla scia di queste considerazioni si ridimensiona quindi il giudizio iniziale sul piccolo interlocutore. Anche lui segue persone la cui capacità è degna di essere premiata. Esistono poi casi diversi e tutti conosciamo le disavventure in cui incorrono certi youtuber famosi. Ma, viene da pensare, chi occupa la scena solo a fini di autopromozione «edonistica» alla fine stanca il proprio pubblico. In margine al caso Ferragni, ad esempio, molto analisti e specialisti del settore della comunicazione digitale hanno osservato che il modello della youtuber milanese non era più soddisfacente. Stava perdendo terreno di fronte a nuovi modi di comunicare. Oggi gli sponsor non privilegiano più (o non più solo) personaggi ad alto potenziale di esposizione ma preferiscono youtuber dal seguito magari minore, ma più fedele, spettatori che ricercano una reale competenza nel settore di interesse (make up, cucina, hobbies, eccetera).

Il bello della chiacchierata con il piccolo aspirante youtuber viene comunque verso la fine della cena, quando, rotto il ghiaccio e conquistata un po’ di familiarità, ci racconta con entusiasmo delle sue avventure in campagna, nella fattoria dello zio, tra galline, pecore e capre. Gli auguriamo che possano diventare anche quelle argomento della sua futura carriera e che possano essere apprezzate quanto le abbiamo apprezzate noi. La tecnologia, dicevamo, è più bella quando si basa su fatti di vita concreta.