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Inviate le vostre domande o riflessioni a Silvia Vegetti Finzi scrivedo a: La Stanza del dialogo, Azione, via Pretorio 11, 6900 Lugano; oppure a info@azione.ch (oggetto La Stanza del dialogo)  


I giovani di fronte alla relazione tra i sessi

/ 02/09/2024
Silvia Vegetti Finzi

Cara Silvia,
la chiamo così perché la considero una maestra prima, una collega poi. Ho studiato sui suoi libri, seguito le sue conferenze, letto i suoi articoli e ora sono qui per chiederle un aiuto. Mi è stato chiesto dalla dirigente di un Liceo classico di parlare a studenti e studentesse della difficoltà di rapportarsi tra di loro. In particolare dovrei affrontare un argomento scottante: il senso di colpa che turba i maschi in quanto tali, per le indiscriminate accuse di violenza rivolte dai mass media al genere maschile quando avvengono abusi o delitti contro le donne. E dall’altro lato, la paura che avvertono tutte, di qualsiasi età, per la loro incolumità.
So che dovrei rassicurare i giovani che mi preparo a incontrare, prospettare loro orizzonti di fiducia, di speranza, e di amore. Ma non sono sicura di riuscirci. Mi scriva, la prego, qualche suggerimento./
Alessandra

Cara Alessandra,
e relazioni tra i sessi non sono mai state facili, ma un tempo erano gestite dalla famiglia e dalla società attraverso una fitta rete di precetti morali, divieti e controlli che ora consideriamo insopportabili. Quella situazione, definita «patriarcale», costringeva le donne a transitare da due rapporti di sottomissione: dal padre al marito. Ma, nel giro di mezzo secolo, dagli anni 70, tutto è cambiato. La minaccia di gravidanze indesiderate è stata superata da metodi contraccettivi piuttosto sicuri, mentre le lotte di emancipazione e le rivendicazioni del Femminismo hanno permesso alle donne la gestione autonoma dei loro corpi e delle loro vite.

Mutamenti così radicali sono però accaduti talmente in fretta che la nostra mente è rimasta spaesata e confusa. Il padre di famiglia, da figura centrale è diventato marginale e le famiglie attuali ruotano piuttosto intorno alla madre. Di conseguenza i figli, privi di figure maschili di riferimento, non sanno più chi sono e che cosa vogliono. Nel rapporto con le coetanee, spesso più brave a scuola, più sicure di sé, più capaci di fare gruppo tra loro, si sentono goffi e impacciati. In questa condizione di disagio, l’accusa generica di atti di violenza contro le donne, che i social rivolgono indiscriminatamente a tutti i giovani maschi, non fa che aggravare la loro crisi d’identità inducendoli a rinunciare all’innamoramento, una passione che ha sempre avuto un effetto strutturante ed evolutivo, anche a costo di suscitare grandi infelicità. Dal versante femminile le ragazze, spaventate da frequenti episodi di abusi e violenza da parte di coetanei, preferiscono non impegnarsi in un relazione costruttiva, rinviare la decisione impegnativa di «mettersi in coppia» preferendo sostare più a lungo nel gruppo adolescenziale delle amiche.

Una riflessione collettiva s’impone perché la relazione tra i sessi è il motore della crescita personale e dell’evoluzione sociale. Ma non è facile affrontarla in quanto, mentre nell’infanzia si possono promuovere tra bambini e bambine interazioni di amicizia, solidarietà e collaborazione, con la pubertà subentrano impulsi e desideri erotici difficili da esprimere, condividere e governare. Soprattutto per generazioni cresciute secondo il «Principio di piacere»: voglio tutto subito. Un’economia, quella del piacere, che giustifica rapporti sessuali casuali e superficiali, lasciando insoddisfatta la necessità di dar senso e valore alla propria vita, di delineare un futuro condivisibile e desiderabile. Abbiamo messo maschi e femmine negli stessi banchi ma ci siamo dimenticati di insegnargli che sono uguali e diversi e che, per vivere insieme, devono trasformare la differenza in reciprocità. Ma non è mai troppo tardi per impostare programmi educativi all’altezza dei tempi, tanto più che le nuove generazioni si aspettano dagli adulti attenzione, ascolto, senso di responsabilità, non solo dichiarati ma testimoniati. Una risposta che nel suo caso non mancherà. Grazie per la fiducia che mi dimostra e che estendo a tutti i lettori attendendo il loro parere.