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Vademecum per lavorare in viaggio

/ 17/06/2024
Claudio Visentin

Immaginate di avere un lavoro da finire e un lungo viaggio solitario davanti a voi. Sulla carta è una combinazione perfetta. Di certo funziona molto bene se viaggiate in treno (ecco un’altra ragione per preferire il treno all’aereo, oltre al minor impatto ambientale). Un biglietto di prima classe, magari in area silenzio, ha comunque un costo ragionevole, tanto più se coi guadagni del vostro mestiere compensate la spesa. E in effetti il treno è forse il luogo dove lavoro meglio. Mi concedo solo una distrazione; per qualche tempo dopo la partenza guardo con curiosità i quartieri popolari attraversati dai binari. Mi affascinano questi luoghi, periferici eppure aperti al mondo grazie ai treni che scivolano verso Paesi lontani; solo il pittore americano Edward Hopper ha saputo coglierne la poesia nascosta, per esempio nel suo quadro Entrando in una città, 1946. Ma non appena il treno raggiunge la velocità di crociera, il paesaggio visto dal finestrino sfuma in una sequenza indistinta di colori e trovo facilmente la giusta concentrazione. A volte l’arrivo mi sorprende nel pieno di progetti e pensieri.

L’aereo è un’altra questione. Per cominciare la prima classe andrebbe benissimo anche qui, anzi c’è proprio una Business Class riservata a chi viaggia per affari, ma ha un costo proibitivo (per quanto più abbordabile della prima classe) e spesso per lavorare bisogna dunque creare con maggior sforzo un proprio spazio in Economy Class. Per fortuna le alternative non sono particolarmente attraenti. La conversazione col vicino è una roulette russa: può essere divertente o micidiale, ma questo lo si sa sempre dopo. Oppure ci si può arrendere alla routine un poco infantile della continua alternanza tra cibo, sonno, videogiochi, film popolari. Ma non è niente di esaltante, a cominciare dall’alimentazione. Per i comuni passeggeri, i menu sono spartani (quando ci sono) e in ogni caso in volo, per via della cabina pressurizzata e della poca umidità, i sapori risaltano meno (con qualche eccezione: il succo di pomodoro è più apprezzato in cielo che in terra). Per questo le grandi compagnie aeree si affidano a sommelier con competenze specifiche per scegliere vini che conservino un gusto gradevole anche ad alta quota. Vi farà piacere sapere che in genere i rossi ricchi di tannini danno il peggio di sé, mentre il «nostro» Merlot è semplicemente perfetto (insieme a Pinot e Shiraz).

Divagazioni gastronomiche a parte, dunque anche in aereo si potrebbe impiegare utilmente il proprio tempo; e tuttavia non è facile, specie nelle ore precedenti il decollo, quando ci si muove tra check-in, controlli di sicurezza, gate di imbarco. E anche durante il volo lo spazio individuale è minimo e aprire il portatile può essere già una sfida. La mancanza di connessione invece è un vantaggio piuttosto che un limite. Aiuta a evitare distrazioni (niente e-mail o chiamate di emergenza) e a concentrarsi su un compito; è comunque possibile sbrigare l’arretrato di messaggi, che partiranno tutti assieme dopo l’atterraggio.

I viaggiatori più esperti aggiungono altri consigli. Evitate come la peste il sedile centrale, per ovvie ragioni; scegliete invece il posto verso il corridoio, per avere maggiore libertà di movimento. Accertatevi prima della partenza di aver caricato al massimo tutti i dispositivi elettronici. Create una cartella del computer con i documenti necessari che non potrete scaricare dalla rete, ma comunque in linea di principio scegliete un progetto che richieda più strategia e invenzione che documentazione. Date la preferenza a un volo diurno, per non trovarvi a combattere col sonno. E ricordate le cuffie per cancellare il rumore. Un posto libero di fianco o un vicino magro e taciturno aiutano parecchio, in ogni altra situazione spiegate gentilmente (ma fermamente) la vostra situazione, scusandovi del silenzio.

Soprattutto accettate i vostri limiti. Non siamo tutti uguali. Se alcuni preferiscono portarsi avanti col lavoro, per avere all’arrivo lo spirito più leggero e maggior tempo libero a disposizione, altri dopo numerosi fallimenti non ci provano neppure più. Meglio allora leggere un libro, recuperare preziose ore di sonno e soprattutto godere la vista del mondo dal sedile del finestrino: il posto dei viaggiatori e dei sognatori.