Il Ticino è un territorio turistico, lo è almeno da quando si aprì la prima galleria ferroviaria del Gottardo, oltre 140 anni fa. La stagione turistica di quest’anno è tuttavia speciale perché si è chiusa con l’annuncio dell’intenzione, da parte dei responsabili del nostro turismo regionale, di volere nei prossimi anni allungare la stagione includendovi anche i mesi invernali. Questa decisione e la sua possibile realizzazione sono da contare tra le poche conseguenze positive del riscaldamento globale.
È perché la temperatura media è salita e le precipitazioni invernali sono diminuite che oggi i responsabili del nostro turismo possono infatti pensare di estendere la loro attività anche alla stagione invernale. Il clima è dunque un fattore importante nella determinazione dei flussi di turisti che visitano il Ticino. Lo si è potuto costatare anche nelle ultime due stagioni. L’anno scorso per il brutto tempo primaverile, che ha rovinato il risultato stagionale, e quest’anno al contrario per il bel tempo che potrebbe assicurare al nostro turismo un record in materia di pernottamenti. Aggiungiamo che anche il flusso dei turisti giornalieri deve aver toccato, quest’anno, nuovi risultati record. I responsabili del turismo nostrano hanno dunque un piano chiaro: profittare del riscaldamento dell’atmosfera per poter operare tutto l’anno.
Ovviamente questo piano può aver successo solo se la domanda turistica risponderà positivamente e nella misura necessaria. Per poter giudicare se questo sarà possibile può essere utile dare un’occhiata alle tendenze di sviluppo di lungo termine della domanda in questione. Per semplificare la presentazione distingueremo tra turismo alberghiero, turismo in strutture paralberghiere (appartamenti e case di vacanza, campeggi e alloggi collettivi) e turismo di giornata (quindi senza pernottamento). Secondo noi, il turismo giornaliero è diventato significativo solo dopo l’apertura della galleria di base del San Gottardo. Non conosciamo nessun dato statistico a questo proposito se non le indicazioni sulle frequenze dei treni passeggeri. Pensiamo tuttavia di non essere lontani dalla realtà stimando che, da marzo a ottobre, il turismo giornaliero in Ticino possa contare su almeno un milione di arrivi. È una cifra importante. Tuttavia il grosso dei flussi turistici è rappresentato dagli ospiti che soggiornano nelle strutture ricettive alberghiere e paralberghiere. Se analizziamo l’evoluzione dei pernottamenti del turismo ticinese ci accorgiamo che il loro totale, dopo essere raddoppiato tra il 1960 e il 1980, anno di apertura della galleria autostradale del San Gottardo, ha continuato a ridursi fino a scendere, nel 2020, anno della pandemia, largamente al di sotto del valore raggiunto nel 1960. Oggi contiamo circa 4,5 milioni di pernottamenti all’anno. Quale è l’apporto dei due settori al totale dei pernottamenti?
Nel 1960 la quota delle strutture ricettive del settore paralberghiero rappresentava il 36% del totale dei pernottamenti del turismo ticinese. Venti anni dopo questa quota era salita al 59%, grazie al forte sviluppo dei pernottamenti nei campeggi e nelle abitazioni e case di vacanza. Da allora però gli alberghi hanno riguadagnato peso. Nel 2023, ultimo anno per il quale si dispone di dati, la quota del paralberghiero è infatti ridiscesa al 43%. In passato gli anni in cui il numero dei pernottamenti in Ticino è stato particolarmente alto sono quelli in cui i pernottamenti nel settore paralberghiero sono stati particolarmente elevati. Il destino del turismo ticinese è quindi legato (almeno dal profilo dei pernottamenti) al successo delle strutture ricettive paralberghiere? Attenzione a trarre conclusioni troppo affrettate perché purtroppo non sappiamo quanto siano affidabili i dati sul turismo.
Questo anche perché le statistiche ufficiali – per il momento – non contengono indicazioni sui pernottamenti in appartamenti AirBnB che, di fatto, sono la struttura ricettiva che conosce i tassi di crescita più elevati. Osserviamo poi ancora che i pernottamenti non dicono gran che sull’importanza dell’indotto economico. Se potessimo disporre di un conto dei flussi monetari del turismo locale ci accorgeremmo che è sempre ancora il settore alberghiero quello che assicura, per pernottamento, il contributo maggiore al Pil regionale.