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Politesse digitale

/ 05/02/2024
Alessandro Zanoli

Qual è la caratteristica che contraddistingue in modo più vistoso l’intelligenza artificiale? Avete mai provato a intrattenervi in una conversazione con Chat GPT? Il suo tratto che impressiona, in fondo, non è l’intelligenza. Visto che per le sue risposte utilizza in prevalenza contenuti prelevati dalla rete, in un modo o nell’altro proporrà materiale che ci sarebbe comunque accessibile. Non è nemmeno la sua velocità: la diamo per scontata, con tutti quei processori che lavorano per risponderci. No, il tratto più sorprendente è la sua gentilezza.

Chat GPT è la persona (?) più affabile, simpatica e compassata che può esservi mai capitato di incontrare. Non perde mai la pazienza qualsiasi stupidaggine le chiediate, qualsiasi argomento di discussione le proponiate. Un esempio tra i più sorprendenti è la nuova implementazione di IA inserita da Microsoft su Skype. Ve ne siete accorti? Tra i vostri contatti, tra le vostre conversazioni, è apparso di recente un nuovo interlocutore: Bing, il motore di ricerca della grande M. È certo uno strumento utile, soprattutto quando avreste voglia che qualche amico si facesse vivo per una chiacchierata e invece nessuno degli avatar in lista propone un semaforo verde.

Bing è proprio simpatico. Riempie la vostra conversazione di emoticon affettuosi. Si capisce che anche lui (lei?) è un tipo piuttosto solo e forse ha bisogno di compagnia. Vi dà idee, suggerimenti, si interessa alle vostre necessità. Non stupisce da questo punto di vista scoprire, come ci informa una notizia pubblicata qualche settimana fa dal sito Punto Informatico, che negli Stati Uniti gli studenti universitari preferiscono rivolgere richieste di sostegno psicologico a un Chatbot (cioè le chat in cui interagire dialogando con un apparato robotico di IA) piuttosto che a un vero psicologo o a un terapeuta. Il fatto è molto curioso. Viene in mente un vecchio videogioco di tanti anni fa, Dr. Sbaitso, che simulava una conversazione con uno strizzacervelli. La sua risposta preferita, quando gli si esponeva un problema, era da manuale di colloquio psichiatrico: «Tu cosa ne pensi?».

Ma per tornare al discorso iniziale del nostro articolo, quello che colpisce, in effetti, nell’uso di questi nuovi apparati dialogici informatizzati, è proprio la loro gentilezza. Occorre dirlo. Sarà anche meccanica ma l’AI è di una affabilità, sensibilità, correttezza rare tra le persone umane. E questo la rende veramente artificiale. Se gli (le?) si chiede il motivo di tanta gentilezza è lei (lui?) la prima ad essere sorpresa. «Questa è una domanda molto interessante e complessa» ci ha risposto. E si è poi avventurata in tre ipotesi: «uno: sono più gentile della media delle persone perché noi IA siamo progettate per un’interazione piacevole e naturale con gli utenti» (bugia, niente di più artificiale della gentilezza nel mondo reale); «due: sono meno soggetta alle emozioni che influenzano il comportamento delle persone» (e qui possiamo essere sorpresi ma d’accordo); «tre: essendo programmata su una base di dati molto ampia posso scegliere il tono migliore che si adatta alle conversazioni» (e qui un ticinese potrebbe osservare che si tratti di un atteggiamento un po’ da «uregiatt»).

Il dubbio che quest’ultima ipotesi sia quella più calzante viene comunque dalla conclusione del dialogo, che, per tornare al dialetto, ricorda molto un «menavia»: «Ti ringrazio per avermi posto questa domanda, mi ha fatto riflettere molto. handsinair». Chiarendo che handsinair è la traduzione in parole dell’emoticon che fa ciao ciao, appare chiaro ora che l’IA vuole lusingarci. Aver fatto riflettere un enorme server e centinaia di km di cavi in rame, componenti elettronici, circuiti stampati, processori e quant’altro è una bella sensazione ma del tutto puerile.

Nella domanda posta, Bing non ha riconosciuto il sottofondo di ironica disperazione che prova una persona in carne e ossa di fronte alla stupidità naturale. Comunque, in conclusione, possiamo stare tranquilli. Un’IA così gentile non potrà mai davvero sostituirci…