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Il diario elettronico

/ 01/04/2024
Alessandro Zanoli

I nostri smartphone, per poco che si possa parlarne male, hanno il difetto dell’ambivalenza. Occorre dirlo. Sono in grado di mandarci messaggi contraddittori. Da un lato ci esortano a vigilare sulla nostra assiduità nell’uso. Chi scrive riceve, ad esempio, ogni lunedì mattina un rapporto sull’utilizzazione fatta nel corso della settimana precedente. («Attenzione, questa settimana hai usato il telefono per X ore: imposta ora una pausa di utilizzo che ti permetta di limitare le ore di uso»). D’altro canto, nel giro di qualche minuto riceviamo invece questo messaggio di tenore del tutto diverso: «Salve. Hai mai provato a compilare il tuo diario giornaliero? Prendi l’abitudine. Ricevi una notifica quando è ora di scrivere nel diario in base al tuo programma personalizzato».

Per gli utenti meno avvezzi alla scrittura di un diario, attività impegnativa certo, ma la cui pratica va lasciata comunque all’istinto personale, il programma suggerisce alcuni spunti di grandissima banalità: «Descrivi una persona nella tua vita per la quale provi gratitudine»; «Pensa a un brano che ti piace molto. Che sensazione hai provato quando l’hai sentito per la prima volta?»; «Cosa rifaresti in modo diverso tra le attività che hai svolto oggi?». Ora, stupisce pensare che esista da qualche parte nel mondo un programmatore che seriamente creda nell’efficacia di questi suggerimenti. In primis anche per motivi di facilità d’uso. Avete mai provato ad articolare qualche riflessione appena un po’ elaborata e con un minimo di senso compiuto digitando sulla micro-tastiera di uno smartphone? Più la frase necessita di approfondimento e di respiro, più i pensieri si rincorrono veloci e più gli errori di battitura vi obbligano ad acrobazie della motricità fine.

Ma il punto non è tanto questo: in fondo ognuno si complica la vita come meglio crede. La cosa che preoccupa un po’ è vedere come i programmatori delle app si addentrino in territori psico-sociologici, cercando di trasformare gli smartphone in supporti utili alla nostra vita interiore. Noi pensavamo che questi potenti apparecchi potessero semplicemente servire a rendere più agevoli e funzionali le necessità pratiche della nostra quotidianità. Pagare le fatture, cercare informazioni, leggere i giornali, mandare messaggi ad amici e parenti, alla peggio leggere qualche libro o passare il tempo con qualche giochino. Le ambizioni dei programmatori invece, sembrano voler spingere tutto questo ben oltre. Traslando direttamente in forma elettronica conoscenze e tecniche mutuate probabilmente dal mondo del coaching, ecco che il nostro smartphone aspira a diventare il nostro consigliere, il nostro amico fidato, il nostro confidente intimo.

Già si intravvedono le possibilità che l’uso dell’intelligenza artificiale aprirà a questa nuova confidenza digitale. Il nostro apparato tascabile si appresta a diventare il nostro principale consigliere e collaboratore quotidiano, in un dialogo virtuale che ricorda quello di molti film fantascientifici. Del resto lo è già: vi è capitato di notare come ormai il cellulare sia un commensale immancabile nelle nostre cene con amici? Non si riesce a non utilizzarlo per verificare la provenienza del vino che ci propongono, per mostrare le foto dell’ultima vacanza, per consigliare acquisti o suggerire destinazioni turistiche.

Un consiglio che ci verrebbe da inoltrare ai programmatori di cui sopra, sarebbe proprio quello di insistere nelle proposte di svezzamento dallo smartphone. «Sei a cena con gli amici? Spegni il cellulare e riaccendilo solo mentre stai tornando a casa». «Ti sei dimenticato come si chiama l’attore protagonista dell’ultimo film di Wes Anderson? Non importa, inventa: va bene lo stesso». «Vuoi scrivere un diario? Comprati un bel quaderno rilegato, una scatola di colori, pasticcia le pagine come ti viene e magari incollaci sopra le carte dei cioccolatini che preferisci».

Ecco: le app di cui sentiamo più la mancanza si dovrebbero chiamare «Resistenza umana: tutto quello che puoi fare senza aver bisogno che uno smartphone te lo suggerisca e, soprattutto, con il telefono spento». Qualche programmatore è disponibile?