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Benvenuto centro Ice&Bike

/ 22/04/2024
Giancarlo Dionisio

L’hockey ticinese ha fame di ghiaccio. Il ciclismo ticinese anela a percorsi sicuri. Nel primo caso servono soldi e lungimiranza. Nel secondo, la missione parrebbe impossibile. Per anni, Ticino Cycling si è arrabattata tra pubblico e privato, tra marsine da tirare, ipotesi, promesse, rinunce e delusioni. Lo ha fatto per poter avere un velodromo adatto alla formazione delle giovani leve, ma anche per offrire agli amatori la possibilità di pedalare in sicurezza. Ne va della sopravvivenza del movimento giovanile, che negli ultimi decenni si è notevolmente assottigliato. Ha subito una contrazione costante, anche a causa del ventennio nero del doping (grosso modo 1990-2010), che oggi sembrerebbe sgamato, punito e, si spera, sconfitto e sepolto. La credibilità si fa in fretta a perderla. Ma è molto più lenta da riconquistare. A scatenare timori e fughe, purtroppo non quelle esaltanti dei campioni, hanno contribuito anche l’aumento del traffico e l’avvento dei telefonini. Non è piacevole, a volte è persino letale, fare i conti con una generazione di automobilisti perennemente distratti dai display dei loro apparecchi.

Lo spostamento dalla strada, in sella a una bici da corsa, verso sentieri e mulattiere, in sella a una Mountain Bike, è stata la logica conseguenza. Non credo sia un caso che i nostri due attuali corridori di punta, Filippo Colombo e Linda Zanetti, siano nati e cresciuti come Bikers. Ma gli stradisti non ci stanno. Dalla loro hanno la tradizione, la storia, l’epica di una disciplina sportiva affascinante che ha emozionato generazioni di appassionati. Tuttavia il Ticino non è l’Olanda, e neppure il Belgio. Anche in numerosi cantoni rurali della Svizzera interna, i giovani pedalatori beneficiano di condizioni più protette, e più rassicuranti per i genitori.

Sono queste le ragioni che hanno spinto i dirigenti di Ticino Cycling a lottare per un velodromo di formazione. Sull’anello parabolico, si può cadere, ovvio, e questo fa parte dei rischi del gioco. Ma si impara anche a condurre la bicicletta in condizioni meno stressanti. E se la pista è densamente occupata, si affina persino la capacità di stare in gruppo, di limare, di vivere i contatti gomito a gomito con una certa «nonchalance» per poi tornare sulla strada con un bagaglio tecnico arricchito.

Tra meno di due anni tutto ciò sarà realtà. Dall’iniziativa di un imprenditore locale (Gianni Ochsner) sta nascendo, sul territorio di Sigirino, una struttura multifunzionale che ha del miracoloso. Conterrà una pista di ghiaccio alla quale l’Hockey Club Lugano sta già facendo gli occhi dolci, al pari del club di pattinaggio artistico, spesso costretto a programmare sedute di allenamento a orari impossibili, il mattino presto, o la sera tardi. Le cinque corsie per il curling consentiranno la disputa di gare valide per i campionati ticinesi e svizzeri, e in prospettiva non si esclude che possano ospitare anche sfide di livello internazionale. I tre simulatori per sci alpino e sci di fondo serviranno soprattutto a effettuare dei test relativi alla postura e alla misurazione di potenza.

Completeranno il polo sportivo una palestra, un centro di medicina sportiva gestito da Ars Medica, bar, ristorante e ostello. Pardon, me ne stavo dimenticando, ci sarà anche un velodromo, con all’interno due ulteriori mega-palestre. Tutto definitivo, tranne l’anello, che sarà provvisorio, per la durata di sette anni, in attesa che Ticino Cycling trovi una sistemazione. Intanto i dirigenti pregustano questa novità che vale ossigeno. Il sorriso si allarga anche all’Italia, dove la penuria di impianti del genere è endemica.

Ci si può contare, il nuovo centro multitasking di Sigirino sarà un successo, anche perché, oltre che dei capitali privati, godrà anche del sostegno della Città di Lugano, che già da tempo ha sottoscritto due convenzioni per regolarne il finanziamento, in ragione di dieci milioni di franchi sull’arco di sette anni. È un esempio virtuoso di partenariato tra privato e pubblico, senza il quale Lugano, già massicciamente impegnata con la realizzazione del Polo Sportivo e degli Eventi, avrebbe dovuto investire cifre ben superiori per garantire suolo, pista e ghiaccio a chi lo richiede a viva voce.

Dopo aver girato il cantone per anni alla ricerca di un terreno sul quale edificare il suo velodromo, Ticino Cycling beneficerà quindi di un periodo di tregua. Se poi Sigirino sarà una tappa intermedia, oppure l’approdo finale, ce lo dirà il tempo.