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Le app ecologiche
Alessandro Zanoli
La faccina della Terra anche oggi mi guarda con la bocca girata all’ingiù e con le gocce di sudore che le scorrono via dal viso. Anche oggi infatti non ho centrato il mio obiettivo di risparmio energetico. E la Terra soffre. Questa settimana ho percorso 284 km, in maggior parte con i mezzi pubblici, ma nonostante questo ho emesso 27 kg di CO2. La mia impronta ecologica è abbastanza deludente. Cosa posso fare per migliorarla? Essenzialmente non usare l’automobile. Eppure mi sembra di usarla pochissimo.
L’app che ho installato sul mio smartphone da qualche tempo si chiama Swiss Climate Challenge. È stata elaborata da Swisscom e fino all’11 ottobre era collegata a un concorso nazionale, un Challenge appunto, attraverso il quale era possibile partecipare a squadre, con l’obiettivo di diminuire le proprie emissioni di gas serra. A concorso terminato, l’app ci avverte che la gara ha coinvolto 8554 persone e ha permesso di totalizzare un risparmio di 1’691’111 kg di CO2, circa il 60% in più di quanto ci si aspettava complessivamente dal concorso.
Ora che il Challenge è terminato l’app continua a funzionare e registra fedelmente tutti i miei spostamenti, li somma, li analizza, li compara con quelli delle scorse settimane e funge un po’ da cattiva coscienza. Ora, tra l’altro, non raccoglie più i green points che premiavano il mio comportamento ogni volta che raggiungevo gli obiettivi e alleggerivo la mia impronta ecologica. Grazie al coinvolgimento di varie aziende svizzere, tra cui Migros, i premi sono consistiti in buoni acquisto, carte di viaggio FFS o su Autopostale, biglietti per varie manifestazioni, donazioni a enti attivi nel campo della difesa ambientale. Certo, senza l’incentivo dei premi sembra che la motivazione a migliorare le proprie abitudini venga un po’ meno. Ma non è vero. Il senso di colpa rimane, diciamo così, e tutto sommato è utile avere un promemoria che ci aiuti a tener d’occhio le nostre leggerezze, le nostre pigrizie.
Che il tema sia sensibile lo dimostra il gran numero di app analoghe che si trovano sul mercato. Ne abbiamo scaricate diverse, per un confronto, e tutto sommato il loro funzionamento è simile. Si parte naturalmente dall’idea che ogni nostro comportamento sia registrato dal nostro smartphone. Questo tracciamento delle abitudini non riguarda solo gli spostamenti ma anche i nostri acquisti (vedi l’app Kitchen Footprint, in cui possiamo scansionare i codici a barre dei nostri acquisti e vederne analizzato il profilo ecologico) oppure in generale le nostre attitudini quotidiane verso lo shopping, la dieta, lo stato di salute (vedi l’app Klima, molto strutturata e completa).
Non sussiste dubbio che sia importante per ognuno di noi assumere atteggiamenti più rispettosi verso l’ambiente. Un potente strumento come il computer tascabile che ci ritroviamo tra le mani ogni minuto può finalmente diventare saggio, e fornire un ausilio essenziale in questa attività. Il lato oscuro della medaglia? Il trattamento dei dati, naturalmente. Ognuna delle app installate ha bisogno di conoscerci a fondo, a cominciare dai connotati fisici fino alle informazioni anagrafiche, digitali e analogiche. Dal momento che inizierà a registrare i nostri comportamenti il programma avrà una mappa completa del nostro quotidiano. Insomma, l’uso di questi servizi lancerà una volta di più il nostro profilo personale in uno spazio incognito, oltre ogni nostro controllo. Che fare? È forse ridicolo chiederlo, dopo avere installato decine di altre applicazioni: una in più o una in meno cambierà poco.
Per quel che mi riguarda, rimango fedele a Swiss Climate Challenge (che peraltro è uno spin off dell’app Enerjoy, molto sofisticata e dalla stessa impostazione ludica, che spinge a creare squadre in sfida tra loro. Purtroppo, a quanto mi risulta, l’interfaccia del programma parla soltanto in tedesco). Ormai è un puntiglio per me far tornare a sorridere quella triste faccina della Terra, che conosco da settimane e che mi è diventata simpatica. E, forse, l’unica speranza che abbiamo è considerare il nostro mondo come una sorta di Tamagotchi…