Viale dei ciliegi

by Claudia
3 Marzo 2025

Julia Donaldson- Lydia Monks, La fatina dei denti e il coccodrillo, Gribaudo (Da 4 anni)

Julia Donaldson è una narratrice di grande classe, perché crea storie in cui – pur nella semplicità che nel rivolgersi ai più piccoli è necessaria – c’è azione, accadono cose. Ed è molto difficile costruire un buon intreccio in storie piccole per i più piccoli. Inoltre, padroneggia perfettamente i meccanismi narratologici che meglio funzionano con la prima infanzia, ossia l’accumulo; la ripresa nel finale di ciascun elemento citato in precedenza, che viene quindi ad acquisire ulteriore senso; la struttura iterativa-progressiva, in cui ad ogni pagina si ripete uno schema (così il bambino è rassicurato e può fare ipotesi narrative pertinenti), nel quale però ogni volta si inserisce una novità (così il bambino è sorpreso e la soglia di attenzione rimane alta). Le sue sono sempre storie convincenti, anche quando non realizzate in coppia con Axel Scheffler, il suo partner artistico più consueto (quello del Gruffalò, per intenderci). Così, ad esempio, ne La fatina dei denti e il coccodrillo, le illustrazioni sono di Lydia Monks, ma è sulla forza e il ritmo della trama che si regge la bellezza del libro. Dentolina è una fatina dei denti, incaricata dalla sua regina di occuparsi degli animali anziché dei bambini. Quindi parte, con i regali nella borsa, da lasciare, al posto del dente caduto, a tre animali: un vasetto di miele per l’orso, una banana per la scimmia e un mango per l’elefante. Dentolina compie la sua missione, ma quando sta per tornare a casa, e sono ormai spuntate le prime luci dell’alba, scorge un coccodrillo addormentato, e anche lui ha perso un dente. Dentolina ha buon cuore ma non ha più regali, e mentre è lì a chiedersi cosa potrebbe lasciargli in dono, il coccodrillo si sveglia rivelando la sua indole tutt’altro che gentile. Dentolina si mette in fuga ma il coccodrillo le strappa un’ala e le rompe la bacchetta, Dentolina non può più volare, il coccodrillo la insegue, ma ecco che qui tornano in scena gli animali a cui lei ha fatto un dono, e tornano in scena gli stessi doni, con una nuova funzione salvifica per la povera fatina. La storia si farà ancora più ricca di colpi di scena, e anche qui avremo il rilancio di un ulteriore colpo di scena finale, quando anche a Dentolina dondolerà un dentino… e anche lei si meriterà dei regalini!

Julia Donaldson, Un serpente per ospite, Sinnos (Da 6 anni). I giganti e i Jones, Einaudi Ragazzi (Da 8 anni)

Accogliamo con piacere la ripubblicazione da Sinnos, dopo dieci anni, di un racconto di Julia Donaldson (sempre con illustrazioni di Francesca Carabelli). La piccola e intraprendente Polly ha messo su una pensione per animali in casa sua. Peccato che la casa non sia solo sua, e che la mamma abbia voce in capitolo: «Ho già detto sì a due porcellini d’India, a un uccello e a un mucchio di pesciolini rossi. Ma non muoio dalla voglia di avere un serpente dentro casa». Il serpente però arriverà e la storia si movimenterà parecchio!

Colgo l’occasione per segnalarvi un altro bel libro di Julia Donaldson, un romanzo per ragazzi più grandi. Purtroppo, come spesso capita, è fuori catalogo (e questa cosa, dei bei libri che finiscono fuori catalogo per fare spazio a novità prodotte a spron battente e non sempre imprescindibili, meriterebbe una riflessione a parte); spero che lo possiate trovare nelle ottime biblioteche per ragazzi di cui la Svizzera Italiana si può fregiare. Si tratta de I giganti e i Jones, un romanzo avventuroso e poetico, sperimentale nella scrittura e originale nello spunto narrativo. Una bambina gigante, Jumbelia, ama collezionare cose piccole (piccole per lei, s’intende), e finirà per collezionare anche i tre fratellini Jones, raccogliendoli con la sua manona mentre, ignari, giocano in giardino. Così comincia l’odissea dei tre bambini nel mondo dei giganti: verranno messi nella casa delle bambole di Jumbelia, minacciati dal suo gatto, sottoposti agli scherzi crudeli del pestifero fratellone. E dovranno cercare strenuamente di fuggire, per tornare nel nostro mondo. Un precisissimo gioco di punti di vista, in cui i capitoli sono vere e proprie «soggettive» o dei bambini o dei giganti, una scrittura originale e plurilinguistica, perché il testo è contaminato da inserti in groil, ossia la lingua dei giganti. E se con il groil non si ha ancora molta dimestichezza, c’è un dizionarietto in fondo al libro.