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Un film sul grande Mike Bongiorno
Bruno Gambarotta
Mike Bongiorno nasce a New York il 26 maggio 1924 e muore a Monte Carlo l’8 settembre 2009, all’età di 85 anni. Il centenario della nascita è l’occasione per raccontare con un film in due puntate la vita e le imprese di un personaggio che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della televisione italiana. Mike è il titolo del film in corso di realizzazione. Due sono gli attori chiamati a ricoprire il ruolo del protagonista, rispettivamente il Mike giovane (Elia Nuzzolo) e il Mike adulto (Claudio Gioè). Un compito quanto mai arduo poiché milioni di spettatori in là con gli anni non potranno fare a meno di richiamare dalla memoria il Mike vero e confrontarlo con i suoi epigoni. Non ho avuto mai l’occasione (e la fortuna) di conoscere Mike e di vederlo da vicino all’opera. Nonostante questa lacuna, sono stato scritturato dalla produzione del film nell’impegnativo ruolo di «consulente storico».
Nei primi anni del mio impiego presso il centro di produzione Rai di Torino, lavoravo come cameraman, il mio habitat erano gli studi televisivi. Per mettere in scena gli esordi di Mike nei vari programmi che l’hanno reso celebre è stato necessario allestire gli studi e riprodurli nei dettagli tecnici com’erano in quegli anni. Ed esclusivamente su questo aspetto sono stato chiamato a dare ogni volta il mio «placet». Mike Bongiorno ha lavorato per lo più a Milano sia negli studi della Fiera sia in quelli di via Sempione, con qualche episodio a Roma, mai a Torino. Nonostante ciò gli studi sono studi ricostruiti in questa città poiché qui, nella sede Rai di via Verdi, si trova il ricchissimo museo della Radio e della Televisione. A Torino Mike ha vissuto gli anni della giovinezza e ha frequentato il liceo. Era con la madre nata a Torino e qui ritornata mentre il padre era rimasto a New York impegnato a rimediare all’azzeramento dei suoi beni causato dal crollo del ’29.
Nel film rivivremo l’esordio di Lascia o raddoppia?. E prima ancora: sapevate che Mike era già in onda il primo giorno dell’avvio dei programmi? Era il 3 gennaio 1954, esattamente 70 anni fa. Vittorio Veltroni è stato il primo direttore del telegiornale. Morto ancora in giovane età, era il padre del futuro leader politico Walter. Aveva ideato il programma Arrivi e partenze. In un salotto vecchio stile dotato di due ampie poltrone, Mike, grazie al suo perfetto bilinguismo italiano e inglese, riceveva e intervistava personaggi appena sbarcati all’aeroporto di Roma. In quella puntata d’esordio, erano riusciti a trovare all’ultimo momento un solo ospite e prima di farlo entrare in studio avevano appena fatto in tempo a scrivere su un cartello il suo nome: Giuseppe Ungaretti. L’americano Mike ignorava chi fosse ed è spettacolare la sua abilità nel rimontare l’handicap con le domande.
Ho accettato senza esitazione la proposta di fare il consulente storico perché provo una perenne nostalgia per l’aria che si respira vivendo dentro il set di un film, che sia un colossal o una mini produzione. Quel fervore, quell’eccitazione che nasce dalla sensazione di lavorare in un cantiere nel quale ogni qualvolta l’opera è compiuta, ovvero la sequenza è stata girata, si smonta tutto e si inizia a lavorare al prossimo allestimento. Però in quest’occasione vivo un’esperienza per me inedita. Non appena mi affaccio sul set, il primo componente della troupe che mi avvista corre a prendere una sedia e mi fa accomodare davanti ai monitor della regia, un altro mi domanda se gradisco un caffè, un dolce o altro a scelta. Il più anziano di loro è nato mezzo secolo dopo di me. Sui quotidiani della mia infanzia compariva ogni tanto la fototessera di un garibaldino con la notizia in poche righe: «È morto l’ultimo dei Mille». Ma non era mai veramente l’ultimo: dopo un po’ ne spuntava un altro. Qui non sono l’ultimo ma esperimento quello che prova un oracolo quando si degna di scendere in mezzo ai mortali. Di tanto in tanto qualcuno chiede il mio parere su qualche dettaglio. I miei dubbi, le mie incertezze non devono trapelare. I ragazzi hanno bisogno di certezze.