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La fuga di cervelli e i costi per istruirli
Angelo Rossi
Viviamo, in Svizzera, in un sistema federalista che garantisce un grado elevato di autonomia ai Cantoni e semi-Cantoni che lo formano. Dal profilo della gestione pubblica - non staremo a dimostrarlo perché la prova domanderebbe più spazio di quello che ci concede la redazione - questo sistema è il migliore che si possa concepire. O meglio, lo sarebbe, se ogni sua unità potesse gestire e finanziare i suoi servizi pubblici in aree di mercato nettamente separate, delimitate dai confini cantonali. La separazione dovrebbe essere tale da impedire che servizi offerti e finanziati da un Cantone possano essere usufruiti da residenti in altri Cantoni. Questo non è sempre il caso. Per i servizi di livello elevato infatti le aree di mercato (i luoghi nei quali è domiciliata la loro domanda) superano facilmente i confini cantonali. Capita così che l’Università di Zurigo sia frequentata non solo da studenti e studentesse di quel Cantone, ma anche da molti giovani provenienti in particolare dai Cantoni di montagna e da quelli periferici. Questa situazione genera al Canton Zurigo oneri superiori a quelli che dovrebbe sopportare se la sua università fosse frequentata solo da zurighesi.
Aggiungiamo due osservazioni. La prima per specificare che l’eccedenza di costi non concerne solo le istituzioni universitarie ma si estende a un numero abbastanza importante di servizi di livello elevato localizzati nel capoluogo economico della Svizzera. La seconda, per precisare che situazioni simili si riscontrano anche nei Cantoni di Basilea-città, Ginevra, Berna e Vaud, ossia in tutti i Cantoni che hanno per capitale una città con più di 100’000 abitanti. Per compensare queste eccedenze di costi il sistema di perequazione finanziaria della Confederazione prevede da qualche anno, accanto alla compensazione delle risorse, anche la compensazione degli oneri. Quest’ultima sostiene i Cantoni di montagna e i Cantoni urbani che devono confrontarsi con costi superiori alla media. Per i Cantoni urbani questi costi sono per l’appunto dovuti alla loro funzione di luoghi centrali. Ovviamente, come per la perequazione delle risorse, anche per la perequazione degli oneri si pone la questione se il contributo concesso rispecchia in grado sufficiente gli oneri sopportati.
Il Canton Zurigo pensa che questo non sia il caso. Lo dimostrerebbero i risultati di una ricerca commissionata di recente dal suo Dipartimento delle finanze. Per il Canton Zurigo annualmente l’eccedenza di questo tipo di costi che dovrebbero essere finanziati da contribuenti di altri Cantoni supererebbe i 100 milioni di franchi. Per il responsabile delle finanze di quel Cantone si tratta di un contributo supplementare che dovrebbe essere aggiunto ai 402 milioni di franchi che il Cantone deve versare ogni anno, ai sensi della legge, se si volesse calcolare la portata del contributo effettivo del Canton Zurigo alla perequazione finanziaria intercantonale. Più di tre quarti di questi costi supplementari sono rappresentati dalle somme che il Cantone deve sopportare per il finanziamento dell’Università e delle Scuole universitarie professionali, due tipi di istituzioni accademiche che, come abbiamo già ricordato, sono largamente frequentati da studenti e studentesse provenienti da altri Cantoni. Inoltre, per il ministro delle finanze zurighese i 100 milioni di costi supplementari non rappresenterebbero che una parte degli aggravi che il suo Cantone deve finanziare in seguito all’importanza della città di Zurigo nell’offerta di servizi centrali ad alto livello. Egli chiede quindi che i criteri con i quali l’attuale legge stima l’importo dei contributi per la compensazione di oneri siano rivisti per tener conto anche dei costi eccedentari delle università.
Ma chi dovrebbe assumersi questi costi di centralità eccedentari? È evidente che i Cantoni che profittano dei servizi di alto livello offerti da Zurigo non saranno per niente disposti a cofinanziarli. Essi faranno valere che una quota importante dei loro giovani che frequentano le università zurighesi intraprendono in seguito la loro carriera a Zurigo assicurando così una parte significativa del benessere economico della città. Come si può vedere dall’esempio di Zurigo, il dibattito sulla fuga dei cervelli dai Cantoni periferici e di montagna ha quindi anche un rovescio della medaglia nelle rivendicazioni per ottenere che i servizi centrali offerti da quel Cantone siano meglio compensati.