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Per le zanzare niente moratoria?
Ovidio Biffi
Cara redazione,
frequento saltuariamente le dimore di almeno due giornalisti (uno ex-direttore di «Azione») e questa dimestichezza mi suggerisce di cercare nei lettori un po’ di comprensione. Avrete letto o sentito parlare dell’idea di una Associazione svizzera per la protezione del clima di proporre una moratoria per i gatti: la castrazione non basta più; vogliono impedire la crescita della popolazione felina anche con divieti di importazione e freni all’allevamento.
La motivazione addotta è quella di far calare la produzione del cibo per gatti che starebbe generando, secondo gli ambientalisti, emissioni dannose per il clima. In aggiunta – ed è questo che mi preoccupa maggiormente – la moratoria attacca il forte istinto di caccia dei gatti che, sempre secondo le solite stime «a spanna», in Svizzera causerebbe ogni anno la perdita di 30 milioni di uccelli e di mezzo milione di rettili e anfibi.
Vabbè, ammetto che qualche lucertola ogni tanto finisce come trofeo anche nel mio soggiorno e di aver avuto un’attrazione forte verso i passeri, ma da qualche anno mi sono imposto dei limiti: mi sono specializzato in avèrle,quei piccoli passeracei che tornano da noi in maggio dai loro quartieri invernali in Africa. Perché le avèrle? La mia risposta è ferma: perché sono uno dei killer più spietati che il regno animale (uomo compreso) tollera senza fiatare. Anzi: BirdLive Svizzera è arrivata al punto di proporre l’avèrla come «uccello protetto» del 2020! A chi non mi crede indico il brano di una rivista specializzata, scelta per garantire un parere neutrale: «L’avèrla piccola si nutre principalmente di cavallette, grilli, coleotteri, ragni, bombi, vespe e piccoli vertebrati.
Quando ha abbastanza cibo, infilza una parte delle sue prede sulle spine di arbusti per avere cibo di scorta quando la disponibilità di prede sarà ridotta, per esempio durante i giorni di pioggia. In Ticino è conosciuta con i nomi dialettali di “Stregazzöla”, “Strangòzzula” o “Gazòt”». Ecco, anch’io sono una sorta di «equalizer» ambientale: combatto questo «Jack lo squartatore alato» delle siepi perché, oltre a eliminare piccoli animali, è uno dei maggiori responsabili della sparizione di insetti importanti per l’ecosistema. Ma ad animalisti e difensori dell’ambiente questi dettagli sfuggono.
Quanto alle emissioni dannose per il clima, sarebbe interessante conoscere perché chi le combatte abbia scelto come vittime i gatti e non altri animali domestici fortemente dipendenti dal cibo che i loro padroni acquistano. A proposito di salvaguardia dell’ecosistema, l’altro giorno, sulla scrivania di uno dei giornalisti che frequento, ho visto la fotocopia di un articolo di ForumFinanza online con questo titolo fantozziano: «Il peto e il surriscaldamento del pianeta». Penserai che io voglia citare Silvano Toppi che per Ferragosto, da naufrago ospite del blog di Aldo Sofia, ha trattato il problema dei gas emessi dai bovini. Quisquilie! L’articolo sbirciato prende in esame addirittura l’essere umano, colpevole di rilasciare da 0,5 a 1,5 litri di gas al giorno! Più ancora impressiona la conclusione dell’inchiesta: un uomo, in sostanza, inquina come una vettura diesel che ogni giorno percorre 100 km! Normale che gli ecologisti si dicano «sempre più preoccupati per il pesante intervento esercitato dalla nostra specie sull’importante ciclo biogeochimico dell’azoto».
Sarà quindi l’uomo il nuovo bersaglio degli ambientalisti senza riguardo nemmeno per i propri adepti? Mentre ci pensavo ho notato che a tener ferma la fotocopia c’era la bomboletta di un potente insetticida, usato contro le zanzare. Ecco come finire la mia arringa in difesa dei gatti: consigliare agli studiosi che si occupano della scienza del sistema Terra di lanciare una moratoria mondiale contro le zanzare. Quella sì che sarebbe una «gattata»!
Cari redattori di «Azione», alla speranza che concederete spazio alle mie accorate argomentazioni sul vostro giornale unisco viva cordialità. Ah, mi presento: sono Pedro, soriano di via Corte a Pregassona, killer ormai vicino alla pensione.