«Mi sono innamorata del mio giovane medico»

by azione azione
24 Novembre 2025

Carissima dottoressa,
da un po’ di tempo, per ragioni di salute, frequento uno specialista, abbiamo imparato a conoscerci, siamo in confidenza, il problema è che ho preso una cotta tremenda per lui che è molto più giovane di me, e naturalmente lui mi vede come la sua mamma, al massimo come amica. Lo so che tra noi non ci potrà essere niente se non amicizia, ma io sto male. Penso sempre a lui, neanche da adolescente mi era capitata una cosa simile.

Ogni tanto gli porto dei regalini (qualcuno anche un po’più grande) che lui accetta e ringrazia. Ci siamo scambiati i numeri di telefono e ogni tanto ci mandiamo dei messaggi specialmente in occasione delle feste. Io vorrei farmi aiutare ma come faccio? Cosa dico a mio marito?

Naturalmente non ne ho parlato con nessuno (solo con lei). La prego mi dia un consiglio. Mi scusi se non mi firmo col mio vero nome. La saluto caramente e aspetto una sua risposta. Grazie. / Maria

Cara Maria,
la ringrazio ancora per la sincerità con cui ha voluto confidarmi un turbamento così profondo. La sua lettera ci aiuta a comprendere quanto sia facile, in certi momenti della vita, lasciarsi trasportare da una corrente emotiva che sembra più forte di noi. Quando ci sentiamo fragili, quando dipendiamo dalle cure di qualcuno che percepiamo attento, competente, gentile, può accadere che la nostra immaginazione costruisca attorno a quella figura un alone affettivo che va oltre la realtà concreta del rapporto. È importante riconoscere che ciò che lei sta vivendo non è una colpa, bensì un’esperienza umana. Il bisogno di sentirsi viste, ascoltate, considerate, può risvegliare un desiderio di protezione o di ammirazione che si trasforma facilmente in un sentimento amoroso. Ma proprio perché è un’esperienza umana, può essere anche compresa, regolata, trasformata. E questo è il primo passo per ritrovare la serenità. Lei stessa mostra di avere una parte della mente molto lucida: sa che non esiste una possibilità reale con questo giovane medico, sa che lui la guarda con affetto professionale, forse con simpatia, ma non certo con il coinvolgimento che il suo cuore immagina. Sa, soprattutto, che inseguire questa fantasia rischierebbe di infrangere equilibri importanti della sua vita, a cominciare dal rapporto con suo marito. Ora si tratta di fare dialogare la ragione con il desiderio, senza negare nessuno dei due, ma senza permettere che la fantasia prenda il controllo.

Ciò che può aiutarla concretamente è interrompere i gesti che alimentano l’equivoco: i regali, le attenzioni e i messaggi, seppur innocenti in apparenza, mantengono acceso un fuoco che non può portare a nulla di buono. Non deve certo «sparire» o comportarsi in modo brusco, ma ristabilire una distanza professionale rispettosa, che tuteli entrambi. Non si senta costretta a confessare a suo marito ciò che prova: non sarebbe utile né per lui né per lei. Semmai, può riflettere su ciò che questo smarrimento le sta dicendo che il suo matrimonio ha bisogno di più attenzione. Di dialogo? Di sentirsi desiderata? Di dedicare tempo a se stessa, alla sua autostima, ai suoi spazi personali? Spesso un’infatuazione nasce dove c’è un vuoto che chiede di essere ascoltato, non necessariamente colmato da un altro uomo, ma compreso.

Infine, consideri la possibilità di rivolgersi a uno psicoterapeuta. Non per reprimere il suo sentimento, ma per comprenderlo meglio: da dove nasce, cosa rappresenta, quale bisogno profondo esprime. Parlare con un professionista competente potrà offrirle un luogo sicuro in cui dare un nome alle sue emozioni e, soprattutto, ritrovare un equilibrio che ora le sembra smarrito. Con un po’ di coraggio e con l’aiuto giusto, riuscirà a trasformare questo momento di confusione affettiva in un’esperienza positiva, vitale, capace di spingerla a ridefinire i suoi bisogni e la sua attuale identità. Le sono vicina e le rinnovo la mia stima per la fiducia che ha voluto accordarmi.