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Come arricchire una dieta povera di fibre alimentari?

/ 25/12/2023
Laura Botticelli

Buongiorno, da anni mia mamma (92.enne) soffre di colite microscopica. Il gastroenterologo ha consigliato di seguire una dieta povera di fibre: no alle farine integrali (dunque pane bianco, pasta e riso non integrale) e solo qualche verdura cotta come patate e carote. Bandite tutte le verdure come cavoli, verze, broccoli e i legumi. Anche la frutta è limitata a: banane, mele e pere. Tuttavia mia mamma comincia a stufarsi di tante limitazioni e anch’io non so più cosa cucinarle oltre alle solite cose. Per esempio il finocchio fa differenza se lo si mangia crudo o cotto? Le patate, con buccia o senza? Non è facile seguire una dieta variata. Quale altra verdura e frutta posso aggiungere alla sua dieta? Inoltre, c’è differenza tra una verdura cruda e una cotta? Un sentito ringraziamento. / Maria I.

Gentile Maria, effettivamente la dieta povera di fibre a lungo termine risulta essere monotona, e per questo darò volentieri delle indicazioni per aiutarvi a migliorarla. Prima però desidero spiegare anche agli altri lettori la ragione per cui il medico vi ha proposto tale alimentazione.

La colite microscopica è un’infiammazione dell’intestino crasso (colon) che provoca diarrea acquosa persistente, crampi, dolori addominali o gonfiore, perdita di peso, nausea, incontinenza fecale e disidratazione. Il disturbo prende il nome dal fatto che è necessario esaminare il tessuto del colon al microscopio per identificarlo, dato che lo stesso può apparire normale con una colonscopia. Non sono ancora note le cause ma i fattori di rischio possono essere l’età, dai 50 anni in su, il fumo, malattie autoimmuni o fattori genetici. I sintomi della colite microscopica possono andare e venire frequentemente. A volte si risolvono da soli. I medici tentano un approccio graduale, iniziando con i trattamenti più semplici e facilmente tollerabili. Di solito si inizia con modifiche alla dieta e con farmaci che possono aiutare ad alleviare la diarrea persistente, e per questo viene proposta la dieta povera di fibre. La fibra è un tipo di carboidrato – presente in frutta, verdura, legumi e cereali – che non viene digerito dal corpo. Una dieta povera di fibre limita questi alimenti così che nell’intestino crasso circoli meno materiale non digerito e le feci siano meno voluminose.

Cosa mangiare quindi? Carne, pesce, uova e formaggi non hanno fibre. Per quel che concerne i latticini, se soffre molto di diarrea è meglio provare prima quelli poveri di lattosio, quindi latte senza lattosio, yogurt naturali ricchi di probiotici e preferire i formaggi stagionati come lo sbrinz, il grana, l’Appenzeller eccetera o con la muffa come brie, tomino e via elencando. I cereali sono consigliati solo se raffinati, oltre alla pasta e al riso (che può cucinare come risotto o crema di riso o riso in brodo) sono permessi anche la polenta gialla, il semolino e quindi pure gli gnocchi alla romana, il cous cous e gli gnocchi di patate. La buccia è la parte fibrosa delle patate quindi meglio sbucciarle e bollirle, per poi consumarle così o in purea o in crema o in brodo/asciutte con la pasta.

Per quel che concerne frutta e verdura sono entrambe molto ricche di fibre e c’è poca scelta oltre a quella da lui raccomandata. Normalmente cuocere e frullare distrugge un po’ la fibra, a crudo invece è più presente. Vi consiglio l’acquisto di un estrattore che estrae da frutta e verdura cruda il succo e lascia tutta la polpa e le fibre in un contenitore a parte. Lavora a bassi giri e con minore potenza rispetto a una centrifuga e in questo modo vengono mantenute gran parte delle proprietà nutritive degli alimenti. Può prepararli di sola frutta o di sola verdura o anche mischiarle assieme, e poi berne il succo o preparare con il succo delle gelatine o dei ghiaccioli.

Se vedete un miglioramento dei sintomi parlatene col gastroenterologo e chiedete se potete inserire di nuovo, piano piano, le fibre.