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«Gaslight, Gatekeep, Girlboss»

/ 01/04/2024
Simona Ravizza

«Gaslight, Gatekeep, Girlboss!» è il motto di vita pieno di ironia delle Gen Z nato come parodia del nostro «Live, Laugh, Love», ossia «Vivi, Ridi, Ama». L’avete presente? È la frase motivazionale che all’inizio degli anni Duemila campeggia su tazze, cuscini e poster. Ovviamente le adolescenti di oggi la considerano cringe (imbarazzante) e ne Le parole delle figlie preferiscono una frase che indica un comportamento da baddie, che sta per cattiva ragazza. Dove essere una cattiva ragazza non ha una sfumatura negativa, ma sta a significare semplicemente la capacità di farsi rispettare, l’essere confident e lo stare bene con sé stessa.

Ma cosa vuol dire «Gaslight, Gatekeep, Girlboss!»? Prendiamo innanzitutto i tre termini a uno a uno. Gaslight letteralmente sta per luce a gas e indica quel tipo di illuminazione dove la fuoriuscita del gas modula l’intensità della luce prodotta dalle lampade. Il significato che assume oggi è legato invece al titolo di un film – Gaslight appunto – del 1944 diretto dal regista statunitense George Cukor dove Ingrid Bergman, che per questa interpretazione vince l’Oscar, interpreta una sposa devota che il marito sta cercando di fare impazzire per rubarle dei preziosissimi gioielli: nel momento in cui la moglie nota il calo di intensità della luce a gas dovuto alle ricerche notturne del marito, lui le fa credere che sia tutto frutto della sua immaginazione e inizia a manipolare piccoli aspetti della vita quotidiana per farla uscire di testa. Da qui prende origine il termine gaslighting, usato comunemente per indicare una forma di manipolazione psicologica che porta la vittima a mettere in dubbio la validità dei propri pensieri e la percezione della realtà. Spesso il gaslighter provoca confusione distorcendo i ricordi e alla fine fa scattare una perdita di fiducia e autostima nella vittima e una dipendenza dall’autore del reato.

Gatekeep invece è composto da gate che in inglese vuol dire ingresso e keeping che significa controllo. Chi tiene chiuso un cancello è colui che non fa filtrare le informazioni del tipo: «Dove hai preso la tua bella felpa?», «Non me lo ricordo». Girlboss infine indica una «donna con le palle» che non si fa mettere i piedi in testa. In un’accezione diversa da quella utilizzata dalle Gen Z può assumere una connotazione negativa: come esempio di girlboss viene indicata Elizabeth Holmes, la fondatrice ed ex amministratrice delegata della società di biotecnologie Theranos, considerata la Steve Jobs femminile, e la cui storia è diventata la serie tv The Dropout: Holmes sosteneva di avere messo a punto un rivoluzionario sistema di analisi del sangue che dava risultati affidabili prelevando una sola goccia di sangue al posto di due o tre fialette prelevate con un ago in vena. Il tutto poi si rivela una truffa.

Le tre parole messe insieme negli ultimi mesi impazzano sui social e sono diventate un meme, cioè un’immagine, un video o una parte di testo, ecc., tipicamente di natura umoristica, che viene copiato e diffuso rapidamente dagli utenti di Internet. Se utilizzato dai coetanei maschi il motto può avere un risvolto negativo come critica a una cultura in cui le femmine sfruttano gli altri per raggiungere il successo o lo status o a chi usa metodi dubbi per andare avanti. Nel gergo delle Gen Z invece la frase è soprattutto una presa in giro. Un modo per scherzare sulla ragazza-capo che a volte è bene essere!

La frase infatti è utilizzata quasi sempre con ironia. Viene usata soprattutto come esclamazione dopo che qualcuna fa qualcosa di impressionante. Non è una critica né un’aspirazione a un modo di essere, ma un atteggiamento che riflette un tipo di comportamento in un contesto divertente. Spesso in relazione con i ragazzi. Il corrispondente maschile è «Manipulate, Mansplain, Malewife» ossia uno che manipola, che vuole spiegare a una donna qualcosa di cui lei è esperta (con il sottinteso che l’uomo è sempre in grado di fare meglio) e che è la moglie-uomo: in una società in cui il valore di un uomo è ancora legato alla sua capacità di portare a casa soldi e di essere emotivamente distante, la moglie-uomo rappresenta il rifiuto di questa norma. Ma il malewife, mi sa, merita un’altra Parola dei figli.