Asperiores, tenetur, blanditiis, quaerat odit ex exercitationem pariatur quibusdam veritatis quisquam laboriosam esse beatae hic perferendis velit deserunt soluta iste repellendus officia in neque veniam debitis placeat quo unde reprehenderit eum facilis vitae. Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisicing elit. Nihil, reprehenderit!
Un errore di Commodo
Cesare Poppi
Se c’è una virtù che la Storia sistematicamente ignora è la pietà. Alla fine dei conti – chi prima, chi poi – tutti sono portati dal Pifferaio Magico a commettere l’errore che fa deragliare dal più ammirevole dei percorsi di vita.
Marcus Aurelius Antoninus – al secolo Marco Aurelio – lo fece il 27 novembre del 176 eleggendo al rango d’Imperator e Capo delle Legioni – e dunque suo successore – il figlio Commodo. Commodo era il solo figlio maschio che sopravviverà al padre di 14 figlie e figli che Marco Aurelio aveva generato con l’amata cugina Faustina. All’ennesima morte precoce dell’ennesima prole – stavolta due figli maschi gemelli – Marco Aurelio annotava nel suo diario un passaggio dell’Iliade che per lui riassumeva il senso (ovvero il non-senso?) della vita: «…foglie: il vento alcune ne disperde sulla faccia della terra/e così come loro i figli degli uomini» (Iliade VI: 146, traduzione mia).
Fin qui niente di male. Commodo aveva provato il suo valore affiancando il padre al comando dell’esercito nelle campagne contro i Marcomanni, fra i primi a premere alle frontiere nordorientali dell’Impero, incalzati a loro volta da altre etnie che muovevano verso Occidente secondo una dinamica globale improvvisamente divenuta da centripeta a centrifuga per storio-logiche ancora poco chiare. Marco Aurelio l’aveva capita: la pressione dei «barbari» già peraltro arruolati in numero crescente e ormai critico nelle legioni nelle quali i rromani dde Roma – una Roma sempre più minuscola nella demografia dell’Impero – non potevano e non volevano più arruolarsi sommata a uno stato di fibrillazione permanente di quanto rimaneva della «democrazia» senatoriale lasciava poco spazio di manovra. Consapevole che Roma «avesse già dato», Marco Aurelio forse pensò che la popolarità di Commodo fra le Legioni del Nord lo avrebbe messo al sicuro da quelle crescenti congiure/congiurine di camarille senatoriali quando non culturalmente corrotte allora (peggio) inani/impotenti… Intravide insomma l’ultimo grande imperatore dde Roma quello che poi sarebbe successo quando suo figlio Commodo fu annegato da un wrestler in un bagno pubblico in circostanze non chiare ma certo sordide, poiché tutto fu messo a tacere eccetto il gossip che regna imperituro quando chi ha Autorità opta per mantenerla abdicando alla Responsabilità. E allora son guai.
«Circostanze certo sordide»: prove ce ne sono poche nell’epoca che vedeva la Veritas di Cicerone nemmeno più messa ai voti per essere consegnata alla canea dello Stadium. Sapeva Marco Aurelio di che pasta morale fosse suo figlio? Il quale andava a combattere nei giochi gladiatorii pare con un certo successo (anche se viene da chiedersi se non godesse di un certo riguardo)? Perché altrimenti non si spiega come – diciamo – potesse «metterci la faccia» nell’arena e la sera accudire a un harem di trecento (sic le fonti) concubine…
Talis Pater…? Proprio no. Qui è il caso di dire che le virtù del Padre non ricaddero sul figlio. Chiunque affogò in piscina per qualsivoglia ragione il Figlio – unico sopravvissuto di quattordici – di una delle più grandi personalità di questi secoli avrà avuto le sue non dette, indicibili ragioni: auguri.
Marcus Aurelius Antoninus, il filosofo stoico, scriveva nelle sue Memoriae che l’idea della natura sacra dell’Imperator altro non fosse che una fiction per tenere a bada masse sazie e sbandate. Lui si considerava un Servitore dello Stato costretto obtorto filosofico collo ad abbozzare. Svetta oggi ancor di più sull’orlo dell’inizio della fine dell’Impero come contraltare di quel figlio che altro non potè fare che issare sul trono imperiale. A sua volta Commodo, descritto dalle fonti come arrogante, crudele e depravato, imperversò dal 180 al 192. Politicamente incapace, lasciò l’Impero in condizioni tragiche: a lui seguì l’anno dei Cinque Imperatori… Spazzati via non come foglie di un Fato crudele ma come birilli di un Gioco d’azzardo ormai storicamente taroccato. Kyrie eleison.